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«In arrivo 800 mila immigrati». Allarme del Viminale con dietrofront

(30 Aprile 2014)

Pun­tuale al cam­bio di sta­gione, ecco ripre­sen­tarsi l’emergenza immi­grati. Chi si ricorda del milione di afri­cani in arrivo sulle nostre coste paven­tato nel 2011, l’anno delle Pri­ma­vere arabe, dall’allora mini­stro dell’Interno Roberto Maroni? L’invasione temuta non ci fu e anche sta­volta le «800 mila per­sone, se non di più, pronte a par­tire dall’Africa verso l’Europa» di cui ha par­lato ieri davanti alle Com­mis­sioni Difesa ed Esteri del Senato il Diret­tore cen­trale dell’immigrazione della poli­zia delle fron­tiere, Gio­vanni Pinto, pro­ba­bil­mente saranno archi­viate come una bou­tade di mezza sta­gione.
La cifra, supe­riore a quella, già molto alta, for­nita qual­che set­ti­mana fa dal mini­stro dell’Interno Ange­lino Alfano, secondo il quale le per­sone in attesa di sol­care il Medi­ter­ra­neo potreb­bero essere tra le 300 e le 600 mila, è tal­mente inve­ro­si­mile che a smen­tire se stesso stato, nel vol­gere di qual­che ora, lo stesso Pinto: «Tra i 600 e gli 800 mila sono in Libia, ma non è detto che siano pronti a par­tire», ha pre­ci­sato, per poi pun­tua­liz­zare: «E poi vor­rei assi­cu­rare tutti che la situa­zione è asso­lu­ta­mente sotto con­trollo. La situa­zione è com­plessa, ma stiamo gestendo tutto con la mas­sima tran­quil­lità e non c’è nes­suna situa­zione di allarme». Parole che stri­dono con quanto aveva detto in pre­ce­denza: «Il sistema di acco­glienza per i migranti è al col­lasso, non abbiamo più luo­ghi dove por­tarli e le popo­la­zioni locali sono indi­spet­tite dal con­ti­nuo arrivo di stra­nieri».
Ma è ad ascol­tare i det­ta­gli dell’audizione di Pinto che ci si accorge di come i numeri siano diversi: nel 2014 sono arri­vati via mare 25 mila migranti, più della metà di quelli giunti nell’intero 2013, quando furono 43 mila. Di que­sti, il 90% è par­tito dalla Libia. Un dato «in linea con quelli del 2011, l’anno delle cosid­dette pri­ma­vere arabe, quando arri­va­rono 63 mila migranti». Per que­sto «il Vimi­nale sta pen­sando a un piano di acco­glienza per 50 mila migranti, per­ché i 16 mila posti dello Sprar (il sistema di pro­te­zione per richie­denti asilo e rifu­giati) non sono suf­fi­cienti».
Anche qui qual­cosa però non torna. Una cir­co­lare del mini­stero dell’Interno con la dici­tura «urgen­tis­simo», lo scorso 20 marzo, ha infatti messo a dispo­si­zione delle pre­fet­ture le risorse neces­sa­rie a creare 2.290 posti (e non 50 mila come annun­ciato da Pinto). Posti che avreb­bero dovuto andare a som­marsi ai 7 mila aggiun­tivi che lo stesso mini­stero, un paio di mesi prima, aveva chie­sto agli enti locali inse­riti nello Sprar di pre­di­sporre. Ma i comuni e le pro­vince che il 29 gen­naio si erano visti appro­vare la domanda di finan­zia­mento e nel frat­tempo ave­vano pre­di­spo­sto l’accoglienza si erano sen­titi rispon­dere che i soldi non ci sono più. Anzi, spiega il respon­sa­bile immi­gra­zione dell’Arci Filippo Mira­glia che denun­cia l’assenza di un Piano nazio­nale di acco­glienza, ad essi è stato chie­sto di «anti­ci­pare i finan­zia­menti e di coprire il 20% dei costi» dell’accoglienza.
C’è poi il bilan­cio dell’operazione Mare Nostrum. Secondo Pinto «ha dato risul­tati eccel­lenti, ma ha anche incre­men­tato le par­tenze dalla Libia», men­tre i costi soste­nuti per tra­sfe­rire e rim­pa­triare gli immi­grati sono «signi­fi­ca­tivi»: «Ogni mese di pat­tu­glia­mento costa 9 milioni e mezzo di euro. A que­sta somma vanno aggiunti, per il solo 2014, 1,27 milioni per i 31 voli char­ter di rim­pa­trio: 21 per l’Egitto, 8 per la Tuni­sia e 2 per la Nige­ria. Altri 2,5 milioni sono ser­viti per i voli di tra­sfe­ri­mento interno dei migranti verso le varie loca­lità di desti­na­zione».
Spese coperte con finan­zia­menti euro­pei che non sono più nep­pure suf­fi­cienti e che potreb­bero essere limi­tate, ad esem­pio, se solo l’Europa deci­desse di aprire uffici nei paesi del Medi­ter­ra­neo, a cui le per­sone in attesa di migrare potreb­bero rivol­gersi senza dover ricor­rere agli sca­fi­sti, come ha pro­po­sto nei giorni scorsi il Pre­si­dente della Com­mis­sione per i diritti umani del Senato Luigi Man­coni. Sarebbe, quest’ultimo, un modo per cam­biare la stra­te­gia cosid­detta dell’«ultimo miglio», quella che affronta il pro­blema solo alle soglie di Lam­pe­dusa, pro­du­cendo viaggi in con­di­zioni dispe­rate, morti in mare e sof­fe­renze. Ma per Pinto, dun­que per il governo ita­liano, «Mare Nostrum ha svolto una fun­zione di dre­nag­gio delle par­tenze» e gra­zie ad essa «non abbiamo avuto più morti».

A. Mas, Il Manifesto

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