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Cantiere Italia

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(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
Presentato il report Inail: gli omicidi sul lavoro nel 2009 sono stati 1021

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    1 Maggio: odio e disprezzo per i lavoratori

    (1 Maggio 2014)

    giovane

    L'arrogante ed indegno capo del governo imperversa da tutte le tv minacciando la "riforma" della pubblica amministrazione come una clava alzata sulla testa della burocrazia. Molti ministri del suo governo fanno a gara con lui in fatto di arroganza. Sono incompetenti tranne alcuni marpioni come Padoan e Poletti che sanno benissimo che cosa vogliono. Il governo Renzi ha dentro di se l'ideologia liberista del padronato italiano rappresentata dai ministri Guidi e Poletti. Guidi ha delocalizzato le sue aziende all'estero e sostiene il diritto degli industriali italiani di farlo; Poletti è impegnato in una opera di precarizzazione del lavoro che va molto oltre la legge Fornero. La sua idea è che il lavoro debba essere denudato dalla sua veste giuridica e sociale e ridursi ad una prestazione che le imprese debbono avere al minor costo possibile. L'idea che hanno è la scomparsa della figura del lavoratore cittadino titolare di diritti in favore di un lavoratore strfumento aziendale e basta.
    A differenza di quanto avveniva in passato gli obiettivi di riduzione dei diritti dei lavoratori non vengono celati ma addirittura sbandierati come valori generali da perseguire per le migliori sorti dell'economia italiana: le parole che si usano sono: flessibilità, competitività, produttività.
    Sono oramai venti anni che i lavoratori italiani vengono sottoposti a campagne di odio fatto di pregiudizi e denigrazione. Campagne organizzate non soltanto dagli uffici studi della Confindustria ma da importanti università italiane come la Bocconi.
    Mario Monti quando era soltanto rettore della Bocconi di Milano lanciò la contrapposizione giovani-anziani ed il conflitto tra garantiti e precari. I lavoratori a tempo indeterminato sono stati legati alla colonna infame e colpevolizzati di avere un contratto di lavoro e diritti che venivano intanto negati ai nuovi assunti. La massa dei nuovi assunti italiani è stata "trattata" con leggi dal pacchetto Treu alla legge Biagi che li priva dei diritti dei lavoratori esistenti. Poi si racconta loro che l'egoismo dei loro padri è responsabile della loro condizione. Lo stesso gioco sporco sporchissimo è stato fatto nei confronti dei pensionati che sottrarrebbero al paese risorse preziose agli investimenti. Inutile dire che queste campagne sostenute per anni dal sistema massmediatico hanno portato i loro frutti velenosi: avevamo il migliore sistema pensionistico del mondo che ora è diventato uno dei peggiori; la contrattazione normativa e salariale si è congelata e se si tocca qualcosa dai contratti è per peggiorarla o eliminarla, il precariato è diventato la forma prevalente di avviamento al lavoro.
    Il lavoro è apparentemente scomparso. Trovarlo è una impresa. I titoli di studio e le competenze non servono a garantire una buona sistemazione. Il salario è bloc cato da anni e si agisce sul fisco per dare qualche soldino ai lavoratori. Abbiamo visto con la umiliante storia degli ottanta euro come la grandissima parte del corpo del lavoro italiano fatta da oltre dieci milioni di unità sia attestata sotto i 2O mila euro lordi l'anno. Accanto a questi ci sono altri quattro o cinque milioni di lavoratori biagizzati che non arrivano ai 10 mila euro annui. La cosa più pesante e preoccupante è che il futuro non esiste più e quindi non c'è energia e slancio rivolto a progetti che appunto lo riguardino,. . Non c'è niente. C'è solo il terrore che domina nei posti di lavoro in cui il ricatto della perdita del posto è diventata una spada di damocle sospesa sulla testa di tutti.
    A questo punto siamo giunti con il concorso delle tre maggiori centrali sindacali ed in particolare della CGIL. I sindacati che hanno assecondato tutti i passaggi della discesa agli inferi della classe operaia alla quale è stata anche negato il diritto di essere appunto classe. Si è negata l'idea di classe e la lotta di classe come categorie obsolete e novecentesche nel momento stesso in cui la lotta di classe si è acutizzata in tutto il mondo occidentale per impoverire i lavoratori e togliere loro ruolo e peso sociale. La lotta di classe fatta da un padronato sempre più arrogante che ha fatta retrocedere e chiudere in una sorta di bantustan di aparteid sociale i lavoratori. Lo spostamento a destra dell'asse sociale del paese è stato coevo allo spostamento dell'asse politico. L'ultima legge sulla precarizzazione è stata votata dalla Camera con una maggioranza straripante. Si sono opposti soltanto i deputati di Cinque Stelle. Cgil, Cisl, UIL hanno lasciato fare. La Cisl si è spinta financo a dare giudizi positivi di condivisione.
    I lavoratorti italiani sono stat traditi nei loro interessi fondamentali dalla triade CGIL CISL UIL per ragioni politiche. La CGIL è controllata dal PD che si è servito di essa per dimostrare all'elettorato "moderato" italiano la sua capacità di portare a miti, mitissimi consigli i lavoratori. I sindacati di base che oramai raccolgono l'adesione della parte più combattiva del popolo dei lavoratori sono discriminati dal governo. Sono state varate leggi di protezione corporativa e di regime dei sindacati CGIL,CISL,UIL che rendono difficile ai sindacati di base di svolgere il loro ruolo. L'ultimo accordo sulla rappresentenza contestato anche dalla Fiom è al riguardo particolarmente odioso.
    Oramai è chiaro che CGIL CISL UIL sono irriformabili ed irrecuperabili ad un ruolo di genuina onesta rappresentanza dei lavoratori. Bisogna sviluppare fare progredire il sindacalismo di base e sopratutto riportare in Parlamento la classe operaia oggi esclusa. Bisogna costruire un Partito Comunista e dargli la forza di influire nella società e nelle istituzioni. Ma questo non sarà un compito facile. Ma non dobbiamo disperare. Oggi la classe lavoratrice ha la cultura e la capacità di cambiare la sua sorte. E' obbligata a farlo dalla prospettiva della sua emarginazione, del suo impoverimento materiale e sociale.

    Pietro Ancona

    Fonte

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