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NO MUOS

NO MUOS

(10 Agosto 2013) Enzo Apicella
Un centinaio di manifestanti no-Muos è riuscito a sfondare la recinzione e ad entrare nella base militare americana di Niscemi, in Sicilia.

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    (Il saccheggio del territorio)

    Un anno di comitato: 365 volte no alla cementificazione!

    (2 Maggio 2014)

    unannocomitato

    Esattamente un anno fa è stata organizzata la prima assemblea pubblica che portò alla nascita del Comitato Pomari. Era il 2 maggio 2013 e nessuno avrebbe pensato che saremmo riusciti a riportare alla ribalta lo scempio edilizio previsto ai Pomari e più in generale la questione della cementificazione a Vicenza.

    In pochi mesi siamo riusciti a mettere in campo momenti di lotta intervallati da momenti di culturali: oltre a banchetti informativi, proiezioni e raccolte firme, il quartiere si è mobilitato scendendo in strada con presidi e manifestazioni per chiedere lo stop alle inutili cementificazioni previste ai Pomari e per rivendicare la creazione di un parco che, vogliamo ricordarlo, era stato promesso negli anni '90 proprio per dare respiro a uno dei quartieri più densamente popolati di Vicenza. La storia di come il parco fu barattato è cosa nota.

    Oggi proseguiamo con la nostra lotta forti del consenso ottenuto in questi mesi e forti della certezza delle nostre ragioni: costruire ancora non ha senso se prima non si riutilizza e non si recupera il patrimonio sfitto e degradato, chi vuole continuare a costruire sono solo i grandi gruppi privati che speculano sulla nostra terra e si arricchiscono a scapito del benessere della collettività.

    Dopo mesi di mobilitazione un primo risultato è arrivato lo scorso marzo: la Giunta Comunale, a seguito delle pressioni del comitato, non ha concesso la proroga al PIRUEA Pomari scaduto nel 2013 dopo i dieci anni trascorsi dalla sua entrata in vigore. Non possiamo che felicitarci di ciò, ma purtroppo per fermare il progetto della società Incos Italia Spa questo non basta. Il diniego della proroga al PIRUEA dovrebbe implicare la ridiscussione dell'intero progetto ma il Comune non è per niente intenzionato a procedere in questo modo, infatti, sostiene che la scadenza dei 10 anni del PIRUEA si riferisce all'esecuzione delle opere di urbanizzazione, mentre l'edificazione nei lotti può avvenire anche oltre tale periodo, purché nel rispetto delle indicazioni del Piano, ma questo non corrisponde al vero. Il PIRUEA Pomari, infatti, è un Piano Urbanistico Attuativo scaduto, quindi privo di legittimità. Qualora le opere di urbanizzazione non fossero state completate (sono infatti al 90% circa come ci è stato riferito dai tecnici comunali), non è possibile il completamento edilizio delle parti non costruite (proprio quelle che noi contestiamo) in assenza dell'approvazione di un nuovo Piano Urbanistico Attuativo.

    Quindi, allo stato dell’arte il Comune non potrebbe concedere il Permesso di Costruire proprio perché manca un Piano Urbanistico Attuativo; questa nostra tesi è supportata chiaramente anche da una sentenza del Consiglio di Stato (sez. IV, 6 aprile 2012, n. 2045).

    Potremmo essere ad un punto di svolta: se la Giunta Comunale decidesse di fermare una volta per tutte il Piruea Pomari questo sarebbe il momento giusto, ma temiamo che le cose non siano così semplici. Infatti, nonostante sia scaduto il Piruea e nonostante esistano sentenze del Consiglio di Stato che ci danno ragione, l'Assessore all'edilizia privata Zanetti ci ha riferito che il Comune non ha intenzione di rivedere il Piruea e quindi si procederà ugualmente al rilascio del permesso di costruire. Per questo la nostra mobilitazione non può fermarsi adesso.

    Quel permesso non va rilasciato, il piano va rimesso tutto in discussione partendo dalle istanze della popolazione che chiedono spazi verdi e non capannoni commerciali. Inoltre vorremmo che il ridisegno dell'area Pomari non si fermi solo al quartiere ma cerchi di pensare un nuovo modello di città che favorisca i bisogni della collettività ai profitti dei palazzinari, a partire dalla modificazione del Piano Interventi.

    Noi siamo seriamente preoccupati per il nostro futuro e per quello dei nostri figli. Chiediamo aree verdi e ci offrono aree commerciali, chiediamo aria pulita e ci portano traffico, chiediamo spazi culturali e ci regalano palazzi direzionali. Crediamo sia necessaria un’inversione di rotta!

    Lo spazio per farlo c’è: oltre alla concreta possibilità di poter modificare il piano attuativo, il Comune deve negare la creazione di ulteriori grandi strutture commerciali, proprio in questi giorni i tecnici stanno elaborando il regolamento derivante dalla legge regionale 50/2012 che decreta l’apertura di nuovi spazi commerciali e tra i principi e le finalità, all’art. 2, si parla esplicitamente di "salvaguardare la sostenibilità territoriale ed ambientale ed il risparmio di suolo, incentivando il recupero e la riqualificazione urbanistica di aree e strutture dismesse e degradate", l’area dove sono previste le costruzioni ai Pomari non può rientrare in questo schema perché non vi sono strutture degradate o dismesse, decidere che lì non si può costruire una grande area commerciale sarebbe un concreto passo avanti per poi rimettere in discussione tutto il Piruea e per sperare finalmente di vedere un grande parco ai Pomari.

    La palla ora è in mano all'Amministrazione Comunale che nelle prossime settimane dovrà fare una scelta assumendosi le proprie responsabilità davanti a tutti: andare in contro alle esigenze della popolazione oppure svendere la città a chi devasta il territorio.
    Nel frattempo continueremo a lottare per far si che la nostra città non venga uccisa dal cemento.

    Vicenza, 2 maggio 2014

    COMITATO POMARI

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