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UN ALTRO INCONTRO
OMO-BI-TRANSFOBICO

(6 Maggio 2014)

L'amministrazione di Bosco Chiesanuova, in provincia di Verona, appoggia un altro incontro Omo-Bi-Transfobico.

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Gilberto Gobbi

Venerdì 9 maggio alle ore 20.45 presso la sala Olimpica di Boscochiesanuova va in scena un altro attacco all'autodeterminazione e ai diritti di cittadinanza delle persone omosessuali-bisessuali e transessuali.
La scusa è sempre quella: dibattere intorno alla teoria del “gender”, il genere, interpretata come un attacco alla famiglia tradizionale "naturale" formata da un uomo e una donna, di ispirazione, nel nostro caso, cattolica; lo scopo, invece, è stato rivelato da altri incontri e convegni come questo e cioè adoperarsi affinché la legge che dovrebbe punire i reati di omo-transfobia, legge parcheggiata in parlamento ormai da anni, non venga approvata in nessuna forma.
La pressione del mondo cattolico/integralista è molto forte sia sulla popolazione, continuamente "spaventata" dai possibili “danni” causati dalle nuove famiglie - quelle formate da individui dello stesso sesso – sia sulla classe politica ed economica. Anche qui lo spauracchio agitato è il modello di famiglia gay, lesbico e trans, un metodo che ricorda tanto le campagne populiste della destra per raccogliere voti.

Ma dietro tutto ciò c'è anche altro, come peraltro è stato più volte ripetuto in occasione di queste iniziative: la paura della perdita dei privilegi economici ed educativi, la consapevolezza che il modello di famiglia tradizionale/cattolica/maschilista e sessista è ormai tramontato perché i nuovi, diversi “modelli” di aggregazione familiare sono già qui e tutto ciò spaventa.
Cosa si fa quando si ha paura di un nuovo modello che, mettendo in crisi il vecchio, fa perdere privilegi, diventa soggetto reale e pretende di avere diritti?
Si diventa sempre più intransigenti, intolleranti e violenti, ci si organizza su più fronti e si cerca di arginare la novità, spaventando i cittadini e facendo pressioni sui governi affinché non si approvino leggi che possano punire tutti quegli atti omo-transfobici di cui è purtroppo ancora oggetto la comunità omosessuale e transessuale. Del resto, anche con una semplice analisi dei fatti di cronaca, si potrebbe affermare che è la famiglia tradizionale ad essere in forte crisi, un modello diventato sempre più violento, dato che molte violenze avvengono soprattutto all’interno delle loro mura familiari, quelle mura che dovrebbero proteggere e dare benessere. Anche solo sfogliando un giornale ci si rende conto di come la “famiglia” non sia affatto in salute.

Si agita poi il fantasma dell’omo-transessualità come condizione contro natura, senza considerare che a noi mica dà fastidio essere dei diversi. Il problema non è nostro, è loro, noi non vogliamo distruggere il loro modello (è moribondo da tempo), sono loro, i paladini della famiglia, che vogliono distruggere quello che noi siamo, la nostra felicità e voglia di vivere sereni, certamente con le nostre modalità e non con le loro.
Quali studi possono citare sul fatto che un bambino non cresce sereno con due mamme o due papà? Quali studi possono citare che essere gay lesbiche bisessuali o transessuali nuoce gravemente alla salute? Potremmo andare avanti con altri esempi ma la verità è che non hanno in mano nulla se non la loro paura, che però ha grande appeal sia su genitori che sulla popolazione (per non parlare di politici).

Questo ennesimo incontro di venerdì 9 maggio risponde a tutte le caratteristiche citate sopra: i politici complici - in questo caso l'amministrazione di Bosco che dà la sala e patrocinio, dato che sulla locandina c’è il logo del Comune. Ma un’amministrazione non dovrebbe solo amministrare, lasciando la cura delle anime ad altri? E poi il relatore, il “professor” Gilberto Gobbi.
Provate ad andare sulla sua pagina Facebook per capire come la pensa sulla famiglia tradizionale e sulle persone gay lesbiche bisessuali e transessuali. Del resto il titolo dell'incontro parla da solo "SI’ ALLA FAMIGLIA". Ma di che famiglia si parlerà? Domande che avranno, si spera, una risposta.

Gilberto Gobbi è iscritto all'Albo degli psicologi del Veneto ma crediamo, sempre leggendo quello che scrive, che sia un personaggio estremamente pericoloso. E’ un fatto molto grave che una pubblica amministrazione dia spazio a dibattiti come questo, che non si siano resi conto del progetto omo-bi-transfobico che c'è alla base?
Noi crediamo che lo sappiano molto bene e che abbiano fatto una scelta precisa, come fece l'amministrazione veronese lo scorso settembre quando organizzò un altro convegno sempre sulla teoria del gender.

Invitiamo tutti i genitori di Bosco e non solo a disertare l'incontro e, se vi andranno, a ragionare con la loro testa, a non credere a tutte le teorie che dipingono le persone “diverse” come persone malate, questo anche per il bene dei loro figli omosessuali, bisessuali e transessuali.

L'omo-bi-transessualità è trasversale a tutto e a tutti, va al di là di ogni territorio geografico, culturale, politico, religioso, affettivo ed economico, non si può estirpare, si deve imparare a conviverci, così come noi, "purtroppo", abbiamo dovuto imparare a convivere con un altro modello, quello etero-cattolico-familista da cui abbiamo cercato di prendere il meglio e lasciare il peggio.
Come gruppi glbt saremo presenti anche a Bosco il 9 maggio, questo per rispondere parola su parola alle pericolose teorie del professor Gobbi.

Un breve stralcio da un suo scritto sul suo profilo Facebook:
"L’omosessualità è spesso il sintomo di una depressione originaria (angoscia della perdita), di cui le regressioni in età adulta riattivano conflitti intrapsichici mascherati da diverse resistenze."
Questo passo rende bene il suo pensiero da cui, lo ripetiamo, mettiamo tutti in guardia.
Inoltre è nostra intenzione segnalare il caso all'Ordine degli psicologi del Veneto a cui è iscritto.

Circolo pink GLBTE Verona - Arcigay Verona - Arcilesbica Verona - Milk Center Verona

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