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Rifugiato o clandestino?

Rifugiato o clandestino

(5 Aprile 2011) Enzo Apicella

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immigrazione in poesia

(15 Maggio 2014)

blessing

Blessing Sunday Osuchukwu

Ancora una volta morti innocenti in Mare, quel Mare Nostrum che per molti rappresenta la Speranza d’una vita migliore, mentre per altri rappresenta solo un lucroso business. Non basteranno certo questi ultimi corpi dispersi o ormai privi di vita a farci comprendere l’abiezione in cui l’indifferenza ci ha fatto cadere. Niente pare scuotere o sconvolgere le nostre coscienze benpensanti e satolle di capitalismo infetto, neanche il rapimento delle 200 studentesse in Nigeria da parte del gruppo islamico Boko Haram, ha risvegliato l’urlo rabbioso della Libertà e della giustizia per un futuro rubato e violato con la solita scusa di Allah!
E’ Nigeriano anche Blessing Sunday Osuchukwu, Autore di due libretti di poesia che parlano di viaggi della speranza (che più spesso si tramutano in viaggi di morte). Nella Prefazione di “Immigrazione in poesie” (edizioni Nuove Impronte, Roma, 2011), Maria Immacolata Macioti, docente di Sociologia presso L’Università di Roma, spiega le motivazioni profonde che hanno spinto il giovane nigeriano a prestare la sua penna al servizio delle speranze, dei desideri, delle paure di chi attraversa il Mediterraneo e raggiunge la costa di Lampedusa, magari a nuoto o soccorso dai mezzi della Marina Militare. Leggendole si ritrovano tutti i temi classici cari a chi emigra dal proprio Paese ed arriva in Italia Il viaggio, l’arrivo, l’identificazione, l’accoglienza, il ricovero presso case ed ospedali, ma più spesso nei CIE, luoghi di segregazione. Blessing Sunday Ouchukwn esprime anche la crisi di identità che ha provato anche lui una volta arrivato in Italia, un senso di smarrimento personale, intimo dovuto all’estraneità dalla cultura italiana. E’ questo l’argomento di “Al confine di due mondi”, o di “Crisi di identità”. Ma a questa crisi corrisponde la ricerca delle proprie radici africane, il ricordo costante ed affettuoso verso “Mamma Africa” a cui tutti gli immigrati che da Essa provengono, indipendentemente dai Paesi da cui sono partiti, si rifanno, sentimento che il poeta descrive anche attraverso il paesaggio naturale ed animale : Leoni, Elefanti, Tigri, sono i protagonisti delle poesie di Blessing Sunday. Ogni immigrato invia lettere e biglietti a casa, tutti raccontando la medesima "realtà", Parlano di benessere ed agiatezza, fingendo una realtà diversa da quella provata. Nelle poesie si legge di questo racconto bugiardo d’un Italia gretta e diffidente che non accoglie, ma scheda e rifiuta i clandestini. Quel “Paradiso” tanto anelato, in Italia non esiste, è stato solo una illusione pagata a caro prezzo (spesso con la morte in mare per annegamento o per gli stenti). Un conforto tracciato con i versi da Blessing Sunday è la descrizione di cerimonie e battesimi che si riallacciano alle abitudini alimentari o rituali diffuse in Africa. Per questo diversi versi sono dedicate alle feste della soggettività immigrata che ormai vive stabilmente nelle nostre città, come la poesia "Il mondo, una notte”, dedicata alla Festa del Popolo svoltasi a Cisterna di Latina, nel 2008.

Ma lasciamo parlare i versi le cui gocce ripareranno le nostre ferite.

SCUSATE IL DISTURBO

Busso alla porta perché ho bisogno di un tetto
Vi chiedo per cibo, e acqua perché ho fame e sete
Vi chiedo per un lettino perché ho sonno
E Vi chiedo per una coperta perché ho freddo.

Non chiedetemi se vengo dall’America o dall’Oceania
Non chiedetemi se vengo dall’Europa,
non chiedetemi se vengo dall’Aia
e non chiedetemi se vengo dall’Africa.

Non chiedetemi lo spessore della mia bocca
Non chiedetemi la lunghezza del mio naso
Non chiedetemi il colore della mia pelle
E non chiedetemi il nome della mia religione

Non arrabbiatevi se non vi ho mai ringraziato
Personalmente
Non vi arrabbiate e non so fare niente altro che
Chiedere nella vita
Non vi arrabbiate se sono costretto a chiedere ancora per sopravvivere
MA SE VOLETE POSSIAMO ARRABBIARCI INSIEME COL MIO
DESTINO UMILIANTE!
(in “Lacrime degli Angeli”, edizioni Nuove Impronte, 2011, p.35)


Questi ultimi due versi ci richiamano alla realtà politica ed economica sottesa all’emigrazione dall’Africa in particolare ma anche dall’Asia, dalla America del Sud, dai paesi del Medio Oriente o dall’Est europeo. Ed è quindi giusto ricordare che anche in Blessing Sunday si parla di permesso di soggiorno, di richiesta della cittadinanza. Parole d’ordine e “ritornelli” che in questi anni ho scandito ad alta voce a Piazza della Repubblica insieme al popolo migrante che una parte di Roma ha accolto e sostenuto nelle diverse lotte che vanno dalla conquista di migliori condizioni di lavoro (facchini della logistica) alla richiesta d’una casa, d’una scuola, di un luogo di culto, ove recitare le proprie preghiere. Gli immigrati non cercano l’America come dice Blessing Sunday in altri versi, ma il riconoscimento di quella dignità che li porta a combattere per i loro diritti in questo che per tutti noi dovrebbe essere un “Bel Paese”. Accogliente e solidale.

Loredana Baglio

Fonte

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