">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Eric Hobsbawm

Eric Hobsbawm

(11 Ottobre 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Bastoni, paletti e puntelli o alternativa di classe?

(21 Febbraio 2005)

Rina Gagliardi ha così riassunto l'orizzonte della mozione 1 (Liberazione, 22/12/04): costruire un "compromesso sociale e politico con la borghesia 'perbene' che riesca davvero a conciliare interessi sociali e di classe divergenti."

Non si tratta di un'idea novissima visto che Marx già nel 1875 criticava questa illusione bollandola sprezzantemente: "invece della lotta contro il governo e la borghesia, il tentativo di conquistarli e di convincerli." Contro l'illusione di riformare il capitalismo (con piccola o "grande riforma", di facciata o "di struttura") si è costruito il movimento comunista: il progetto della "rivoluzione" nasce non dalla testa di due filosofi tedeschi ma dalla provata impossibilità di conciliare "davvero" sfruttati e sfruttatori. Non è in virtù di qualche dogma religioso che i rivoluzionari hanno sempre rifiutato di andare al governo nel capitalismo: infinite "prove del budino" hanno avvelenato milioni di lavoratori. Un governo armonico al di sopra delle classi non è mai stato costruito. Perché dovremmo credere che il Prc possa riuscire in un'impresa che non è riuscita nella storia dell'umanità nemmeno a partiti infinitamente più forti?

Altrove abbiamo letto una teoria ancora più ardita: si è detto, il Prc avrà suoi ministri seduti tra Mastella e Fassino ma è in realtà un modo per "mettere i bastoni tra le ruote alle classi dominanti" (Alfonso Gianni). Se non si tratta di una battuta è un capolavoro d'astuzia. Difatti le classi dominanti e tutta la stampa borghese paiono non essersi accorte del pericolo e aspettano impazienti... questo bastone. Vogliono Rifondazione al governo perché sanno che anche questa volta a prevalere non sarà il circolo virtuoso "governo leggero-movimenti forti-politiche riformatrici" ma quello vizioso "rimozione dell'opposizione-riflusso delle lotte-governo controriformatore". Possibile che l'esperienza di Lula (contestato a Porto Alegre) non ci dica nulla?

Liberare i lavoratori da illusioni riformiste è un compito che i comunisti possono assolvere solo nelle lotte di opposizione di massa alle politiche dei governi borghesi.

Per questo le varianti critiche proposte dalla mozione 2 e 4 non offrono una reale alternativa.

La 2 propone di alimentare le medesime illusioni infilando prima invece che dopo i "paletti" nel programma del governo della classe avversaria. Come se un programma di governo fosse una questione di verbi e aggettivi da aggiungere su un foglio in tavoli di trattativa con Treu e non piuttosto questione di interessi economici, dettati dai miliardari che siedono dietro i D'Alema e i Rutelli e che non potranno mai essere condizionati né dalle parole né dai movimenti, ma solo cacciati con le lotte. La mozione 4 propone un "accordo politico" per cancellare le leggi berlusconiane e, in subordine, un accordo elettorale comunque inclusivo di un appoggio esterno al governo liberale. Entrambi i documenti "critici" sostengono quindi la rimozione dell'opposizione e si differenziano dalla mozione 1 solo sul percorso e sul grado di internità al prossimo governo confindustriale: con ministri o senza, sostegno interno o esterno. La stessa minestra rancida ma con più sale (il che non la rende per nulla più appetibile).

Il punto vero invece è cacciare Berlusconi con le lotte e costruire un'opposizione di classe a quel governo ulivista che si sta preparando nei salotti dei banchieri. Un governo che farà le guerre (definendole "umanitarie") e che per difendere gli interessi coloniali della borghesia manderà truppe in altri Paesi -magari con caschi di colore blu invece che verde: come Prodi generosamente promette al popolo irakeno, con l'apprezzamento del nostro Segretario.

In questo quadro, mezze proposte o quarti di critica alla mozione bertinottiana non servono. Bastoni, paletti, puntelli e zeppe hanno fatto il loro tempo. Tre anni di lotte di massa di operai e di giovani meritano una prospettiva veramente alternativa: per una alternativa veramente di classe.

Francesco Ricci

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «VI° Congresso PRC»

Ultime notizie dell'autore «Associazione marxista rivoluzionaria PROGETTO COMUNISTA - sinistra del PRC»

7094