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Stefano Gugliotta

Stefano Gugliotta

(11 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo che le tv hanno trasmesso il video di Stefano Gugliotta che viene pestato immotivatamente dalla polizia e poi arrestato per "resistenza a pubblico ufficiale", il capo della polizia Manganelli "dispone una ispezione".

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(21 Maggio 2014)

Luca Fagiano

Luca Fagiano

Gli arresti, a Roma, del compagno Paolo Di Vetta – ed in contemporanea del compagno Luca Fagiano – rappresentano un preoccupante salto di qualità dell’escalation repressiva contro i movimenti di lotta e l’insieme dell’opposizione politica e sociale di questo paese.

Le modalità spettacolari ed intrise di autentica provocazione con cui la Questura di Roma ha effettuato il fermo di Paolo sono il segno di una protervia che va oltre il mero dato dell’esecuzione di un provvedimento giudiziario e si attestano su un crinale che evoca l’esplicita volontà di cancellare qualsiasi ostacolo tenti di frapporsi al rullo compressore delle politiche di austerity del governo Renzi e dei pescecani dell’Unione Europea.

Le settimane che stanno alle nostre spalle hanno visto montare un livore securitario – a partire dalle continue esternazioni di Alfano post 12 Aprile – contro le manifestazioni di piazza ed il complesso delle espressioni del conflitto sociale.

I continui richiami alla necessità di estendere il cosiddetto Daspo anche ai partecipanti alle manifestazioni, le richieste di vietare i centri delle città ai cortei, le varie inchieste delle Procure contro attivisti e militanti, la quotidiana dose di terapia del manganello sono gli atti concreti con cui gli apparati repressivi dello stato si apprestano ad una ulteriore blindatura delle istituzioni e dell’insieme delle forme della contrattazione politica, sindacale e sociale. Una esigenza vitale, per il capitale, per adeguare la sua forma stato ai tornati della crisi e della competizione globale internazionale.

Contro questa accentuazione del corso repressivo non esistono – come è noto – ricette miracolose a cui possiamo attingere.

L’articolazione e la generalizzazione delle lotte, l’organizzazione del conflitto nei posti di lavoro, nei territori, nell’insieme della società e la ricerca della connessione sociale più ampia sono gli unici antidoti per far pagare, al capitale e ai suoi esecutivi, un costo politico e materiale il più alto possibile ogni volta che si innesta una spirale repressiva e criminalizzante.

Con questa consapevolezza denunciamo l’operato della Magistratura, la gestione dell’ordine pubblico a Roma e nelle altre grandi aree metropolitane e rivendichiamo la scarcerazione di Paolo, di Luca e di tutti gli altri compagni inquisiti.

La piena libertà di lotta, di organizzazione e l’opposizione netta al restringimento delle agibilità politiche e sociali saranno al centro degli obiettivi e delle ragioni del Controsemestre Europeo che ci apprestiamo, in sinergia con altre organizzazioni e reti di movimento, a costruire già a partire dai prossimi giorni.

Rete dei Comunisti

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