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Psicocomunista

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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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LA REALTA' E LA VITA DI ROSS@ SONO GIUNTE A UN BIVIO

IN VISTA DELLA RIUNIONE NAZIONALE DELL'8 GIUGNO A BOLOGNA

(22 Maggio 2014)

realtavitarossa

La realtà e la vita di Ross@ sono giunte ad un bivio.
Decidere se ci sono o meno gli elementi per una sua strutturazione così come era stata immaginata a livello nazionale dall'assemblea del 11 maggio 2013, basandosi sulle adesioni che hanno formato il nucleo centrale e promotore.
Oppure se esistono ragioni e forze per partire con un progetto rinnovato.
Partiamo dalla prima ipotesi: l'evidenza dei fatti ci consegna un quadro in discesa.
La partenza fu senz'altro incoraggiante. Un interesse diffuso, anche moltiplicato politicamente ed emotivamente dall'esito scontato e scottante del risultato elettorale della infelice Lista Ingroia (clamoroso buco nell'acqua successivo alla già pesante debacle della lista arcobaleno, che ha sbaragliato la già esile presenza della sedicente sinistra radicale, ma non il suo gruppo dirigente), ha dato vita alla partecipata assemblea dell'11 maggio 2013 cui è seguito un lungo periodo costellato di buoni propositi, buchi e lacune.
Il nucleo centrale, quello per intenderci che promosse l'iniziativa bolognese, a parte qualche presenza rappresentativa di porzioni politiche sufficientemente strutturate (penso al compagno Turigliatto per SA), è risultato formato a titolo personale - anche di "peso" e di forte riconoscibilità, da Compagne e Compagni di varie provenienze, sia partitiche (come il PRC) sia sindacali (ad esempio USB e CGIL).
L'assemblea generale del dicembre 2013 (dove venne lanciata l'idea di uno statuto, poi ritirata, attivato il tesseramento e indicato come necessario il radicamento sul territorio) voleva raccogliere gli sforzi fatti sul livello locale grazie alle tantissime assemblee svoltesi nei mesi precedenti, cercando così di creare le condizioni di una sintesi tra quanti si erano dimostrati interessati.
L'idea della possibilità della "doppia tessera" (considerata dai Compagni e delle Compagne di Rossa Savona come negativo elemento di ambivalenza strutturale) però ha consentito a quanti avevano alle spalle una appartenenza di non sentire nel profondo la portata del nascente progetto e non ha così impedito nei fatti un sostanziale disinvestimento operativo tale per cui a vario titolo e a seconda delle proprie tensioni, questi stessi hanno continuato a coltivare il proprio interesse sindacale o politico di provenienza: dal Congresso CGIL alla avventura elettoralistica.
E' del tutto naturale: chi abbandonerebbe la propria casa, ancorché scalcinata e inadatta, o magari anche criticata assai duramente per stabilirsi in una radura deserta o sotto un ponte?
Questo perché in Ross@ non si è avuta la capacità e/o il coraggio di porre il tema del nodo vero: quello dell’esigenza ineludibile di una nuova soggettività della sinistra d’alternativa in Italia, costatandone la necessità in ragione dell’oggettività della situazione politica e sociale e del fallimento dei soggetti della sinistra sedicente “radicale” e, in particolare, di Rifondazione Comunista.
E’ prevalsa in Ross@ una forma di conservatorismo dell’esistente assieme ad una non giustificata “paura della politica”.
Possiamo così descrivere le dinamiche di Ross@ a livello nazionale: una radura deserta, fatta di -velati o espliciti- veti incrociati, di lanci di responsabilità per la dispersione del potenziale patrimonio delle manifestazioni del 18 e 19 ottobre. Ed una continua rilevazione di una sostanziale impotenza con la testa volta all'indietro.
Una vera e propria "morta gora", resa ancor più paradossale perché frenata da quelle stesse appartenenze che venivano dichiarate, senza neppure troppa delicatezza, come marcescenti.
Tutto questo mentre fuori, nel mondo reale, accadevano processi di rilevanza politica dal peso straordinario: l'ascesa extra-istituzionale di Renzi a presidente del consiglio è il passaggio in assoluto più emblematico nel panorama italiano verificatosi in questo periodo.
Sul piano internazionale l'assoluto mutismo a riguardo dell'appuntamento elettorale europeo ci ha consegnato ad una subalternità vestita dall'onnivalente "né sostenere né boicottare" nei confronti della nascente lista Tsipras che neppure sul piano tattico ha qualche attinenza col progetto dichiarato di Ross@: rompere l'Unione Europea dichiarandone l'irriformabilità.
Anche l'opportunità, preziosa, di costruire un fronte vasto contro il semestre europeo a guida italiana, ma in verità contro tutti i semestri, rischia di vedere Ross@ assolutamente incapace di trasformare la propria partecipazione in un momento di crescita collettiva sul piano della consapevolezza politica non avendo delineato con chiarezza essa stessa il proprio progetto politico (da una compiuta analisi degli elementi internazionali ed europei sino al ruolo del sindacato, democratico e conflittuale che corre il rischio di avere spazi sempre più angusti e frammentati per agire la sacrosanta lotta, poiché non esiste nessuna sponda politica strutturata e rappresentativa).
Dunque un finale a coda di pesce? Probabile ma anche no.
Ciò che dobbiamo registrare, in modo assolutamente positivo e per certi aspetti inatteso, è quanto sia stato invece importante il livello locale. Il lancio del tesseramento e quindi di una appartenenza nella quale identificarsi, l'accumularsi di vere e proprie azioni di repressione, di ingiustizie sociali in campo sanitario, dell'istruzione e del lavoro cui i collettivi di Ross@ hanno cercato di rispondere seppur a macchia di leopardo, hanno fornito l’occasione di dare voce e vita all'azione di compagni e compagne che hanno trovato modo e luoghi di condivisione politica e di lotta comune. Si sono moltiplicate le elaborazioni tematiche, si sono svolte iniziative anche fortemente conflittuali sui temi considerati più significativi e stringenti.
Embrioni di collettivi, certo, ma assolutamente inesistenti prima del lancio di Ross@, che hanno cominciato a fare politica, forse perché -al contrario di chi una casa seppur scalcinata l'abitava - non aveva nulla da perdere nel perseguire un obiettivo di ricostruzione politica a sinistra, una sinistra anticapitalista, autonoma, rappresentativa ed egemone.
Questi soggetti collettivi, sia pure a dimensione locale, si sono dimostrati in questi mesi l’unico elemento concreto in controtendenza rispetto alla dilagante crisi di partecipazione e di iniziativa politica, in una dimensione ben diversa dal mero politicismo esercitato dei residui apparati di partito, tutti assorbiti dalla ricerca di formule elettorali e dal sostegno al PD in moltissime situazioni di governo locale.
Se intatte rimangono non solo le ragioni della nascita di Ross@ emerge ancora una volta (come ci è capitato di richiamare più volte) la necessità, a fronte dell'instaurarsi di un vero e proprio regime politico e sociale di stampo autoritario, di cogliere l’opportunità di uno spazio potenzialmente occupabile da chi rivendica l'antica e sempiterna frattura "capitale/lavoro" come perno della propria azione d'opposizione al sistema capitalistico.
Si affaccia così la praticabilità della seconda ipotesi: quella del rilancio di Ross@, in funzione della costruzione di una soggettività politica della sinistra d’opposizione e d’alternativa adeguata alla realtà dello scontro sociale politico in atto.
Diventa così possibile, proprio a partire dal lavoro e dall’aggregazione realizzata nei territori che la riunione di Ross@ a Bologna, prevista per l'8 giugno, possa rappresentare l'occasione per porre le basi della costruzione di quella soggettività dei comunisti e della sinistra d'alternativa, fondata sui tre elementi che continuiamo a ritenere fondativi di questo progetto: autonomia teorica e d'iniziativa, alternativa di società in termini anti-capitalistici e opposizione allo stato di cose presenti.
Sarò molto chiara su uno snodo che reputo ineludibile: questo incontro bolognese dell'8 giugno prossimo si andrà a realizzare poco dopo l'esito delle elezioni europee, e quest'esito potrebbe essere utilizzato per orientare il dibattito ("muro del pianto" vs "avevamo ragione noi") o pre-ordinarne la soluzione o addirittura svuotare il senso dell'iniziativa.
L'analisi complessiva del voto, che deve appartenere alla prassi di una realtà politica comunque strutturata, per le caratteristiche del soggetto al quale abbiamo deciso di appartenere non può mutarne le scaturigini, le ragioni e la necessità.

Su questo punto è necessario essere chiari e precisi: le ragioni del nuovo soggetto, di cui Ross@ può rappresentare efficace punto di promozione e riferimento, sono collocate ben al di là delle fortune elettorali di questo o quel soggetto: risiedono nella necessità di affrontare le gradi questioni della nuova dinamica internazionale e dei rischi che corre la democrazia a livello internazionale a quel livello di capacità di scontro, di aggregazione, di progettualità politica, di promozione delle lotte sociali, di richiamo ai grandi valori fondativi dell’eguaglianza , dell’internazionalismo e della lotta di classe che rappresentano il solo possibile portato ideale e politico per quel soggetto politico della sinistra d’alternativa e di opposizione il cui vuoto di presenza, in Italia, va urgentemente colmato.
Deve quindi essere chiesta a tutti coloro che hanno partecipato alla vicenda di Rsso@ un momento di riflessione e di scatto in avanti nell’impegno.
Dall’Assemblea del prossimo 8 Giugno deve uscire un’indicazione chiara nel merito della convocazione, entro le settimane immediatamente successiva, dell’Assemblea Congressuale che comprenda tutti gli elementi utili anche sul piano più direttamente organizzativo.

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