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(26 Maggio 2014)
Sono veramente troppi due suicidi in pochi mesi nello stesso luogo di lavoro, con meno di 300 addetti, specialmente quando si tratta di un reparto-fantasma, quello del WCL di Nola oggi in dismissione e cambiamento della destinazione d’uso. Il preteso ‘Polo Logistico’… di eccellenza, mai decollato e che, nelle promesse di Marchionne di fine 2007, avrebbe dovuto supportare la ‘logistica’ Fiat degli stabilimenti del centro-sud (Melfi, Cassino e Pomigliano). Inoltre, la cinica decisione della Fiat di tenere sotto stress lavoratori e lavoratrici non rinnovando ancora (a differenza di Pomigliano) la cassa integrazione in scadenza il prossimo 13 luglio sta contribuendo ad innalzare a livelli estremi la tensione essendo, tra l’altro e di fatto, il reparto impossibilitato ad alcuna missione produttiva in quanto la ‘logistica’ (che serve all’alimentazione diretta delle linee in fabbrica con i particolari provenienti dall’esterno e da assemblare al montaggio) è, per definizione, un’attività che si svolge all’interno degli stabilimenti come in effetti sta avvenendo a Pomigliano e nelle altre fabbriche della Fiat. Il reparto-confino di Nola rappresenta quindi un semplice paravento strumentale per la delocalizzazione dei lavoratori “scomodi” (invalidi e sindacalizzati) e non delle attività produttive. E questo lo sanno tutti, sindacati confederali, politici, ministri del lavoro e istituzioni, ma tutti tacciono!
Maria Baratto, e prima, Giuseppe De Crescenzo, hanno rinunciato a vivere dopo aver denunciato per anni la loro drammatica situazione non diversa da quella dei loro colleghi del Polo Logistico, discriminati e deportati a Nola proprio come ai tempi di Valletta.
“Non si può continuare a vivere per anni sul ciglio del burrone dei licenziamenti, l’intero quadro pollitico-istituzionale che, da sinistra a destra, ha coperto le insane politiche della Fiat è responsabile di questi morti insieme alle centrali confederali” scriveva Maria in quello che consideriamo il suo testamento politico a noi tutte/i. Parole che devono far riflettere sul vero e proprio disastro industriale e sociale prodotto dalle scellerate politiche della Fiat.
Il grido di dolore che parte dalle fabbriche della Fiat, da Maria a Giuseppe ad Agostino e tanti altri operai della Fiat che si sono suicidati, o hanno tentato in suicidio nell’
“Anche per questo la lotta dei lavoratori Fiat contro il piano Marchionne ed a tutela dei diritti e dell’occupazione rappresenta un forte presidio di tenuta democratica per l’intera società”: siamo con te, Maria che oggi vivi in noi col tuo estremo e forte messaggio. Noi raccogliamo e rilanciamo ‘a tutti’ il tuo appello e per far questo mercoledì 28 maggio saremo presenti alle 10.30 al presidio alla Regione Campania, a Santa Lucia, indetto da Slai cobas e Fiom. Con la rabbia che ci monta in testa vogliamo unirci agli operai ed a quanti ancora pensano che le cose si possono e si devono cambiare.
Pomigliano d’Arco, 26 maggio 2014
Comitato Mogli Operai Pomigliano
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