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(27 Maggio 2014)
Marx ne Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850, pone un rapporto tra la borsa e la lotta di classe. Più vince la reazione, più la borsa sale.
Scrive : "Il credito pubblico riposa sulla fiducia che lo Stato si lasci sfruttare dagli strozzini della finanza...
Il credito pubblico e il credito privato sono il termometro economico col quale si può misurare l'intensità di una rivoluzione. Nella stessa misura in cui essi precipitano, salgono l'ardore e la forza creatrice della rivoluzione".
Le concessioni che il governo provvisorio fece al capitale finanziario, contro il quale era stata fatta la rivoluzione, costrinsero in breve tempo la repubblica a vessare proletari e piccola borghesia per la maggior gloria della banca e della borsa.
Oggi, siamo molto lontani dalla rivoluzione del 1848, ma il rapporto di cui sopra è rimasto. Con la vittoria del PD la borsa di Milano è impazzita, ha fatto un balzo del 3%, superando tutte le altre borse europee. Se avesse vinto, non certo un partito rivoluzionario, ma un partito moderatamente riformatore, disposto a fare qualche modesta concessione ai lavoratori, dalla riduzione dell'età pensionabile all'aumento delle pensioni minime, al ripristino della scala mobile e dell'articolo 18, pronto a far pagare le tasse alle imprese del gioco d'azzardo e a sequestrare i beni degli imprenditori rei di falso in bilancio, la borsa avrebbe subito gravi perdite.
C'è forse una prova più chiara per dimostrare che il capitale, nazionale e internazionale, ha scelto il PD come il pilastro su cui poggia l'ordine capitalistico, certo che il suo governo sarà il miglior comitato d'affari del capitale finanziario?
Michele Basso
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