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Quelli che stanno sul palco...

Quelli che stanno sul palco...

(2 Giugno 2011) Enzo Apicella
Sul palco della parata del 2 giugno i responsabili di stragi e massacri

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    Egitto, presidenziali elastiche: un giorno di voto in più

    (28 Maggio 2014)

    egipresid

    Non bastano due giorni per decretare il trionfo di Al-Sisi, così la Commissione Elettorale ne introduce un terzo. D’autorità. Oggi l’Egitto vede ancora seggi aperti nella speranza che altri elettori si rechino alle urne alzando il quorum che è diventato l’unico avversario del generale che sognava Sadat e s’illude di rincarnare Nasser. L’imitazione passa più che per grandi azioni - pur militaresche come il putsch che abbatté la monarchia di Farouk - per un altro genere di blitz, condotto contro un Capo di Stato legittimamente eletto qual era Mursi. Il presidente proveniente dai ranghi della Fratellanza Musulmana è il fantasma che s’aggira sul palcoscenico di queste elezioni che assumono toni da Oriente estremo, più vicine alle forzature e ai brogli afghani che alla presunta democrazia foriera di stabilità promessa dall’ex militare. A denunciarlo è la componente che s’è prestata a quest’imitazione del pluralismo, offrendo col candidato Sabbahi l’alibi del confronto aperto. Ben altro aspetto avrebbe assunto la consultazione se su palco della recita si fosse presentato come unico pretendente il pur lodato Sisi. Solo con se stesso, ma privato di un confronto vero, proprio come Mubarak aveva per lungo tempo abituato i suoi concittadini-sudditi.

    Eppure la fobìa di non essere quel numero schiacciante con cui democratizzare il sanguinoso golpe d’un anno fa che introduce la terza giornata elettorale crea dissapori nel Comitato di sostegno di Sabbahi che si dichiara stupito della decisione e lamenta stranezze, già accadute ieri e che col divieto odierno di accesso ai seggi per mandato scaduto (sic) fa temere irregolarità o aperti brogli. Un’ottima via per alimentare sospetti e polemiche, non c’è che dire. Ma la Commissione Elettorale è stata perentoria sostenendo che l’ampliamento dei giorni “seguiva il volere del popolo” che è decisamente al di sopra di quello dei candidati. E di fatto anche delle regole precedentemente scritte. Evidentemente l’ossessione dei numeri deve aver preso per il bavero la dirigenza della Commissione che s’è prodotta in un’inusuale prolungamento. Solo a cose fatte anche lo staff di Sisi ha avanzato delle proteste, sospette secondo chi l’addita d’essere il motore dell’iniziativa, visto che il candidato vincitore con un quorum di votanti più alto ne guadagnerà in autorevolezza. Ai sabbahisti è parsa pura formalità. La stampa locale racconta anche lo stupore fuori dai seggi di chi aveva già votato, nessuno s’aspettava il prolungamento dell’ultim’ora.
    28 maggio 2014

    articolo pubblicato su http://enricocampofreda.blogspot.it

    Enrico Campofreda

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