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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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IN VISTA DELLA RIUNIONE NAZIONALE DI ROSS@ DELL’8 GIUGNO: LISTA TISPRAS, SOGGETTO POLITICO, OPPOSIZIONE

(28 Maggio 2014)

Fatta salva la legittima soddisfazione espressa da promotori e sostenitori per il superamento del quorum europeo va subito chiarito che il risultato della Lista Tsipras non rappresenterà il punto di partenza di un possibile avvio di una riflessione riguardante un soggetto rappresentativo della sinistra d’alternativa italiana posto nella condizione di affrontare gli ormai annosi problemi di costruzione organizzativa e di identità che affliggono quest’area politica.
L’analisi del voto, infatti, ci consegna alcuni dati molto precisi: nella sostanza, dall’esito ottenuto, a suo tempo, dalla Lista Arcobaleno nel 2008 e fino a oggi il risultato della Lista Tsipras ha dimostrato come, nell’occasione, si sia semplicemente fermata la caduta verticale verificatasi con Rivoluzione Civile, arrestandosi il flusso verso l’astensione. Ma non di più: non c’è stato un rimescolamento delle carte dal punto di vista della formazione del consenso.
Sono rimasti intatti i negativi divari del passato tra il Nord e il Sud, tra le grandi città e le periferie. Soprattutto pesa il voto di appartenenza legato ai soggetti esistenti che è risultato determinante ma dal quale non scaturisce una spinta in avanti verso una dimensione di nuova soggettività.
Anzi le prime dichiarazioni provenienti dall’interno del principale azionista di questo voto, SeL, marciano in direzione contraria: da una parte si nega di voler avviare la costruzione di una non meglio identificata Syriza italiana, da un’altra si preconizza addirittura un ingresso nel PD renziano, sposandone la tesi di fondo dell’assunzione della centralità della dicotomia vecchio/nuovo quale “frattura” di riferimento per realizzare una operazione politica che si annuncia davvero come spericolata. O più semplicemente come un “salire di corsa sul carro del vincitore”.
Le conseguenze politiche di questo stato di cose appaiono, insomma, essere due: la prima riguarda l’impossibilità che dal nucleo della Lista Tspiras parta un progetto di nuova soggettività della sinistra alternativa in Italia; la seconda stabilisce il definitivo affossamento di qualsiasi ipotesi di ricostituzione del centrosinistra.
Tutto, infatti, potrà verificarsi soltanto all’ombra del “sistema Renzi” che, da tempo come ci era capitato già di denunciare, ha sostituito quello che era stato definito il “sistema PD”: siamo davvero a un mutamento di paradigma non soltanto per il Partito Democratico, ma l’intero sistema politico italiano nei suoi consolidati assetti.
L’opposizione risalta come la sola frontiera percorribile da parte della sinistra d’alternativa.
Una opposizione netta, senza cedimenti di sorta anche sul terreno delicato del sistema degli Enti Locali, una opposizione incentrata su quattro punti assolutamente fondamentali: una visione internazionalista dei conflitti in atto a livello globale comprendendo da subito la natura dello scontro bipolare interimperialista in atto; l’idea di una “rottura dell’Unione Europea” vista da sinistra, in nome della conflittualità sociale e di classe contraria a quella populista e nazionalista reclamata dai cosiddetti “euroscettici” tra i quali si mascherano razzisti e fascisti della più bell’acqua; l’acquisizione piena dell’esigenza di connettere, sul piano interno, conflitto sociale e opposizione politica in nome delle “fratture” concretamente operanti nella carne viva della vita quotidiana rispetto ai temi del lavoro, dell’ambiente, dello stato sociale, della scuola non sostituibili, come si sta facendo, dalla grande mistificazione del “nuovo versus” il vecchio che, in questo caso sarebbe davvero “il morto che afferra il vivo”; il rifiuto netto e inequivocabile di riforme costituzionali, istituzionali, elettorali tendenti a ridurre il livello di democrazia esercitabile nel Paese, ad accantonare definitivamente la Costituzione già ridotta a mero simulacro, a cancellare il concetto stesso di “rappresentanza politica”.
L’opposizione, però, può essere condotta soltanto attraverso la formazione di un adeguato soggetto politico in grado di esprimere identità, sintesi politica, organizzazione, presenza sul territorio.
E’ un tema già sollevato che è necessario affrontare, proprio per come le cose si stanno profilando, con una maggiore determinazione rispetto al più recente passato.
Ross@ deve ragionare su questo aprendo insieme la proprio fase congressuale proprio allo scopo di definire al meglio una soggettività e, insieme, lanciando una proposta complessiva sul tema dell’opposizione per l’alternativa.

Patrizia Turchi e Franco Astengo

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