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Unicredit: Fate rientrare sul posto di lavoro la lavoratrice napoletana vessata ed umiliata.

La direzione Sud della Unicredit sotto accusa per le vessazioni subite da una lavoratrice napoletane e per la violazione delle norme che tutelano la salute sui posti di lavoro

(22 Febbraio 2005)

(Nino Stella) – L’inchiesta sulle condizioni di lavoro e di salute dei lavoratori e lavoratrici della Unicredit è stata “rilanciata” da un giornalino edito dall’organizzazione sindacale di categoria Falcri, che, pur essendo un piccolo sindacato, molto spesso sostiene posizioni molto più avanzate di cgil, Cisl, Uil di categoria. Deludente il silenzio della Fisac Cgil. Un sindacato che ha propagandato ai quattro venti l’istituzione di uno sportello antimobbing. In una filiale di Napoli una lavoratrice sta subendo vessazioni ed accuse gravissime per indurla a dimettersi ed il principale sindacato italiano non ha ritenuto opportuno intervenire. Tra l’altro, sembra, che la lavoratrice sia un’iscritta alla Fisac. Nessuna posizione in merito alle violazioni delle norme sulla salute e sull’ambiente del lavoro. Eppure, sul giornalino della Falcri, sono state pubblicate decine di denunce da parte di lavoratrici e lavoratori. “Non conosciamo il nome del medico competente”. “Non ho mai svolto una visita obbligatoria per videoterminalista”. “La legge 626 per la sicurezza sui posti di lavoro non è mai stata applicata nella nostra banca”. I lavoratori e le lavoratrici hanno tempestato di denunce e casi personali la redazione del bollettino sindacale. Un vero e proprio atto d’accusa contro i vertici aziendali della Unicredit. Una vera e propria figuraccia per l’ufficio stampa dell’azienda bancaria che aveva cercato di smentire e banalizzare il problema. Nella Unicredit, insomma, la legge 626 del 1994 non è stata mai applicata. I medici competenti non hanno mai redatto un referto o denunciato all’Inail e all’ispettorato del lavoro casi di malattie professionali e di disadattamento lavorativo. Le rappresentanza dei lavoratori della sicurezza, non sono stati ancora eletti. Il caso della lavoratrice ha fatto scalpore. Una lavoratrice allontanata per giochi trasversali all’interno di una filiale napoletana, legittimata dal lassismo e dalla complicità della direzione Unicredit di Via Verdi che non ha provveduto ad informare la direzione nazionale di Bologna dell’azienda bancaria. Sembra, che, i dirigenti nazionali della Unicredit siano orientati a “commissariare” la direzione Sud e si apprestano a rimuovere capi e capetti inetti ed incapaci. Il comportamento del gruppo dirigente napoletano della Unicredit ha offeso l’immagine di una grande azienda bancaria. E’ giusto che paghino per il loro comportamento vessatorio ed ingiusto nei confronti di una lavoratrice e per avere permesso in alcune filiali situazioni lavorative e gestioni poco ortodosse. Il primo segnale positivo è ridare dignità , immagine e onore alla lavoratrice della filiale del centro direzionale di Napoli, facendola rientrare al lavoro, possibilmente non più in quella filiale, che più che una filiale bancaria sembra una sorta di verminaio.

Nino Stella

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