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FRANCIA NPA: L’URGENZA DI UNA RISPOSTA SOCIALE E POLITICA

(31 Maggio 2014)

francianpa

30 maggio 2014

Continuamo l’informazione sulle posizioni delle forze di sinistra di fronte al voto nelle elezioni europee. Crediamo utile riprendere articoli o dichiarazioni di alcune organizzazioni anticapitaliste (Francia, Spagna e Grecia) con cui intratteniamo relazioni e attività comuni. L’articolo che segue è della portavoce del NPA francese Christine Poupin, che esamina la portata della vittoria del Fronte nazionale e le risposte da costruire da parte delle forze sindacali e politiche della sinistra francese. In precedenza è stata pubblicata la dichiarazione della Izquierda anticapitalista dello stato Spagnolo, una della organizzazioni impegnata nell’esperienza di Podemos, la lista che ha ottenuto uno straordinario ed inaspettato risultato nelle elezioni europee. Infine pubblicheremo la dichiarazione di DEA (Sinistra operaia Internazionale) una delle organizzazioni che costituiscono Syriza in Grecia.ndr


L’urgenza di una risposta sociale e politica

Con il 25,6% dei voti su scala nazionale, il 31,2 e il 29% nelle vecchie regioni industriali rispettivamente del Nord-Ovest e dell’Est, l’estrema destra ottiene il suo risultato migliore.

L’estrema destra arriva largamente in testa e conferma un suo radicamento nazionale. La massiccia astensione non può rassicurare. Non c’è nulla che possa dirci che quelli che non sono andati a votare avrebbero fatto una scelta sensibilmente diversa.


Né ridere, né piangere, capire

Il Fronte nazionale (FN) approfitta delle divisioni della destra classica, dell’affarismo e della corruzione che si manifestano platealmente, della crisi dell’UMP (Unione per un movimento popolare il principale partito del centrodestra, ndr) che le ha impedito di approfittare del rigetto del PS. Il partito socialista ha ampiamente meritato di essere sceso al di sotto del 14%. La sua sconfitta non è un caso: paga la politica filopadronale condotta da due anni a questa parte. E’ tutto il sistema istituzionale basato sull’alternanza tra UMP e il PS che è sconvolto.

Nella maggior parte dell’Europa, una sanzione analoga colpisce i governi che hanno messo in opera i diktat della commissione europea, della BCE e del FMI contro le lavoratrici e i lavoratori e i popoli. Sanziona anche un’Europa capitalista antidemocratica e molto lontana dalle preoccupazioni della maggioranza della popolazione.


Resistere

Il FN è riuscito a impadronirsi sul piano della rappresentanza del rigetto del governo e di un sistema che non rappresenta per nulla la stragrande maggioranza della popolazione.

L’accresciuto peso politico di questo partito aumenterà la visibilità e l’autorità delle sue risposte autoritarie e nazionaliste. Non può che favorire l’esprimersi, senza più complessi, del razzismo, del sessismo, dell’odio per l’altro e costituire un pericolo che deve essere sottostimato.

Tutto questo richiede una battaglia unitaria, una risposta antirazzista, femminista, per l’eguaglianza dei diritti e la solidarietà internazionale. Un anno dopo l’assassinio di Clement Mèric (un giovane attivista sociale ucciso dall’estrema destra), la manifestazione di sabato 7 giugno sono una prima scadenza che deve permettere di mobilitare ampiamente quelle/i che non vogliono lasciare via libera alla destra estrema e alle sue idee nauseabonde.


Ricostruire

Domenica le urne hanno mostrato la disperazione sociale di quelle/i che soffrono a causa delle politiche di austerità realizzate dai governi che si sono succeduti. Questo è anche e soprattutto la conseguenza della crisi del movimento operaio, che sia sul piano politico che su quello sindacale è stato incapace di costituire un difesa di fronte ai colpi ripetuti della crisi del sistema capitalista, che viene fatta pagare alla popolazione

Proprio qui sta il problema. Il Partito socialista è direttamente e irrimediabilmente responsabile e colpevole delle politiche di riduzione del “costo del lavoro”, delle privatizzazioni, della scomparsa dei servizi pubblici e della protezione sociale che distruggono i nostri posti di lavoro e le nostre vite in nome della competitività e della crescita.

Fin da lunedì Manuel Valls (il primo ministro francese, ndr) ha voluto riaffermare: “ Non cambierò per nulla la mia agenda di lavoro” e Hollande lo ha confermato. Non ci sono sorprese, non c’è nulla da aspettarsi da questo governo. Ma alla sua sinistra nessuna forza, né politica, né sindacale riesce ad apparire utile ed efficace per resistere. Questi strumenti sono da costruire.


Mobilitare

I risultati elettorali devono costituire uno choc salutare. Devono risuonare come un appello pressante a dare continuità alla mobilitazione del 12 aprile. Questa prima iniziativa ha permesso di unire nella strada non solo le forze politiche che si oppongono al governo, ma anche i settori che si stanno mobilitando e le forze sindacali che rifiutano l’inazione delle direzioni confederali.

Questo primo passo deve essere seguito da molti altri. Abbiamo bisogno di ricostruire collettivamente delle solidarietà e delle resistenze concrete che dimostrino la loro efficacia contro le espulsioni, contro i licenziamenti… Abbiamo bisogno di manifestazioni unitarie e massicce contro i bilanci dell’austerità, contro il Trattato commerciale interatlantico che lascerebbe alle multinazionali la libertà totale di sfruttare, di avvelenare e di inquinare.

Noi abbiamo bisogno di una vittoria; può essere possibile a Notre Dame-des-Landes (si tratta del vasto movimento popolare contadino e sociale contro la costruzione di un nuovo grande aeroporto a Nantes, che distrugge una vasta e fertile regione agricola, ndr) e dobbiamo impegnare tutte le nostre forze. E abbiamo anche bisogno di elaborare una alternativa globale a questo mondo in crisi capace di produrre le peggiori catastrofi politiche sociali ed ecologiche.

Non c’è altra scelta che impegnarsi in tutti questi compiti, senza aspettare: c’è una grande urgenza.



Christine Poupin

anticapitalista.org

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