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Era un sogno!

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(28 Agosto 2013) Enzo Apicella
"I have a dream". 50 anni fa Martin Luther King pronunciava il suo famoso discorso davanti al Lincoln Memorial di Washington

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9 marzo 1985: omicidio di stato - 9 marzo 2005: Pedro vive!

Il tuo ricordo è la nostra lotta

(8 Marzo 2005)

Il 9 Marzo 1985 viene assassinato sotto casa, in via Giulia a Trieste, il militante rivoluzionario Walter Maria Greco detto “Pedro”. Gli autori dell’infame gesto furono 4 poliziotti, tre agenti della DIGOS e uno del SISDE.

Come in un vero agguato, gli spararono numerosi colpi di pistola nei punti vitali, cercando di farlo morire nel pianerottolo del condominio lontano dalla vista dei passanti. Solo la grande determinazione di Pedro e la sua instancabile voglia di smascherare le ingiustizie di questo stato borghese gli permisero di uscire dall’edificio e di urlare alla gente quello che gli stavano facendo. Solo alcuni dei suoi assassini in divisa ricevettero un’insignificante condanna mai scontata.

CHI ERA PEDRO E PERCHÈ LO HANNO AMMAZZATO?

Pedro era un comunista che aveva deciso di dedicare la propria vita alla lotta per una società migliore, sempre in prima fila nelle lotte del movimento per il diritto alla casa, per gli spazi sociali, per il posto di lavoro e per l’antifascismo militante. La determinazione di compagni come lui era un esempio contagioso per tutte le migliaia di operai e proletari che, negli anni ‘70 e ‘80 decisero di esporsi in prima persona e di organizzarsi per lottare contro un sistema di sfruttamento che sempre più li metteva in ginocchio. Il grande ciclo di lotte di quegli anni fece molta paura ai padroni e la presenza di compagni come Pedro era quindi troppo scomoda. Per questo è stato ammazzato.

Molti altri comunisti sono stati torturati, perseguitati e rinchiusi nelle galere dell’imperialismo, chi per qualche anno, chi addirittura per quasi 30 anni.

La repressione che lo stato borghese ha scagliato in quegli anni non è certo una prassi riconducibile solo a quel periodo. Carlo Giuliani e Dax sono l’esempio di come lo stato non abbia mai smesso di uccidere, né con le pistole, né tramite i servi fascisti, braccio armato dei padroni. E la dimostrazione del fatto che dal fascismo la borghesia non è mai tornata indietro è che lo stato continua a incarcerare le avanguardie tramite l’uso di articoli del ventennio come il codice Rocco. Associazione sovversiva o associazione sovversiva con finalità di terrorismo sono utilizzati a dismisura da vari magistrati, dipingendo sempre più i comunisti come terroristi.

CHI È IL VERO TERRORISTA?

Terroristi sono i padroni che fanno pagare i costi della grave crisi del loro sistema alle masse popolari: qui con migliaia di licenziamenti, con la precarietà diffusa, con salari da fame, con l’attacco frontale a tutti i servizi sociali; nei paesi oppressi, come in Iraq, con la guerra imperialista, i massacri, la rapina di tutte le risorse naturali contro cui continua la Resistenza armata popolare, nonostante la disinformazione di regime parli di pochi “terroristi” e di “elezioni democratiche”.

Ma anche qui i proletari stanno rialzando la testa e rispondono con la mobilitazione, turbando il sonno della borghesia. Essa ha paura che le lotte si estendano, si radicalizzino e soprattutto che si organizzino attorno a una prospettiva di rottura con questo sistema, uscendo dal controllo di chi, revisionisti in prima fila, continua a gettare sabbia negli occhi dei proletari con l’illusione di “un altro mondo possibile” senza la via rivoluzionaria.

Per questo la classe dominante inasprisce la repressione, bastonando gli operai più incazzati, buttando fuori dalle fabbriche i delegati più attivi, processando i lavoratori che hanno rotto le regole della concertazione per rivendicare un salario dignitoso. Per questo si accanisce, con campagne stampa infamanti, perquisizioni, inchieste giudiziarie e arresti, contro quei compagni e organizzazioni che possono rappresentare un punto di riferimento per unificare le lotte e orientarle nella direzione dell’abbattimento del capitalismo e della conquista di una società senza classi e sfruttamento.

Oggi come ieri i compagni che sono stati rinchiusi nelle galere e che non hanno mai svenduto la loro identità sono sottoposti a pestaggi, umiliazioni continue e soprattutto all’isolamento tramite l’uso dell’articolo 41 bis (carcere duro).

L’ultimo episodio è accaduto nel carcere di Biella a dicembre quando le guardie hanno portato via dalle celle di alcuni prigionieri comunisti i libri e il poco materiale di documentazione.

La seguente iniziativa sotto il carcere in solidarietà a questi compagni, che ha visto la partecipazione di più di 1000 persone, ha dimostrato che è possibile unirsi e organizzarsi attorno alla loro resistenza, che il carcere è un fronte della lotta di classe e che i rivoluzionari prigionieri rappresentano tuttora quel filo rosso che unisce le lotte della Resistenza e degli agli anni ’70 con le lotte di oggi, un legame che le menzogne dei revisionisti e dei padroni non sono riusciti a spezzare, nonostante le valanghe di fango lanciate contro il movimento rivoluzionario e le sue avanguardie.

Oggi la solidarietà nei loro confronti è più che mai necessaria, non certo come atto umanitario e di compassione, ma come presa di coscienza del fatto che schierarsi al loro fianco significa portare avanti la lotta rivoluzionaria contro questa società.

Ricordare Pedro oggi significa per noi denunciare con determinazione il volto fascista e assassino dello stato borghese, rilanciare la solidarietà di classe e continuare con sempre più coraggio la sua corsa verso la libertà.

AL FIANCO DEI PRIGIONIERI RIVOLUZIONARI RINCHIUSI NELLE GALERE!

SABATO 12 MARZO, ORE 16.30, AL CPO GRAMIGNA (Via Retrone-zona Tronco Morto- Padova) VIDEO SU PEDRO E ASSEMBLEA SULLA REPRESSIONE E IL CARCERE INTERVERRÀ UN COMPAGNO EX PRIGIONIERO



Marzo 2005

C.P.O. Gramigna
C.Doc. Comandante Giacca
Coll. Universitario Valle Giulia

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