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CONTINUA LO SCEMPIO DELLA DEMOCRAZIA: INSERITO IN COSTITUZIONE IL TESTO DELLA LEGGE ELETTORALE DEL SENATO

(10 Luglio 2014)

continuascempio

I progetti di riforma costituzionale varati dal Governo Renzi e in discussione al Senato rappresentano un vero pericolo per la democrazia costituzionale, violando principi fondamentali che i padri costituenti avevano osservato disegnando una Repubblica democratica fondata sul concetto di rappresentatività politica del popolo e sulla centralità del Parlamento.
Questo giudizio deve risultare chiaro a tutti perché deve essere promossa, da subito (e siamo già in ritardo) una forte azione di contrasto nel Paese: sono in gioco questioni decisive per la nostra convivenza civile e politica.
Seguendo la strada dell’esaltazione del personalismo, della governabilità (propria) intesa come bene supremo, del disprezzo per il dibattito politico nella considerazione che opinioni diverse debbano essere considerate in maniera sprezzante soltanto come “dissenso” il punto d’arrivo sarà quello della definitiva costruzione di un Regime asservito alla grande finanza, espressione dell’antipolitica, del populismo e del dispregio della democrazia.
Un regime che sta godendo, in maniera inusitata, di un vero e proprio coro d’approvazione da parte di tutti i mezzi di comunicazione di massa, perfino di quelli di proprietà di uno dei capi dell’opposizione che, in cambio, chiede l’impunità per le sue condanne penali.
Una complicità complessiva che dovrebbe essere valutata anche a sinistra da chi, storditamente, insiste nel vagheggiare opzioni di “confronto” se non – addirittura – di nuovo centrosinistra e rifiuta di costruire una soggettività politica di alternativa e di opposizione adeguata alla qualità dello scontro, vagheggiando soluzioni “deboli” come quella di una “Costituente dei beni comuni” o della trasformazione di una lista elettorale in una sorta di anacronistico intergruppi, mentre sarebbe davvero il momento della “politica vera” e del non averne paura.
Il fatto più grave accaduto in questi giorni sulla via di questo vero e proprio “scempio della democrazia” è accaduto ieri, con l’inserimento in Costituzione del meccanismo elettorale per il Senato di dopolavoristi che s’intende mettere su in modo da favorire la possibilità per un solo partito di eleggere, espletato otto volte il rito di un’inutile votazione (forse utile, invero, per affilare i coltelli delle faide interne), il Presidente della Repubblica.
E necessario ricordare come ciò sia eseguito da un Parlamento di nominati con una legge elettorale dichiarata incostituzionale dall'Alta Corte.
Appare superfluo ricordare come l’Assemblea Costituente evitò accuratamente di inserire le leggi elettorali nel testo della Carta Fondamentale disegnando, invece, con accuratezza le linee fondative di una democrazia attraverso la quale in quel momento si doveva cogliere l’obiettivo di voltare definitivamente pagina sia verso il fascismo, sia verso l’antica Italia dei notabili.
Oggi si violano apertamente quei principi di democrazia e di legalità e non appaiono nel mondo politico, in quello dell’informazione e della cultura reazioni minimamente adeguate.
Davvero siamo ridotti a questo?

Franco Astengo

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