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Esopo ad Assisi

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(26 Settembre 2011) Enzo Apicella

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    (Imperialismo e guerra)

    Grave atto di censura de Il Manifesto

    (10 Marzo 2005)

    Domenica prossima, 13 marzo, si svolgera’ a Sant’Anna di Stazzema (LU) una manifestazione nazionale di solidarieta’ con la Resistenza del popolo iracheno.
    Abbiamo scelto Sant’Anna poiche’ il 12 agosto del 1944 le SS naziste, spalleggiate dai fascisti locali, trucidarono 560 italiani innocenti.

    La storia si ripete in Iraq, dove le truppe d’occupazione americane, incapaci di venire a capo di una indomita Resistenza nazionale, si stanno accanendo contro la popolazione inerme, bombardando a tappeto le citta’ insorte (Falluja su tutte), sparando a vista su tutto cio’ che si muove. Emblematico il caso dell’assassinio a sangue freddo del dirigente del SISMI Nicola Calipari.

    Per questo la manifestazione del 13 marzo e’ stata indetta con una semplice parola d’ordine: «ieri in Italia oggi in Iraq: STESSI I CRIMINI, STESSA LA RESISTENZA».

    Ad essa hanno gia dato la loro adesione eminenti personalita’ politiche, della cultura e del giornalismo del nostro paese, come Giorgio Bocca, Gianni Vattimo, Giulio Girardi.

    Allo scopo di pubblicizzare questa manifestazione abbiamo inviato al quotidiano Il Manifesto una richiesta di pubblicita’ a pagamento.

    La risposta e’ stata un categorico NO.

    Lo stesso direttore Gabriele Polo, da noi direttamente interpellato, ha motivato la censura affermando che la redazione del giornale non accetta alcuna equiparazione tra la Resistenza italiana e quella irachena. Di fronte ad alcune elementari obiezioni Polo non ha trovato di meglio che abbassare brutalmente la cornetta.

    Denunciamo questo inquietante atto di censura.
    Rifiutandosi di pubblicare la nostra inserzione Il Manifesto si assume infatti gravi responsabilita’: avalla il primo paradigma del trasversale schieramento filoamericano, ovvero che non ci sarebbe Resistenza in Iraq ma solo terroristi e “tagliatori di teste”; aiuta un governo di guerra ad isolare e reprimere ogni manifestazione di solidarieta’ con il popolo iracheno che resiste; offende il comune sentire di tanti cittadini che non accettano che l’Italia sia un fantoccio degli USA; calpesta le stesse idee di Giuliana Sgrena la quale, malgrado la sua drammatica vicenda, insiste che la guerriglia irachena e’ legittima, malgrado alcuni gruppi minoritari ricorrano a metodi di lotta deplorevoli.

    8 marzo 2005

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