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(28 Luglio 2014)

Lo Slai cobas per il sindacato di classe coordinamento nazionale invita gli operai, tutti i lavoratori, le organizzazioni sindacali di base e di classe a far sentire la loro voce e la loro solidarietà al popolo palestinese che ha visto cadere trucidati mille e forse più dei suoi figli e figlie, con circa la metà di donne e bambini, per opera della barbara e criminale aggressione dello Stato di Israele.
Uno Stato che in nome dell'ebraismo stermina e uccide come fecero i nazisti con gli ebrei; uno Stato religioso, per cui per essere citadini bisogna essere ebrei, peggiore dei cosiddetti Stati islamici. Uno Stato di ricchi e di privilegiati che si regge sull'oppressione di un altro popolo, che ha rubato la terra al popolo palestinese e ne ha ucciso finora tante vite; uno Stato razzista e segregazionista come e peggio di come era lo Stato famigerato dell'apartheid del Sud Africa. Uno Stato superarmato, militarizzato, con a disposizione le armi nucleari, che si fa forte dell'appoggio che gli viene dall'imperialismo guerrafondaio americano, dei governi europei e che è finanziato dalle potenti lobby affaristiche di religione ebraica. Uno Stato che strumentalizza volgarmente il più atroce crimine della storia dell'umanità, l'olocausto nazista, per fare nuovi crimini dell'umanità contro il popolo palestinese. Uno Stato che gode nell'area dell'appoggio di monarchie feudali e di dittature militari come quella egiziana. Uno Stato che ha violato tutte le risoluzioni dell'ONU che lo abbligavano a non procedere come ha proceduto finora, ma non ha ricevuto alcuna sanzione, dimostrando che anche l'Onu non considera i popoli tutti sullo stesso piano. Uno Stato che non ha mai nascosto, nei suoi teorici e nei suoi governanti, l'idea di costruire una 'Grande Israele' e di costruire un impero minore nella zona; uno Stato che strangola da anni la popolazione di Gaza e il popolo palestinese, con un blocco che la affama, un blocco che ha prodotto già più morti di quanto ne producono le aggressioni, l'invasione e l'occupazione.

Il popolo palestinese è un popolo che resiste e combatte e non può accettare per sempre una vita sottoccupazione che non è vita.
Quale operaio italiano accetterebbe una situazione del genere senza ribellarsi e reagire?
Il popolo palestinese ha cercato sempre di costruire proprie organizzazioni della resistenza, proprie autorità, sempre non riconosciute, calpestate e combattute dallo Stato di Israele.
Il popolo palestinese, come tutti i popoli, ha diritto di scegliere liberamente le sue rappresentanze e di usare le armi per difendersi. La resistenza, il ruolo di Hamas sono attualmente una libera scelta del popolo palestinese, e ad esso deve andare il sostegno di tutti.

La stampa dei padroni, la stampa dell'imperialismo, la stampa dei governi come quello di Renzi e come tutti i governi di centro, di destra o di "sinistra" in Europa, insieme ad articoli compassionevoli verso il popolo palestinese, ci vorrebbe convincere che lì il problema sarebbero i missili di Hamas che finora hanno fatto solo due vittime o le pietre dei ragazzi palestinesi e non l'esercito di Israele che usa anche nuove armi distruttive contro ospedali, scuole, case e ogni genere di struttura civile palestinese.

Sono gli stessi governi che tutti i giorni vomitano che la crisi va scaricata sui lavoratori, tagliando salari, posti di lavoro, diritti e pensioni, che riducono il nostro paese in una gigantesca terra di disoccupati; che ci tolgono la sanità, la scuola, ci negano le case e una vita e un futuro decente; che usano la polizia contro chi lotta e si ribella, che armano e considerano un buon affare armare Israele per fare profitti.
Questi sono dalla parte di Israele, questi spargono infamia sul popolo palestinese.

Per questo gli operai, i lavoratori, le masse popolari devono essere dalla parte del popolo palestinese, e considerare la loro lotta come la nostra lotta, contro nemici comuni.
Partiti parlamentari, sindacati confederali tacciono. Non dicono ai lavoratori la verità; come sempre sono dalla parte del più forte e non dei poveri, dei diritti, della libertà, della democrazia, della pace vera che non può essere quella ottenuta su un cimitero di morti.

Per questo noi invitiamo gli operai a far sentire in tutte le forme la loro solidarietà e protesta per quanto succede oggi in Palestina.
Gli operai, i lavoratori hanno una grande tradizione di giusta solidarietà internazionale e internazionalista.
Chi difende gli interessi quotidiani dei lavoratori deve essere per sua natura un difensore dei diritti dei popoli oppressi.

27 luglio 2014

SLAI COBAS per il sindacato di classe
Coordinamento nazionale

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