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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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LETTERA DAL CARCERE DI FERRARA DI MICHELE FABIANI

(28 Luglio 2014)

(la lettera è giunta oggi 28 luglio, ma è stata scritta poco dopo il trasferimento al carcere di Ferrara)

letterafabiani

10 luglio sono tornato in galera, dopo 7 anni, per un residuo di pena. Pare che la procura di Perugia pretenda ad ogni costo un nuovo periodo di carcerazione, col procuratore capo in persona che ci mette la faccia, anzi la penna, firmando un nuovo mandato di arresto.

La magistratura si conferma, e non ne sono affatto stupito, un’arma al servizio dei potenti, da usare contro tutti coloro che osano alzare la testa contro l’ordine dei padroni.

Il capitalismo è una bestia ormai ansimante, bulimica, obesa, che per sopravvivere e rigenerarsi deve continuare a mangiare, e quindi a distruggere , tutto ciò che la circonda. Uno schiacciasassi, un rullo compressore, che passa sopra ad uno sfruttamento sempre più feroce e non si ferma di fronte alla devastazione totale della natura.

La condanna per alcuni sabotaggi ai cantieri di cui ero accusato, per altri sono stato assolto, non è per me motivo di vergogna. La vostra condanna per me è un onore !

Nel sistema capitalistico, l’unica cosa che conta è il profitto; gli individui, l’ambiente, i lavoratori, sono solo combustibile per l’alimentazione della maga macchina.

Lo Stato è un cane da guardia della villa dei signori ( con tutto il rispetto per i cani, che sono esseri meravigliosi e mi mancano moltissimo ). I suoi apparati, burocratici e militari, elaborativi ed esecutivi, persino ideologici ( la scuola, la TV, ecc… ) fungono tutti allo stesso identico scopo: quello di proteggere il recinto delle classi proprietarie.

La magistratura è obbiettivamente uno dei principali strumenti di cui lo Stato si serve per mantenere l’ordine capitalistico.

Scrivo queste note con una certa svogliatezza, dato che mi sembrano così ovvie; se non fosse per qualche anti-berlusconista da salotto, o da tastiera, che ha visto nelle toghe e nella loro mortifera legalità chissà quale strumento rivoluzionario.

Chi si ricorda di Di Pietro che dopo il “15 ottobre” invocava le leggi speciali ?

Due righe infine le devo scrivere per spiegare tutta questa mia ostilità verso ogni ipotesi di servizio sociale. Innanzitutto devo premettere che in tutto questo mio atteggiamento non vi è alcun elemento di moralismo. Lungi da me ogni giudizio nei confronti di chi usa questo strumento per uscire prima o per risparmiarsi della galera. Io, personalmente, non riesco proprio a lavorare gratis per risarcire il sistema dal danno arrecato dalla mia identità. Nella mia vita ho fatto volontariato, ma non lo farò mai per espiare una colpa. Se lo Stato mi vuole perseguire perché sono un rivoluzionario, deve assumersi la responsabilità di essere coerente, così come cerco sempre di esserlo io, spesso fallendo.

Farò quindi il periodo di carcere necessario, a testa alta e senza vittimismi. Chiedo anche al vasto universo di persone che mi sono solidali di non cadere nel vittimismo.

Nel mio piccolo, ho combattuto questo sistema di potere, oprressione, sfruttamento, devastazione, nel clima di asfissiante pace sociale che si respira in Umbria. E ne sono orgoglioso, anche ora che ne pago le conseguenze.

Ribadisco la mia opposizione alle stronzate scritte dai ROS e Procura, ma anche la mia gioia per ogni volta che questo Stato viene colpito.

Per dirla con Malatesta: il Proletariato è sempre in condizioni di Legittima Difesa, i mezzi da adoperare sono solo una questione di opportunità

Porterò Damiano e Fabrizio nel mio cuore.

MEC

Mentre sto per inviare questa lettera mi giunge la notizia di un nuovo mandato restrittivo per gli scontri del 12 aprile sotto il Ministero del Lavoro.

Pare che con me ci siano altri 12 indagati, che non conosco, ma a cui mando un grande abbraccio.

Ecco la prova euristica, l’ultima di una lunga serie, di quanto appena sostenuto.

Michele Fabiani

Carcere di Ferrara

Via Arginone 327

44122 Ferrara

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