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ORTALE (CPN/PRC): “Unire i Comunisti, costruire il Fronte di Sinistra”

(29 Luglio 2014)

Roma, 29 luglio 2014. Dopo oltre sedici anni passati a frantumare sistematicamente quel che restava dell’atomo comunista, con divisioni ripetute che hanno portato i comunisti e le comuniste nel nostro paese a svolgere un ruolo sempre più marginale all’interno della società reale, si comincia forse a capire che, se si continua su questa brutta china, l’ipotesi infausta già avanzata da Bertinotti nel 2007 di trasformare in una componente solo culturale l’esperienza comunista italiana, all’interno di un contenitore largo della cosiddetta sinistra plurale e senza aggettivi, diventa oggi una triste realtà. Per questo motivo, così come sottolineato in un passaggio da uno degli intervenuti lo scorso 25 luglio, all’incontro presso la sede dei compagni di Montespaccato, serve cominciare a togliere le virgolette a molte delle cose, direi la maggior parte, che continuano a dividere ed allontanare i tanti compagni che ancora spendono il loro tempo e la loro militanza all’interno dei partitini comunisti esistenti oggi in Italia; oltre a tutti quanti gli altri che restano alla finestra o nell’ampissimo mare dell’astensione e della demotivazione politica. Eppure la tante volte pronunciata frase sull’unità dei comunisti oggi in Italia avrebbe più di un punto sul quale praticarla nei territori e nel resto del paese: la storica contrarietà alla pratica della guerra imperialista che nella nostra vecchia Europa e nelle zone limitrofe ha epicentri drammatici in Ucraina, in Palestina e nella Siria; il rifiuto dei trattati voluti ed imposti ai popoli europei dalla Troika, a partire dal fiscal compact e dai tagli disastrosi alla spesa sociale; la lotta per assicurare la natura democratica ed antifascista dell’Italia repubblicana; chiudere, una volta per tutte, con quel che resta di ciò che un tempo poteva essere ancora chiamata la socialdemocrazia nel nostro paese. Unire i comunisti in un nuovo Partito Comunista, ma non in un partito bonsai di quello che resta ancora “esistente in vita”, dovrebbe essere una pratica possibile a partire da queste semplici e fondamentali questioni. Al tempo stesso, l’altra gamba sulla quale rimettere in piedi un protagonismo, di chi ancora vuole provare a continuare a nuotare controcorrente, deve essere basata sulla costruzione di un fronte di sinistra ampio, dove l’azione contro le politiche liberiste si portino avanti necessariamente insieme a quelle anticapitalistiche, perché un altro mondo non è possibile se non si capisce che le due questioni, antiliberismo e anticapitalismo, non sono altro che due facce ma di una stessa medaglia. Nel fronte di sinistra i comunisti ed il loro nuovo partito dovranno saper marciare fianco a fianco ad ambientalisti, ecologisti, movimenti per la casa e per il reddito, lavoratori della scuola e della sanità, cittadini e comitati mobilitati per la difesa dei servizi pubblici, del territorio, dei beni comuni, del sindacalismo conflittuale e non filo padronale. Questo fronte potrà poi trasformarsi in nuovo soggetto politico? Così come molti credono che i Comitati Tsipras si debbano trasformare in un nuovo soggetto politico della più volte citata sinistra plurale? Noi crediamo che il fronte non sia l’equivalente dell’evoluzione dei Comitati Tsipras, utilizzati subito dopo il test elettorale delle europee come carburante propulsore per tentare di dare vita ad una nuova forza politica. Noi crediamo che il fronte di sinistra non nasca sulla base di un risultato elettorale “fortunatamente fortunato” e soprattutto con una cabina di regia che non appartiene al nostro stare nei territori, nei luoghi di lavoro e del conflitto sociale, alla nostra idea di democrazia non delegata. Noi crediamo che siano i territori stessi a dover favorire, in modo orizzontale, la crescita di un fronte di sinistra e popolare dove davvero “una testa un voto” prende, stavolta sì, una sua vera e reale giustificazione, senza dover cedere sovranità a nessun solone di turno. Per dare un seguito a questo nostro confrontarci, a partire dalla piazza di Roma, crediamo sia obiettivo comune a molti di noi quello di riproporre nuovi incontri su “Unire i Comunisti, costruire il Fronte” anche in altri luoghi della città e parallelamente, laddove siamo già partiti, cominciare a fissare bene due o tre punti di intervento nei territori e quindi di iniziare già a settembre a praticarli. La lotta dei comunisti continua.

Claudio Ortale (Cpn/Prc)

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