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Gazazoo

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(22 Giugno 2010) Enzo Apicella
Israele dichiara di voler "alleggerire" il blocco. Rimane comunque vietato dare ai Palestinesi di Gaza metalli, fertilizzanti, cemento...

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(Palestina occupata)

ISRAELE HA VOLUTO RESTITUIRE ALLA STORIA IL GHETTO DI VARSAVIA.

Un commento della redazione di Perchè La Sinistra alla notizia del ritiro delle prime truppe da Gaza (dal Corriere.it)

(3 Agosto 2014)

Israele ha voluto restituire alla storia il Ghetto di Varsavia.

Sono state scritte, in questi giorni, pagine che apparivano tratte dalla "Banalità del Male" di Hannah Arendt, il resoconto del processo ad Heichmann. Il miglior commento possibile lo troviamo, ancora, in una pagina di Leibniz : " Ho visto qualcosa del progetto dell'abate di San Pierre per mantenere una pace perpetua di Europa. Mi fa ricordare la scritta di un cimitero con queste parole "pax perpetua": i morti infatti non si battono più..."

D'Alambert poi attribuirà l'idea dell'insegna a un mercante olandese. Idea che poi sarà ripresa da Kant nel prologo a "Per la Pace perpetua": "Se questa scritta satirica sull'insegna di una osteria olandese su cui è dipinto un cimitero, valga per gli uomini in generale o per i capi di Stato che non riescono mai a saziarsi delle guerre, o se invece debba valere soltanto per i filosofi che hanno questo dolce sogno.."
La notizia dell'avvio del ritiro delle truppe israeliane da Gaza ci ha suggerito questi pensieri riassumibili, appunto, banalmente: Hanno costruito un cimitero e lo hanno chiamato Pace".
Proprio come avvenne nel Ghetto di Varsavia.

Gaza, Israele ritira le prime truppe


Israele ha iniziato il ritiro unilaterale di parte delle sue truppe dalla Striscia di Gaza, secondo quanto riferiscono i media israeliani. Ma il premier Benyamin Netanyahu nella serata di sabato interviene e dice: «L’offensiva va avanti fino a missione compiuta». Poco prima il quotidiano online Haaretz aveva riferito che parte dell’esercito si era ritirato di centinaia di metri dentro la Striscia verso il confine con Israele, mentre le altre unità ancora a Gaza stanno completando la distruzione dei tunnel di Hamas che, sempre secondo Haaretz, dovrebbe concludersi entro 24 ore quando arriverà l’annuncio dell’esercito.


Netanyahu: «Avanti fino a missione compiuta»
Il premier israeliano ha però spiegato che lo Stato ebraico intende «rischierare» le sue truppe non appena completata la distruzione dei tunnel di Hamas. In un discorso tv alla nazione Netanyahu ha fatto sapere che «l’esercito israeliano continuerà ad agire a tutta forza fino al completamento della sua missione». Operazione che continuerà fin quando sarà necessario, ma che sta giungendo al termine. L’obiettivo è la sicurezza dei cittadini di Israele. Finito il compito, tutte le opzioni saranno sul tavolo. «Ogni ricostruzione e sviluppo di Gaza, con gli aiuti per la ricostruzione, deve essere legata al disarmo di Hamas e alla smilitarizzazione della Striscia». E ha aggiunto: «Hamas pagherà un prezzo intollerabile» se continua a lanciare razzi.
Il soldato rapito
Netanyahu ha poi parlato del soldato rapito. «Capisco la famiglia Goldin. Israele farà di tutto per riportare a casa il loro figlio» ha assicurato il premier dopo che la madre del sottotenente Hadar Goldin, ha rivolto un appello ai dirigenti israeliani chiedendo di «non lasciare Gaza» fino a quando non verrà liberato suo figlio.
Hamas: «Ritiro unilaterale non ci impegna»
Poco prima la replica di Hamas alla notizia di un ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia non ci «impegna» a niente. Il portavoce dell’organizzazione Sami Abu Zuhri,citato dall’agenzia palestinese Maan, ha sottolineato che Hamas «è pronta a continuare a combattere se necessario», ma si regolerà a seconda di quello che succederà sul terreno. «Netanyahu - ha spiegato un altro portavoce di Hamas - vuole rivendicare falsamente una vittoria al suo governo e al suo esercito», ma non ha vinto.
La rinuncia di Israele ai colloqui del Cairo
Prima di dare il via al ritiro unilaterale Israele ha deciso di non partecipare ai colloqui in Egitto per arrivare a una tregua. Sulla decisione del Gabinetto di difesa avrebbe pesato l’incertezza sulla sorte del soldato rapito. Sabato l’esercito israeliano intanto ha avvertito gli abitanti del quartiere di Beit Lahiya, nel nord della Striscia, che è «sicuro» il rientro nelle loro case con l’avviso di «fare attenzione agli ordigni esplosivi disseminati nella zona da Hamas». Testimoni hanno riferito di aver visto i militari ritirarsi dall’area.
Delegazione palestinese al Cairo
Per negoziare una tregua nella serata di sabato è invece attesa al Cairo la delegazione palestinese dell’Olp, mentre i rappresentanti di Hamas dovrebbero arrivare domenica mattina. Nella capitale egiziana si aspetta anche un assistente del numero due del Dipartimento di Stato americano William Burns.
Si continua a combattere
Anche sabato sono proseguiti gli scontri nella Striscia. Almeno 44 palestinesi sono stati uccisi in seguito a un bombardamento nella città di Rafah sabato mattina all’alba, secondo quanto riferito da un funzionario sanitario palestinese, Ashraf al-Kidra. L’uomo ha spiegato che il principale ospedale della zona è stato evacuato a causa degli attacchi che venerdì hanno provocato la morte di almeno 70 persone e il ferimento di 440 civili. I funzionari palestinesi fanno sapere che nella città di Gaza nelle ultime ora hanno contato più di 150 attacchi aerei, tra cui uno contro l’università. Secondo il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf al-Qedra sono almeno 78 i palestinese morti sabato (3 i bambini) e oltre 400 feriti. Al-Qedra rende noto inoltre che sono 1.648 i palestinesi rimasti uccisi dall’inizio dell’operazione israeliana (quasi 300 sono bambini e adolescenti dice l’Unicef), 8.870 sono stati feriti. Sul versante israeliano le vittime sono 65, di cui 63 militari, più un cittadino straniero che lavorava in una cooperativa agricola raggiunta da colpi di mortaio. Intanto, a Washington si protesta contro i bombardamenti israeliani: 5mila filo palestinesi (moltissimi americani) hanno manifestato in corteo davanti alla Casa Bianca per dire no alla morte di civili.
Renzi in Egitto: «Liberare soldato israeliano»
«Faccio mio l’appello di altri colleghi per l’immediato rilascio del soldato israeliano rapito». Così Matteo Renzi, dal Cairo al termine dell’incontro con il presidente egiziano al-Sisi, riferendosi alla cattura del sottotenente israeliano 23enne Hadar Goldin da parte di Hamas (che ha negato la cattura e ipotizza che il soldato sia morto «sotto le bombe»). Il capo del governo italiano ha sottolineato che «l’Italia appoggia la proposta egiziana per la risoluzione della crisi a Gaza» e che questa «è l’unica possibilità per uscire dalla crisi». «Abbiamo bisogno di un’Europa che sia ancora più decisa e forte nella politica estera» ha poi aggiunto Renzi. Da parte sua il Presidente egiziano, Al Sisi ha invece sottolineato: «I fatti di Gaza si ripetono periodicamente: 2008, 2012 e oggi nel 2014. Bisogna dare uno Stato e una speranza ai palestinesi».
La proposta egiziana
Al Sisi ha inoltre sottolineato che la proposta egiziana su Gaza vuole trasformare questo «momento nefasto» in una «occasione» per costruire un negoziato che possa portare allo Stato palestinese e per dare «speranza ai palestinesi e sicurezza a Israele». Alla fine della conferenza stampa Renzi e Al Sisi hanno lanciato un appello comune per il cessate il fuoco. Il piano egiziano si articola in due tappe. La prima riguarda la cessazione delle ostilità da entrambe le parti, la seconda prevede negoziati su vari temi come la riapertura dei valichi della Striscia, il rilascio dei prigionieri palestinesi da parte di Israele, gli insediament

Redazione Perchè La Sinistra

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