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(31 Luglio 2011) Enzo Apicella

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MENTRE PROSEGUONO I “POSITIVI INCONTRI” TRA RENZI E BERLUSCONI...QUESTI SONO I RISULTATI DEI GOVERNI MONTI, LETTA, RENZI: LA CRISI E’ STRUTTURALE E DI SISTEMA

(da La Stampa.it con un commento di PATRIZIA TURCHI e FRANCO ASTENGO)

(6 Agosto 2014)

monti

Monti premier

Di seguito la notizia appena uscita (fonte: La Stampa, economia.it) sui dati dell’ISTAT relativi all’andamento dell’economia italiana nel secondo trimestre 2014. Continua inesorabile l’andamento in discesa già verificatosi con i governi Monti, Letta e adesso Renzi.

Non c’è nessun “miracolo” degli 80 euro e l’Italia è giudicata tecnicamente “in recessione”.

Questi sono i dati nella crudezza della loro realtà; poi si possono fare tutte le battute che si vogliono sull’estate che deve venire.

Fino a quando non ci si renderà conto fino in fondo che la crisi è strutturale e di sistema e che serve contrapporci con un disegno alternativo di fondo da elaborare, prima di tutto, a livello internazionale e poi interno, combattendo i fenomeni che hanno generato questo drammatico stato di cose rompendo i meccanismi che ci imprigionano nella gabbia di una feroce gestione capitalistica del ciclo non ci saranno possibilità di cambiamento.

E’ inaccettabile, economicamente, politicamente e anche moralmente che si cerchi di sfruttare l’occasione per attribuire la responsabilità “all’eccesso di regole” esistenti in Italia e si propugni la necessità di abbattere immediatamente l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori.

Egualmente appare del tutto ormai inesistente il ruolo di CGIL-CISL-UIL-UGL: serve invece un nuovo sindacato confederale di classe.

A Sinistra non basta limitarci all’invettiva o alla denuncia, serve una azione politica concreta che deve partire prima di tutto da una riorganizzazione delle scontro di classe, attraverso una strutturazione “forte” di soggettività politica d’opposizione per l’alternativa con l’obiettivo della difesa dei ceti sociali più deboli: difesa intesa come solo passaggio possibile per costruire diverse condizioni di agibilità sociale e politica.

Il Pil fa peggio del previsto, l’Italia in recessione. Nel secondo trimestre crescita negativa : - 0,2%. Peggior flessione da 14 anni, Piazza Affari crolla

Sul dato pesa l’indebolimento dell’export. La Borsa affonda del 2,3%, balzo dello spread

Gela le attese il dato sull’andamento del Prodotto interno lordo dell’Italia nel secondo trimestre. L’economia del nostro Paese torna in “recessione tecnica”. Secondo la stima dell’Istat diffusa oggi, infatti, il Pil italiano è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Nel primo trimestre dell’anno il Pil era diminuito su base congiunturale dello 0,1% mentre nel quarto trimestre 2013 si era registrato un aumento dello 0,1%. Due trimestri consecutivi di crescita negativa vengono definiti “recessione tecnica”.

I NUMERI

Nel secondo trimestre, su base tendenziale, il Pil segna una flessione dello 0,3% con un variazione acquisita per il 2014 pari a -0,3%. «Il calo congiunturale - spiega l’Istat - è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda - prosegue l’Istat - il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo mentre quello della componente estera netta è negativo». Il calo dello 0,2% è il peggiore da 14 anni a questa parte. Si tratta infatti del livello più basso dal secondo trimestre del 2000.

PESA L’EXPORT

Il ribasso del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre sembra risentire dell’indebolimento della spinta da fuori confine. Dal lato della domanda, spiega infatti l’Istat, il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale, al lordo delle scorte, risulta nullo, mentre quello della componente estera netta è negativo.

Le altre economie d’Europa risentono ugualmente dell’arretramento delle esportazioni come evidenziato i dati sugli ordini all’industria tedesca rilasciati questa mattina. La Germania mostra il peggior calo da oltre due anni e mezzo, complice un tonfo delle richieste dalla zona euro. Ora l’attenzione si sposta sui

commenti ai dati odierni che potrebbero arrivare dalla conferenza stampa di Draghi di domani.

LA REAZIONE DEI MERCATI

Piazza Affari reagisce alla notizia con un forte calo: L’FtseMib accelera il ribasso e arriva a perdere il 2,20% poco dopo la diffusione del dato. In forte rialzo lo spread che in breve tempo ritorna a ridosso dei 170 punti base a quota 166. “Se il mercato governativo mostra una buona tenuta, lo si deve solo alla disinflazione in corso e ai timori che questa sfoci in deflazione. Questo fenomeno spinge i consumatori a investire in attività finanziarie” commenta Vincenzo Longo, market strategist di Ig. “Sono dati peggiori alle stime già abbastanza deludenti che circolavano nei giorni scorsi. Il Paese torna così in recessione dopo esserne uscito a fine 2013. Ora gli investitori, che sin dalla fine del 2013 erano tornati positivi sul nostro Paese, iniziano a nutrire seri dubbi sulle possibilità di ripresa dell’economia” aggiunge Longo.

PATRIZIA TURCHI E FRANCO ASTENGO

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