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(16 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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Avviare una vertenza generale per riconquistare i nostri diritti

(6 Agosto 2014)

Volantino in distribuzione a Pisa in questi giorni

AVVIAREUNA

Mentre qua e là sono in corso assemblee Cgil-Cisl-Uil sulla loro piattaforma riguardante fisco e pensioni, dall’interno della Cgil si fanno sentire voci critiche verso la propria segreteria generale, per essersi trovata d’accordo con Cisl e Uil su quella piattaforma, senza, però, una discussione e una decisione democratica nei vari settori della Cgil stessa.

Ma la critica si estende anche al contenuto della piattaforma.
Sul tema del fisco, la richiesta di ridurre il peso del fisco su stipendi e pensioni, di per sé condivisibile, non affronta, però, il tema della lotta all’ingiustizia fiscale, per colpire come si dovrebbe patrimoni alti e medio-alti, rendite e profitti.
Altrimenti, nelle casse statali non arrivano le risorse per impedire la demolizione dello stato sociale (sanità, istruzione, assistenza ai cittadini senza lavoro perché colpiti dalla crisi in atto).

Sul tema delle pensioni -continua ancora la critica interna alla Cgil- non si chiede la cancellazione della legge Fornero, ma soltanto parziali correzioni degli elementi di maggiore ingiustizia, tra cui la questione dei cosiddetti “esodati” (lavoratori licenziati e spediti in mobilità in attesa di una pensione, poi mai arrivata).
All'indomani della sortita governativa che minaccia un ulteriore aumento dell'età necessaria per andare in pensione, nulla la piattaforma Cgil-Cisl-Uil dice a questo proposito.
In più viene riproposto il meccanismo del silenzio/assenso per destinare il proprio TFR ai fondi pensionistici della previdenza complementare. Il che vuol dire che, per non volere aderire a questa fregatura (dal 2007, anno di lancio in grande stile di questi fondi, l’investimento fatto da non pochi lavoratori che vi hanno aderito ha causato loro perdite notevoli di interessi rispetto a quelli maturati dal TFR lasciato in azienda), occorre che tu lo dichiari formalmente per iscritto, perché il silenzio, magari dovuto a dimenticanza, viene considerato adesione!

Come Cobas, mentre diciamo che siamo d’accordissimo con queste critiche provenienti dal seno della Cgil, vorremmo aggiungere che nella piattaforma non c'è alcun riferimento al peggioramento, introdotto dal decreto-legge del ministro del lavoro Poletti, ai contratti a termine e all'apprendistato; e neppure si dice qualcosa contro il nuovo attacco al Contratto Nazionale da parte dell’Associazione principale dei padroni, la Confindustria; e non si dice niente nemmeno rispetto a dichiarazioni forcaiole provenienti dall’interno del governo, tese ad abolire totalmente l’articolo 18, quello che conserva, anche se minima, una tutela rispetto ai licenziamenti illegittimi. Insomma, ogni rivendicazione contro il padronato resta tabù.
E meno che mai si affronta la questione del sostegno economico per disoccupati e precari.

Non ci resta che proporre a chi è critico dentro la Cgil di unirci per dare l'avvio a una vertenza che risponda adeguatamente ai bisogni dei lavoratori, dei disoccupati, degli inoccupati, dei pensionati, dei precari, degli apprendisti.
Una vertenza che apra seriamente una stagione di riconquista dei diritti.
(ciclinpr. v. s. lorenzo 38, pisa, 5/8/2014)

Confederazione Cobas Pisa

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