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La USAID e la politica della sedizione permanente

(17 Agosto 2014)

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Atilio Borón

di Atilio Boron (*)

Giorni fa un cablo dell’Associated Pres (AP) informava che la USAID, l’Agenzia Internazionale degli Stati Uniti per lo Sviluppo, aveva inviato come turisti a Cuba un gruppo di giovani di diversi paesi latinoamericani con l’obiettivo di promuovere la politicizzazione e la ribellione della – secondo l’Agenzia – “apatica gioventù cubana” e di identificare “attori potenziali del cambiamento sociale”.
L’iniziativa è stata adottata nell’ottobre 2009, sei giorni dopo che le autorità dell’isola avevano arrestato Alan Gross, un presunto esperto di questioni dello sviluppo che, in veste di contrattista dell’USAID, aveva introdotto illegalmente a Cuba tecnologia informatica. Gross era stato raccomandata per questo compito dal Comitato Ebreo Americano e inviato sull’Isola con l’apparente proposito di aiutare la comunità ebrea cubana a connettersi a Internet.

Il reclutamento e l’invio del gruppo di giovani a Cuba è solo uno dei molteplici programmi clandestini che la Casa Bianca utilizza per promuovere il “cambio di regime” – un eufemismo utilizzato per evitare di parlare di “sovversione costituzionale” o di “sedizione” – a Cuba e che sviluppa in più di un centinaio di paesi sotto l’ombrello di organizzazioni di facciata come l’USAID, la NED (Fondo Nazionale per la Democrazia) e innumerevoli OGN o organizzazioni di diverso tipo, apparentemente interessate alla promozione dei diritti umani, alla conservazione dell’ambiente e allo sviluppo.

Come nel caso di Gross, l’USAID è ricorsa al subappalto per coprire il suo coinvolgimento in questa operazione e ha utilizzato una agenzia internazionale con sede in Washington, Creative Associated, che opera in 85 paesi offrendo consulenza e assistenza a programmi di sviluppo. E’ certo un puro caso che si tratti della stessa società che, facendo onore al suo nome, ha cercato di creare una rete di messaggi di testo con il nome di “ZunZuneo”, che cercava di diventare una specie di “Twitter cubano” per favorire attività illegali nell’Isola.

Per mettere in atto l’attuale missione commissionatagli dall’USAID, la citata società a sua volta ha subappaltato i servizi a Fernando Murillo, il capo di una ONG che lavora sui diritti umani del Costarica, la FOGI (Fundaciòn Operaciòn Gaya Internacional), che ha diretto l’operazione illegale. Così i giovani cubani non avrebbero avuto modo di sapere che chi stava dietro a questa iniziativa era il governo degli Stati Uniti, che dal 1° gennaio 1959 ha logorato e aggredito senza sosta Cuba.

La lunga mano dell’impero agiva attraverso una complessa catena di mediazioni che la rendevano completamente invisibile.

E’ estremamente istruttivo il fatto che un programma di questo tipo, chiaramente ostile e di ingerenza, sia cominciato poco dopo che Barak Obama assumesse la presidenza degli Stati Uniti e quando il nuovo presidente avesse assicurato ai suoi colleghi della regione nel 5° Vertice delle Americhe (Trinidad-Tobago, 17-19 aprile 2009) che avrebbe promosso un “nuovo inizio” nelle relazioni cubano-nordamericane dopo decenni di ostilità.

Si sa che le sue promesse sono sfumate come neve al sole, non solo in relazione a Cuba. E lo dimostrano le iniziative clandestine come quella di cui stiamo parlando, le reiterate e multimilionarie sanzioni applicate a società straniere per l’imperdonabile delitto di commerciare con l’Isola e la sua indifferenza, aggravata dal fatto di esser un Premio Nobel per la Pace, davanti al coro universale che esige l’immediata libertà dei tre eroi cubani incarcerati dopo un processo viziato da irreparabile nullità per aver lottato contro il terrorismo.

Ma non solo le promesse della campagna elettorale sono sfumate riguardo a Cuba; è successo lo stesso quando – solo per fare un paio di esempi – ha elevato il bilancio militare degli Stati Uniti al di sopra della apparentemente non oltrepassabile barriera del bilione di dollari (tenendo conto di tutte le componenti della spesa militare, compresi i mercenari, le attività appaltate, le opere di ricostruzione di quanto il Pentagono distrugge e il bilancio della ex VET, Amministrazione Nazionale dei Veterani, elevata nel 1989 alla categoria di Dipartimento del Potere Esecutivo Federale).

O quando l’Huffington Post conferma, su dati dell’Ufficio di Giornalismo Investigativo, che il pacifico presidente afroamericano ha a suo carico lo sterminio di almeno 2.400 persone con i suoi droni, superando ampiamente il record del suo senza medaglie predecessore.

Da questa inconsistenza si possono trarre due conclusioni: una, che Obama mente e il suo discorso non ha alcuna relazione con le sue politiche concrete o, due, che l’occupante della Casa Bianca ha uno scarso controllo su quanto fa la macchina governativa nordamericana che risponderebbe a quello che alcuni politologi del paese chiamano “il governo segreto”, non eletto, permanente, degli Stati Uniti e che un ex presidente, Dwight Eisenhower chiamava “il complesso militare-industriale”. In ogni caso il risultato non potrebbe essere più deplorevole.

Intervistato da AP un portavoce dell’USAID ha detto che l’agenzia e l’amministrazione Obama “sono coinvolte nell’appoggiare il desiderio del popolo cubano di determinare liberamente il proprio futuro. La USAID lavora con gruppi di giovani indipendenti a Cuba in progetti di servizi comunitari, di salute pubblica, sull’arte e altri … consistenti in programmi di democrazia in tutto il mondo”.

In linea con questo pronunciamento, Murillo arriva a Cuba nell’aprile 2010 e si installa a Santa Clara, dove prende contatto con un gruppo di giovani artisti interessati alla musica elettronica e alla produzione di video. Ma, per agire, aveva bisogno di una copertura, la più innocente e inoffensiva possibile: la FOGI la trova nella realizzazione di un progetto sui metodi di prevenzione dell’HIV, il che rappresentava – secondo i suoi organizzatori – la “scusa perfetta”.

Il cablo della AP afferma che, in un rapporto di sei pagine inviato a Creative Associates, Murillo menziona l’HIV una sola volta per dire che è stato “la scusa perfetta per il trattamento del tema di fondo”. Più avanti il rapporto rivela l’esistenza di un altro obiettivo: “la generazione di una rete di volontari per la trasformazione sociale”.

Tre contingenti di giovani, reclutati in Venezuela, Perù e Costarica, sono andati a Cuba con questo proposito. I presunti turisti hanno ricevuto istruzioni di fare rapporto ogni 48 ore e un rudimentale codice di sicurezza per monitorare le condizioni in cui si svolgeva il loro lavoro. Se avessero sospettato che il controspionaggio cubano li seguisse, dovevano inviare un messaggio dicendo “mi fa male la testa”, con il che la missione doveva essere temporaneamente sospesa. “Mi sono intossicato e ha dovuto andare all’ospedale” significava che il gruppo era stato fermato e interrogato e che sarebbero rimasti sull’Isola solo come turisti, e così via.

In nessun momento questi “turisti”, e men che meno in capo dell’operazione Murillo, hanno fatto conoscere la responsabilità dell’USAID nell’organizzazione e nel finanziamento del progetto.

I giovani partecipanti ricevevano dalla FOGI una salario di 5,41 dollari all’ora, circa la metà del salario minimo vigente negli Stati Uniti. Sono stati mandati per fare lavoro di spionaggio e cospirazione per promuovere il rovesciamento del governo cubano e non possono in alcun modo asserire di ignorarlo.

Il costo dell’operazione era irrisorio, tenuto conto quanto si dava per il loro lavoro ai falsi turisti, e se fossero stati scoperti Washington poteva lavarsene le mani perché coloro che svolgevano questa attività non erano cittadini degli Stati Uniti. Anzi, il loro arresto avrebbe creato un irritante incidente tra Cuba e i tre paesi latinoamericani.

Una volta resa pubblica la notizia, la portavoce del Dipartimento di Stato Jean Psaki ha elogiato la decisione del governo degli Stati Uniti di inviare giovani latinoamericani a Cuba per un programma di promozione del cambio di regime nell’Isola. Ha detto testualmente che “ci sono programmi nel mondo volti a sviluppare una società civile più vibrante e capace, coordinati con i programmi mondiali di promozione della democrazia (si sa cosa gli Stati Uniti intendano con “democrazia”!) . E ovviamente questo programma era in linea”.

Da parte sua il presidente Barak Obama ha anche lui difeso questo programma – immorale, clandestino e illegale – e ha riconosciuto che aveva un doppio proposito: rafforzare la “società civile” cubana (altro conveniente eufemismo per non chiamare le cose con il loro nome: sedizione) e istruire i giovani cubani sui rischi dell’HIV.

E’ scandaloso che il presidente di un paese che si è arrogato il diritto di dirigere la lotta per la libertà, la giustizia e i diritti umani faccia l’apologia di un’attività delittuosa, che ha dovuto essere nascosta alla cittadinanza che, con le sue tasse, finanzia l’USAID per promuovere lo sviluppo e non per progetti sediziosi in paesi terzi.

Né Psaki né Obama possono ignorare che la legislazione degli Stati Uniti considera un crimine federale qualsiasi atto che “organizzi, aiuti o cerchi di organizzare una società, un gruppo o insieme di persone che insegnino, promuovono o spingano il rovesciamento o la distruzione del governo”. Di più, il Codice Penale statunitense chiarisce che “il termine ‘organizza’ o ‘organizzare’ … comprende il reclutamento di nuovi membri, la formazione di nuove unità, e il raggruppamento o l’espansione delle unità esistenti” e che la pena che viene applicata in questi casi è di anche 20 anni di carcere (U.S. Code § 2385, Title 18, Part I, Chapter 115 § 2385), e che il castigo si aggrava quando chi incorre in queste attività è uno straniero.

La leggerezza con cui Obama si è riferito a questa operazione clandestina, caratterizzata come un crimine negli Stati Uniti, contrasta con la forte reazione manifestata da alcuni dei più importanti membri del Congresso, in particolare dal senatore democratico Patrick Leahy, capo della commissione di gestione die fondi, che ha condannato con parole dure la manovra. “E’ peggio che irresponsabile “ perché secondo Leahy, “mai si dovrebbe sacrificare la fornitura di programmi sanitari o civici a favore di obiettivi di spionaggio”.

Basterebbe immaginare quale sarebbe la reazione di Washington - se si scoprisse che un gruppo di giovani iraniani, iracheni o afgani entrassero come turisti e girassero per le università mettendo in guardia sui pericoli dell’HIV e reclutando giovani per motivarli e organizzarli al fin di rovesciare l’ordine costituzionale vigente negli Stati Uniti – per capire la gravità di quanto successo a Cuba.

Ma naturalmente la doppia morale del governo statunitense fa sì che quello che in casa si considera un crimine meritevole di durissime condanne, sia una attività virtuosa quando la si pratica all’estero. Un’ulteriore dimostrazione della putrefazione morale di un impero in decadenza, che non smette di cospirare per perpetuare a qualsiasi costo la subordinazione dei paesi che lottano per la loro dignità, la loro emancipazione, la loro libertà.

(*) Politologo argentino; da: alainet.org; 11.8.2014

Traduzione di Daniela Trollio - Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli”

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