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(31 Luglio 2011) Enzo Apicella

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VOGLIAMO LO SBLOCCO IMMEDIATO DEL CONTRATTO NAZIONALE

(21 Agosto 2014)

In nome dell’emergenza sono state sottoscritte intese e accordi che hanno messo in ginocchio i lavoratori, distrutto il nostro potere di contrattazione e il potere di acquisto dei salari e delle pensioni. Sempre in nome dell’austerità e del risparmio hanno fatto pagare il debito alle classi lavoratrici, l’economia è ormai in piena recessione, non ci sono più i soldi necessari per gli ammortizzatori sociali, ogni giorno si perdono posti di lavoro.

I contratti pubblici fermi da sei anni e si annuncia un probabile e ulteriore blocco dei contratti e delle retribuzioni per il biennio 2015-2016 mentre salari e pensioni d’oro possono dormire sonni tranquilli come del resto i grandi capitali e i processi di speculazione. In questi anni avere perseguito la politica dei tagli indiscriminati e della compressione dei salari (pubblici) ha solo aggravato la crisi, la crescente disoccupazione determina meno entrate fiscali per lo Stato e meno entrate per le casse Previdenziali e alimenta la spiraledi distruzione di quel tessuto imprenditoriale che ha sempre costituito elemento di coesione sociale e di produzione di ricchezza.

I lavoratori pubblici (3 milioni e 400.000 unità), con i contratti bloccati al 31 dicembre 2009, col congelamento del salario accessorio alle risorse complessive dell’anno 2010, col blocco dell’Indennità di Vacanza Contrattuale, con i tassi d’inflazione nel triennio 2010 – 2012 pari al 7,2%, hanno perso fino ad ora, mediamente tra i 4.000 e i 5.000 euro pro-capite, con relativa ricaduta sul calcolo pensionistico e TFS/TFR anche perché non è previsto nessun recupero per il pregresso. Continuare su questa strada, oltre a provocare le conseguenze sopra descritte, sta portando i dipendenti pubblici ad uno stato di prostrazione e sfiducia che si dovrà tradurre in conflitto con il Governo.

In caso contrario, se prevarranno inerzia e passività, se continueremo a dare ascolto ai sindacati complici dei Governi, Renzi e Madia potranno reiterare il blocco dei contratti non solo per il pubblico ma per tutte le partecipate bloccando magari le assunzioni e intensificando quei processi di privatizzazione che hanno distrutto posti di lavoro portando solo danni ai servizi e all’economia

COBAS PUBBLICO IMPIEGO

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