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(25 Giugno 2011) Enzo Apicella

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(Dove và la CGIL?)

Gli italiani e il sindacato.

(26 Agosto 2014)

Il sindacato confederale meglio dire la CGIL, quanto meno come capofila di una situazione sociale importantissima, nei primissimi anni 70 raggiunse con grande forza, anche aiutata da politici come Gino Giugni per esempio, fino a far approvare la legge 300, lo statuto dei lavoratori.
Una vetta altissima, la più alta dai tempi di Di Vittorio.
Forse paghi dell’obiettivo raggiunto, forse la trasmissione cardanica inamovibile con il PCI di allora, responsabile di scelte politiche sciagurate, dall’appoggio esterno per l’Italia nella Nato, alla guerra cieca contro i dissensi sia interni che nella sinistra extra parlamentare o comunque dissidente, per sfociare in una bugiarda quanto ipocrita battagli nazional-popolare contro le brigate rosse, non giustificabili, ma mai ascoltate, i dirigenti della CGIL, Luciano Lama in testa, si dedicarono molto organicamente alle scelte politiche che fecero rinascere con grande forza il potere del padronato e dell’alta borghesia.
Per chiarezza cito letteralmente Luciano Lama in un’intervista con Scalfari nel 78:
…”L.L.: "È una svolta di fondo. Dal '69 in poi il sindacato ha puntato le sue carte sulla rigidità della forza lavoro...".
E.S.: "Vi siete resi conto che era un errore?
L.L.: "Ci siamo resi conto che un sistema economico non sopporta variabili indipendenti. I capitalisti sostengono che il profitto è una variabile indipendente. I lavoratori e il loro sindacato, quasi per ritorsione, hanno sostenuto in questi anni che il salario è una variabile indipendente. In parole semplici: si stabiliva un certo livello salariale e un certo livello dell'occupazione e poi si chiedeva che le altre grandezze economiche fossero fissate in modo da rendere possibile quei livelli di salario e d'occupazione. Ebbene, dobbiamo essere intellettualmente onesti: è stata una sciocchezza, perché in un'economia aperta le variabili sono tutte dipendenti una dall'altra"…
Quindi, dal ‘78 in avanti, arrivando al famigerato (cito wikipedia per precisione) lodo Scotti, un accordo firmato nella notte del 22 gennaio 1983 fra governo CGIL-CISL-UIL e Confindustria. L'accordo prende il nome dal ministro del lavoro e della previdenza sociale Vincenzo Scotti che condusse la trattativa durata un anno e mezzo e che infine appose la firma per conto del governo. L'accordo pose fine, con la mediazione del governo, allo scontro sociale in atto tra sindacati ed industria. Con la firma dell'accordo i sindacati s'impegnarono a sospendere la contrattazione integrativa mentre Confindustria sbloccò il rinnovo dei contratti le cui trattative erano state sospese. A seguito dell'accordo, per tutti gli anni ottanta i tre sindacati CGIL CISL e UIL mantennero fede all'impegno preso, permettendo al padronato e ai vari governi di rafforzare la posizione , e di far nascere il metodo “concertativo”.
Il sindacato tutto, ma la CGIL responsabile in primis, perse drammaticamente di vista la conflittualità necessaria verso un padronato sempre più potente e aggressivo, mai realmente domato, contro la rigidità riaffermata dei padroni mise in campo la dialettica dei “sindacalisti sindacalesi” che produssero la trattativa per concertazione e non per conflitto sociale o rapporto di forza, portando la lotta di classe allo sfacelo più distruttivo mai ricordato dai tempi degli incendi alle camere del lavoro disgregandola completamente.
Di questo temo si debba parlare, di responsabilità oggettive del sindacato confederale.
Terminando cari compagni Sindacalisti e non, il problema non è la brontolosità della Signora Camusso, né la renzianità del nostro Landini, il dramma vero non è una mera questione di progettualità come sento dire, ma di scelta di classe, lotta di classe e di antagonismo al padrone, il sindacato deve tornare al più presto ad essere conflittuale e classista, sperando che non sia troppo tardi o davvero ci saremo giocati veramente tutto senza renderci conto che il sindacato si fa esclusivamente per rapporti di forza e deve essere SINDACATO CLASSISTA e di classe, tutto quello che contrasta con questa posizione a mio avviso è o perdente o colluso.

Elio Pescio

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