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Psicocomunista

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    PARMA 30 AGOSTO: SINTESI DELLA RELAZIONE SVOLTA DA FRANCO ASTENGO ALLA RIUNIONE DELLE SITUAZIONI TERRITORIALI DI ROSS@

    (31 Agosto 2014)

    La riunione di oggi rappresenta un’ulteriore importante tappa in quel percorso di costruzione di una soggettività politica comunista, anticapitalista, di opposizione per l’alternativa che riteniamo sia assente nel panorama politico italiano.
    In questo senso non si rileva nessuna contraddizione fra chi, in Ross@, pensa a un’Associazione politica che può seguire la sua strada e chi, invece, come noi ritiene necessaria la formazione di un soggetto politico compiuto che, proprio per il motivo di quell’autonomia di collocazione cui si è appena accennato non risulterà residuale ideologicamente e politicamente né tanto meno risulterà minoritario, dal punto d vista della sua vocazione fondativa.
    La ricerca di un’identità adeguata alla qualità dello scontro sociale e politico in atto dovrà essere avanzata in rapporto stretto con quella che è stata la storia complessiva del movimento operaio sul piano internazionale, ricostruendone i passaggi più delicati e, insieme, innovando elementi decisivi sul piano teorico.
    Il punto più importante, sul terreno della teoria politica, è quello della necessità urgente di riflettere sull’intreccio tra quella che è stata definita contraddizione principale tra capitale e lavoro e quelle definite post – materialiste: dallo sfruttamento del pianeta a quella cognitiva.
    Da questo intreccio deve uscire un progetto di scontro tra capitalismo e anticapitalismo che ci riporti nella condizione concreta di progetto per una società futura completamente alternativa a quella attuale: questo deve essere il nostro obiettivo di fondo tenendo fermi i due pilastri dell’internazionalismo e della lotta di classe.
    Il tema più urgente, però, da affrontare sotto l’aspetto dell’analisi politica nell’attualità è quello della guerra.
    La possibilità concreta dell’esplosione di una guerra a livello planetario (beninteso che non dobbiamo cadere nella trappola dello “scontro di civiltà”) è quello che ha maggiore influenza sull’intero sistema di relazioni internazionali.
    La questione dell’Europa si colloca in quest’ambito: nella fase che si è aperta, di superamento dell’idea della sola superpotenza “gendarme del mondo” e della globalizzazione così come considerata nel primo decennio del XXI secolo, verrà avanti con forza l’idea di un riallineamento atlantico nel quadro di una ricostruzione sostanziale di un meccanismo di tipo bipolare.
    E’ su questo punto che va aggiornata l’ipotesi di una rottura dell’Union Europea piuttosto che sui temi dei Trattati o dell’Euro/Non Euro: è tornata, sulla scena mondiale, la geopolitica (“conquista degli spazi vitali” e “ dominio della disponibilità delle fonti energetiche”) e con questo fattore è necessario fare i conti fino in fondo.
    Dal nostro punto di vista la questione della pace appare così essere uno dei punti fondamentali della possibile identità del soggetto di opposizione per l’alternativa alla cui formazione stiamo già lavorando concretamente: questione della pace in una visione assolutamente di tipo internazionalista.
    La questione della pace rappresenta il primo punto di forza di una “unicità” dell’opposizione che deve risiedere nella qualità e nell’autonomia della nostra capacità progettuale: autonomia che non deve significare comunque il rifugio in una sorta di isolamento identitario, anzi deve portarci costantemente a un confronto con un “pluralismo delle soggettività”.
    Il secondo punto da analizzare riguarda la situazione politica interna nel suo punto di particolare acutezza al riguardo della realtà politica e sociale: quello della svolta autoritaria.
    Una svolta autoritaria che va ben oltre il governo Renzi e l’analisi delle (pur raccapriccianti) riforme costituzionali e istituzionali.
    Una svolta autoritaria che appare un segno costante presente oltre i confini nazionali (come abbiamo visto anche nella recente crisi di governo in Francia) e che è contraddistinta dal formarsi e dal consolidarsi, come è già stato detto in altra sede, non tanto e non solo da una sorta di “partito unico” (come si può ben notare analizzando la realtà del sistema politico italiano) ma da un vero e proprio blocco capitalista all’interno del quale si concentrano tutti gli elementi dello sfruttamento: del lavoro, del territorio, del sapere, dell’informazione, delle capacità cognitive. Una visione di tipo totalitario che ci riporta alla memoria le drammatiche ed esiziali esperienze del ‘900.
    Appare così indispensabile che i temi della nostra opposizione, quella da portare avanti tutti i giorni in stretto rapporto con il nostro blocco sociale di riferimento, s’intreccino con quelli dell’identità comunista e anticapitalista.
    La prima risposta che dobbiamo fornire riguarda però il tentativo in atto di cancellazione del concetto (e della stessa realtà) di rappresentatività politica collettiva.
    L’adeguamento a questa idea, attraverso la tragica introiezione dei due “opposti estremismi” della personalizzazione e del movimentismo, ha rappresentato la causa vera del crollo definitivo nella presenza organizzata dalla sinistra in Italia: ed è proprio in virtù di quest’analisi che la costruzione di Ross@ riempirà un vuoto se saremo capaci di proporre un soggetto organizzato in maniera completamente diversa da ciò che sono stati – loro sì – i soggetti residuali usciti dal tracollo dell’esperienza governativista (compresa quella, del tutto micidiale, compiuta a livello locale nelle Regioni, nelle Province e nei Comuni).
    La lista Tsipras, sul giudizio della quale all’interno di Ross@ sono avvenute fibrillazioni e si sono verificati distacchi fino al punto da farne mutare natura e composizione politica, rappresenta niente di più e niente di meno della del tutto fallimentare esperienza in continuità con quella della Lista Arcobaleno presentata nel 2008.
    Un’esperienza dalla quale intendiamo segnare un preciso, netto, inequivocabile, distacco riproponendo autonomia e identità di un soggetto di opposizione per l’alternativa, andando anche oltre – in questa espressione – a quell’idea di “rottura del sistema PD”.
    Oltre, perché non si tratta soltanto di rompere ma di proporre, insieme, opposizione e alternativa di tipo “sistemico”.
    Sei punti debbono contraddistinguere la capacità di Ross@, in stretta connessione con il proprio blocco sociale di riferimento e della disponibilità di lotta di avanguardie che ci sono e che – come abbiamo anche già avuto occasione di verificare – dispongono di una capacità di mobilitazione:
    1) Il tema della pace come punto prioritario d’analisi e d’azione nel quadro della proposta di “rottura dell’Unione Europea”;
    2) L’opposizione secca al progetto di riforme costituzionali e istituzionali da svilupparsi all’interno di un quadro di analisi politica relativa al concetto di rappresentanza che deve richiamare, immediatamente, l’idea del sistema elettorale proporzionale;
    3) Il lavoro e la recessione costante dei diritti, fino all’idea di riscrittura dello Statuto dei Lavoratori. Su questo punto non basta la semplice opposizione ma è necessario contrapporre il massimo di mobilitazione sociale e di progettualità. Specificatamente si impone qui il discorso sulla necessità di costruire un sindacato confederale di classe, considerata l’ormai conclamata e definitiva caduta di ruolo e di funzione della CGIL;
    4) Il tema delle privatizzazioni nei settori produttivi strategici come quelli dell’energia, in modo da bloccare qualsiasi ipotesi di nuovo piano industriale. Economia e finanza: nazionalizzazioni, pubblicizzazioni, economia mista. Ecco punti sui quali metterci a lavorare con grande serietà d’intenti al fine di realizzare davvero quella progettualità alternativa “di sistema” che dovrà caratterizzare la nostra identità. Non serve, sotto quest’aspetto, muoverci soltanto per via difensiva o a “spezzoni”;
    5) Il tema dell’acculturazione di massa e della detenzione collettiva dell’insieme delle capacità e disponibilità dell’informazione, della formazione, della cultura. E’ il tema della scuola, dell’Università, dell’informazione, della formazione complessiva che ormai si tende a ridurre esclusivamente alla logica di un privato al servizio del potere capitalistico;
    6) Lo sfruttamento del territorio nelle sue varie forme e delle fonti vitali per stessa sopravvivenza umana.
    Sono questi gli assi portanti della politica dello sfruttamento che s’intende perseguire in Italia, in Europa, nel Mondo per soffocare tutte le istanze di liberazione, di eguaglianza, di solidarietà.
    A noi, come Ross@, tocca anche lavorare al rinnovamento delle forme di azione e di agibilità politica.
    Senza un’organizzazione stabile sarà difficile affrontare tutti nodi che abbiamo di fronte: ma ci serve anche un’organizzazione non burocratica, agile, all’interno della quale il concetto di personalizzazione deve essere superato dalla ricostruzione di un vero e proprio “intellettuale collettivo” capace di svolgere effettivi compiti di direzione politica.
    La nostra costante tensione deve essere rivolta verso la rappresentanza sociale del conflitto nella sua dimensione di massa: è per questo motivo che abbiamo avanzato l’idea di lavorare su di una proposta di “via consiliare” al riguardo delle forme concrete di organizzazione che, nei prossimi mesi, dovremo definire.
    Sono queste le proposte, sommariamente elencate, sulla base delle quali pensiamo sia possibile affrontare le prossime scadenze interne a Ross@, dal coordinamento del 6 Settembre all’Assemblea Nazionale del 5 Ottobre: senza però rinchiuderci in un dibattito esclusivamente nostro ma realizzando già appuntamenti esterni, magari su temi specifici coinvolgendo anche altri filoni di pensiero e diverse soggettività politiche, sociali e culturali.
    Il nostro obiettivo ravvicinato è quello della costituzione di un “Movimento per Ross@ soggetto politico”: in questo senso l’auspicio è che la riunione di oggi, così ampiamente partecipata come stiamo vedendo, rappresenti un momento di fondamentale sviluppo nella sua realizzazione.

    Franco Astengo

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