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Emergenza ceneri...

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(17 Aprile 2010) Enzo Apicella
La nuvola di ceneri del vulcano Eyjafjallajokull arriva sull'Italia. A Roma manifestazione in solidarietà a Emergency

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Sulle dichiarazioni di Berlusconi sul ritiro anticipato dall’Iraq

(16 Marzo 2005)

La dichiarazione sul ritiro anticipato dall’Iraq delle truppe italiane è una buona notizia innanzi tutto per gli iracheni, che, se alle parole seguiranno i fatti, vedono avvicinarsi, sia pur ancora di poco, la data della restituzione di sovranità.

E’ questo un primo importante risultato della pressione del movimento per la pace e dell’opinione pubblica che ha osteggiato la guerra e la presenza militare italiana e di fronte alla quale la posizione del Governo è sempre più insostenibile.

Ci auguriamo veramente di non esser di fronte ad una boutade elettorale e attendiamo quindi che venga fissato un calendario.

Ci attendiamo però soprattutto che l’Italia assuma, con ciò, un nuovo ruolo, autonomo, volto a favorire il processo politico interno e indipendente e il dialogo tra le diverse componenti della società irachena, con atti politici, diplomatici e di sostegno economico.

E’ necessaria cioè una rottura con la politica statunitense del divide et impera sinora seguita e che ha sprofondato il paese nel baratro della violenza.

Occorre sostenere quel dialogo che, ad esempio, una parte consistente della opposizione politica e della resistenza ha proposto con la “Dichiarazione delle forze patriottiche” del 15 febbraio, subordinandolo alla indicazione della data del ritiro delle truppe statunitensi. Dialogo che gli Usa hanno sinora impedito o prevenuto con i bombardamenti alle città e con la conduzione escludente del processo elettorale.

Se non lo fa il governo pensiamo che questa iniziativa, ad esempio la promozione in Italia di un incontro tra iracheni “per il dialogo, la riconciliazione e la sovranità”, potrebbe essere presa dal movimento per la pace o dall’opposizione politica.

I fondi sinora spesi per la permanenza delle truppe (400 milioni di euro all’anno) dovrebbero essere destinati al sostegno alla ricostruzione del paese e della sua società civile, anche a titolo di risarcimento per l’appoggio alla guerra.

"Un ponte per..."
Associazione Non Governativa di Volontariato per la Solidarietà Internazionale

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