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ITALIAni BRUCIAno

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(21 Agosto 2012) Enzo Apicella

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    Sguardo sul lavoro alla riapertura delle fabbriche

    (3 Settembre 2014)

    sguardosullavoro

    Rientro in fabbrica amaro per gli operai della cintura bolognese.

    Tra crisi e richieste di cambio degli orari di lavoro il rientro dalle ferie della meccanica bolognese è pieno di incertezze.

    Si tenga presente che quasi un operaio su tre è in cassa integrazione e vi è l’incognita del rifinanziamento della cassa in deroga, la cui mancanza lascerebbe migliaia di lavoratori senza coperture.

    Ben 14.800 metalmeccanici su 52.000, a Bologna, al 31 luglio scorso erano alle prese con cassa integrazione e solidarietà. La riapertura dei cancelli porterà tanti nodi al pettine, tra crisi di mercato e richieste di taglio di costi da parte delle imprese che chiedono sacrifici ai lavoratori (come se non ne avessero fatti abbastanza) per salvare l’occupazione.

    Alla SAECO di Gaggio Montano, azienda di macchine da caffè con quasi 900 dipendenti, acquistata da Philips nel 2009, si torna a parlare di esuberi dopo il recente cambio di amministratore delegato. Le voci circolate in questi giorni riferiscono di un centinaio di persone che rischiano il posto di lavoro.

    La KEMET ha presentato un piano che prevede il taglio di 50 impiegati su 450 dipendenti, in cambio di investimenti che arriverrebbero, guarda caso, però solo dopo il taglio dei costi.

    La BREDAMENARINIBUS, sembrava destinata ad essere acquistata dai cinesi di King Long ma tale soluzione ancora non arriva. Su questa è previsto un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico il 4 settembre prossimo.

    Un altro grande capitolo che si troveranno ad affrontare i lavoratori e chi li rappresenta è la richiesta da parte di alcune aziende di aumentare l’orario di lavoro, spesso a salario invariato, per restare sul mercato.

    Il primo caso è quello dalla PELLICONI di Ozzano, con 200 dipendenti che producono tappi a corona, dove l’azienda ha chiesto di aumentare di 45 minuti l’orario di lavoro nei settori produttivi.

    Altro caso alla METALCASTELLO di Porretta, che produce ingranaggi e conta 250 dipendenti, dove gli spagnoli della Cie, che controllano l’azienda assieme all’indiana Mahindra, hanno chiesto un recupero sugli orari spostando la pausa da fine turno a metà giornata, in modo da non fermare le macchine, e la creazione di una banca ore per gestire i picchi di richieste.

    Alla DEMM, sempre a Porretta, prima delle vacanze i lavoratori sono stati costretti ad approvare l'aumento degli orari, in via sperimentale, sotto la minaccia di 60 licenziamenti.

    Vi è poi la trattativa alla DUCATI di Bologna, dove tra le altre cose i tedeschi della Volkswagen chiedono a 50 dipendenti delle officine di effettuare turni anche la domenica, e i casi della GD e dell’IMA dove i lavoratori sono già stati costretti ad un aumento di orario.

    Questi aut aut nei confronti dei lavoratori sono inaccettabili.

    I Comunisti Italiani continueranno a seguire l’evoluzione di queste trattative, restando in contatto con i lavoratori ed i loro rappresentanti, ed appoggeranno tutte le iniziative intraprese dagli stessi in difesa dei propri Diritti.

    Partito dei Comunisti Italiani
    Federazione di Bologna

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