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(3 Dicembre 2010) Enzo Apicella
Nessuno Tocchi Caino denuncia che lo stabilimento italiano della Hospira è il principale produttore del Pentotal, il farmaco utilizzato nelle esecuzioni.

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VERTICE NATO: L'INCOGNITA BELLICA SULLA NUOVA FASE STRATEGICA

La notizia dal Messaggero.it, con una nota di FRANCO ASTENGO

(4 Settembre 2014)

rasmussen

Anders Fogh Rasmussen

Si riporta di seguito la notizia del giorno riguardante il vertice NATO in corso di svolgimento a Cardiff (fonte: "Il Messaggero.it").
"Non costruite un altro Muro": Il Corriere della Sera titolava in questo modo, oggi 4 Settembre, l'articolo di fondo firmato da Franco Venturini.
Un titolo già sufficientemente esplicativo dei contenuti al riguardo di quella che può essere definita come una "svolta strategica" nel complesso delle relazioni internazionali.
Per la sinistra si tratta di analizzare questo delicato mutamento di fase usando, prima di tutte, le armi della critica fornite dalla concezione della lotta di classe e dell'internazionalismo, non lasciandosi sviare dai depistaggi relativi al fonte mediorientale e al tentativo propagandistico di mettere su un'idea di "Guerra di Civiltà".
La partita più significativa, e del tutto decisiva rispetto alla prospettiva di periodo, è quella che si gioca sul teatro della vecchia Europa, quale punto di avamposto strategico del nuovo bipolarismo.
All'Unione Europea è chiesto di far blocco all'interno della NATO in una pericolosa operazione di riallineamento.
Questo è il quadro complessivo sul quale ragionare, comprendendo appieno che ogni crisi e ogni fase del ciclo di gestione del capitalismo (e di conseguenze delle lotte sociali e politiche di opposizione e di alternativa a livello sistemico) debbono essere studiate e inquadrate nel loro significato storico.
Di che natura sono le crisi?
Quale natura e quale peso può avere quella che può essere definita "incognita bellica" in relazione al nuovo corso dell'imperialismo, al segno e alle contraddizioni del ciclo mondiale?
E' questo il punto di fondo cui dare una risposta nei tempi più brevi, individuando l'esatta strategia di contrasto.
In quale relazione possono essere posti il ciclo economico e quello politico con quello bellico?
La questione militare torna ad essere questione costituiva nello spostamento di risorse (e nella richiesta di risorse) da uno spazio all'altro del pianeta: sorgono così nuove questioni legate allo "spazio vitale" e al "comando della disponibilità energetica".
Serve, a questo punto, l'elaborazione di una concezione non meccanicistica e non economicista della crisi, che merita di essere sviluppata nelle sue complesse implicazioni, tenendo ben presente come si possano sviluppare collisioni internazionali come effetto della dinamica capitalistica ma anche come risultanza dell'ineguale sviluppo economico e politico.
Insomma: in senso verticale e orizzontale rispetto alla mappa del pianeta (tra Est e Ovest e, insieme, da Sud e Nord).
E' questo il quadro, sommariamente descritto sul quale avviare un ragionamento in profondità, tenendo ben conto della necessità di promuovere subito una grande mobilitazione per la pace, a livello internazionale: la più estesa possibile.

Cardiff, il vertice Nato più delicato: sostegno militare all'Ucraina, ma avanti con la diplomazia
NEWPORT - «Tenendo conto delle conseguenze umanitarie del conflitto, è importante che le operazioni di sicurezza delle forze armate ucraine siano condotte in modo proporzionale».
Il Celtic Manor di Newport accoglie i leader dell'Alleanza Atlantica in uno dei vertici più difficili degli ultimi vent'anni.
Prima dell'avvio della sessione a Sessantasette, Obama, Hollande, Cameron, Merkel e Renzi si riuniscono con il primo ministro ucraino Poroshenko. Un incontro che serve a ribadire il pieno sostegno dell'alleanza a Kiev, ma anche per ribadire che la forza non deve rendere vano il lavoro della diplomazia. «Un summit cruciale in un momento cruciale», lo definisce il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen secondo il quale "le condizioni della nostra sicurezza sono cambiate in modo drammatico». Le tensioni a Est e il terrore centellinato dall'Isis hanno ricompattato l'Alleanza e il clima di coesione ha permesso ai vertici Nato di ribadire uno dei punti di tensione con Mosca.
Ovvero che l'adesione di Kiev all'Alleanza non è all'ordine del giorno. Di solidarietá e della necessitá di aiutare Poroshenko ha parlato a lungo anche Renzi nella riunione mattutina augurandosi che "un cessate il fuoco in Ucraina effettivo e durevole sia presto messo in campo, sulla base del dialogo tra il presidente Poroshenko e il presidente Putin", il quale tuttavia "deve rispondere con i fatti, non con le parole". Nel suo intervento alla riunione tra i leader del G5 (con lui Obama, Cameron, Hollande e Merkel) e il presidente dell'Ucraina, Petro Poroshenko, Renzi ha anche sottolineato che "la Nato ha un ruolo da svolgere nell'aiutare a raggiungere una soluzione politica» nel dare un «supporto concreto» a Kiev ma al tempo stesso «dobbiamo evitare che la Nato sia percepita come »un ulteriore fattore conflittuale".
Una posizione, quella italiana, fortemente sostenuta dalla Merkel e dallo stesso Hollande che smussa la linea più dura del presidente americano Barack Obama e del primo ministro britannico David Cameron che oggi firmano sul quotidiano inglese Times un intervento a sostegno dell'Ucraina nella crisi con la Russia nel quale si afferma che l' Alleanza dovrebbe mettere in piedi una presenza "permanente» nell'Europa dell' est sostenuta da una forza di reazione rapida composta da forze speciali terrestri, aeree e marittime che potrebbero essere dispiegati ovunque nel mondo in tempi molto rapidi". Obama e Cameron richiamano anche gli altri membri della Nato a rispettare l'obiettivo di consacrare almeno il 2% del loro Pil alle spese militari, al fine di mostrare che «la nostra risolutezza collettiva è più forte che mai"

Franco Astengo

Fonte

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