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(7 Settembre 2014)

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La campagna bellicista è in pieno corso. Non si tratta di sciovinismo italico: la politica estera italiana, e in gran parte quella interna, è decisa a Washington, senza neppure più la limitata autonomia concessa fino a qualche anno fa, quando si flirtava con Gheddafi e Putin, e Napolitano conferiva un’alta onorificenza ad Assad. Si tratta di sciovinismo atlantico.
Ezio Mauro deve aver riletto i discorsi di Mussolini e degli altri interventisti della I guerra mondiale, visto che rispolvera vecchie espressioni come “il nemico ereditario”, parlando della Russia.
Non si tratta della solita criminalizzazione di Putin, ma di qualcosa di molto peggio: “Scopriamo quel che dovevamo sapere, e cioè che l'anima imperiale e imperialista della Russia è eterna e insopprimibile, dunque non è una creatura ideologica del sovietismo ma lo precede, lo accompagna e gli sopravvive.” Non un governo, ma un intero popolo, viene messo sul banco degli imputati. E proprio il popolo russo, che per le smisurate perdite riportate nelle guerre mondiali, che hanno contribuito fortemente alla persistente crisi demografica, non ha certo voglia di nuove guerre.
Grave anche l’accenno al sovietismo. Come tutti i demagoghi, Ezio Mauro identifica la rivoluzione dei Soviet con la degenerazione staliniana, e finge di ignorare che la più potente denuncia e la lotta più radicale contro l’imperialismo, a cominciare da quello russo, venne proprio dai bolscevichi, da Lenin in particolare, e negli altri paesi da quei partiti e movimenti che nei Soviet vedevano un esempio e una speranza. E’ grave che un giornalista colto si riduca a declamazioni degne di un Berlusconi.
Seguono toni da crociata contro il Califfato, che usa “La morte sceneggiata come messaggio estremo alla potenza americana…”. Non ha visto, Ezio Mauro, le foto che ritraggono il senatore Mc Cain col sedicente Califfo Abu Bakr al Baghdadi, alias Abu Du’a, alias Ibrahim Awad Ibrahim al-Badri al-Samarrai, alias Shimon Elliott (agente del Mossad, secondo i veterani americani)? Non conosciamo, per ora, gli altri nomi di convenienza usati da questo avventuriero.(1) Non ha letto Ezio Mauro le dichiarazioni della Clinton, che ammette: “"E' stato un fallimento. Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti-Assad credibile. Era formata da islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto ha portato all'orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq".(2)
D’altra parte, che tra i gruppi islamici cosiddetti filo occidentali, Al Qaeda e l’ISIl vi fossero porte girevoli, attraverso le quali passavano militanti, denari e armi, è il segreto di Pulcinella e le “rivelazioni” della Clinton sono soltanto conferme.
La classe dirigente statunitense, che è dietro ad ogni guerra, e ha fomentato colpi di stato e pseudo rivoluzioni democratiche, finanziato nazisti e jihadisti, viene dipinta da Ezio Mauro come imbelle: “Ma nel momento in cui spezzando l'unilateralismo bushista Obama, dopo aver offerto invano il dialogo all'Islam, porta l'America fuori dalle guerre sul terreno, chiudendo un'epoca, la democrazia americana si scopre disarmata e in difficoltà a tradurre la sua forza in politica, e vede Mosca riarmarsi e Pechino lucrare vantaggi competitivi all'ombra delle crisi che investono direttamente Washington.” Con parole più forti, gli interventisti nel 1915 accusavano il re e Salandra, che preparavano la guerra, nascondendosi dietro la foglia di fico del neutralismo, di viltà: “Dalle barricate il popolo dimostrerà ai vigliacchi di dentro che l’ora è suonata della riscossa e della ribellione; fuori d’Italia lo straniero calato dalle Alpi…Sangue a torrenti verrà versato, che importa? E’ l’anno Rosso! La morte celebra la sua Apoteosi e lussuriosa e lasciva ci invita al suo convito…”. Si dirà che il linguaggio di E. M. è molto meno alato e più sensato. Davvero? Definire “Comunità di destino” i briganti della Nato vuol dire coprire con una vecchia retriva frase idealistica una realtà guerrafondaia.
Obama non è amletico, è una marionetta di Wall Street, e gran parte dei politici europei, compreso il Pinocchio toscano, sono marionette di quella marionetta. Se Wall Street ha deciso nuove guerre, si faranno. L’ISIS, Boko Haram e altri movimenti, ai quali non è estranea la CIA, sono solo pretesti per una nuova occupazione coloniale delle zone petrolifere.
L’articolo di Ezio Mauro è un sintomo, come lo sono i pesanti interventi di Ferrara «So di dire qualcosa di sconcertante ma non si risponde a questa altezza di sfida e a questa brutalità santificante con lo stato di diritto, con un'idea di polizia internazionale, con la denuncia della violenza; l'unica risposta è in una violenza incomparabilmente superiore». Gli articoli di E. Mauro e Ferrara non sono campanelli d’ allarme, sono sirene di guerra. Chi non capisce questo, è cieco e sordo. Non si tratta di interventi isolati, è una campagna militarista che avanza, alla quale non sappiamo opporre un fronte unico antimilitarista di classe. Ai compagni diciamo: non possiamo attendere che si siano pesate col bilancino le responsabilità di Putin e di Obama, di capire se l’ISIS è ancora sotto il controllo della CIA e del Mossad oppure se è sfuggito loro di mano. Oggi abbiamo ancora la possibilità di esprimerci, domani ci chiuderanno i siti internet, ci impediranno di parlare. La logica della guerra è inesorabile, e il conflitto è giunto in Europa. Questa è la differenza fondamentale rispetto alla guerra fredda, quando –salvo le periodiche ribellioni all’est, domate tra l’indifferenza di fatto della Nato, condita di una pletora di chiacchiere – tutte gli scontri reali tra i blocchi si svolgevano lontano dalle metropoli imperialiste occidentali.
Non ho ricevuto da Apollo il dono della mantica, non vedo il futuro, non sono Cassandra. Se qualcuno si sente di escludere un pericoloso allargamento della guerra in Europa, faccia pure, non tenterò né di confutarlo né di dargli ragione.
Il governo americano ha speso 5 miliardi di dollari per ribaltare la situazione politica in Ucraina, pensate che non possa spenderne un miliardo per arruolare nella campagna militarista le varie mafie, per comprare oppositori, politici e giornalisti? Bismarck aveva un fondo specifico per corrompere i giornalisti, che i socialisti di allora chiamavano “fondo dei rettili”. I mezzi dell’epoca erano un’inezia rispetto a quelli attuali. Chissà a quante “crisi di coscienza” e conversioni sulla via di Damasco del bellicismo dovremo assistere.
Come nelle cerimonie nuziali, gli oppositori radicali della guerra devono far sentire la loro voce adesso o tacere per sempre. Non si tratta di costituire pomposi comitati contro la guerra o di risuscitare la vecchia prassi degli intergruppi. Si può cominciare, invece, da un manifesto, prodotto da qualche combattivo sindacato o organismo di base. Le adesioni, le discussioni, la diffusione del manifesto potrebbero essere il primo passo verso un lavoro comune di opposizione alla guerra.


Note
1) Informare , “Veterans Today: il Califfo Al Baghdadi si chiama Shimon Elliot ed è un agente del Mossad”8 Agosto 2014
FONTI: croah.fr/corbeau-dechaine/simon-elliot alias-al-baghdadi-de pere-et-mere-juifs-et-agent-du-mossad/
http://www.veteranstoday.com/2014/08/04/french-report-isil-leader-mossad/
2) Dall'intervista rilasciata al Jeffrey Goldberg del giornale web "The Atlantic".( “La Clinton ammette: Isis roba nostra ma ci è sfuggita” Comedonchisciotte, 21 agosto 2014

Michele Basso

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