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L'angoscia dell'anguria

L'angoscia dell'anguria

(24 Luglio 2013) Enzo Apicella

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LA GUERRA HA UN CARATTERE DI CLASSE, È LA CONTINUAZIONE DELLA POLITICA CON ALTRI MEZZI

Indispensabile è individuare gli obiettivi per cui questa guerra viene condotta e le classi che l'hanno preparata e diretta

(9 Settembre 2014)

Molti ricorderanno questa stagione estiva che si sta spegnendo per il cattivo tempo che ha rovinato quel periodo sempre troppo corto delle ferie, per chi ancora ha un lavoro e che giustifica la caduta del turismo, dovuto al contrario alle strettezze che impone la crisi eco-nomica e la conseguente caduta del potere d'acquisto. Maltempo che ha messo in eviden-za l'assoluta carenza di cura del territorio e porta a continui disastri ambientali e disagi per la popolazione colpita.
Invece è stata un'estate caratterizzata dalle guerre che non sono poi così lontane dal no-stro Paese. Vecchie e nuove guerre di aggressione. Su Gaza si è scatenata la più deva-stante operazione militare degli ultimi due anni, nella quale i sionisti hanno usato anche gli M-346 di produzione italiana del gruppo Finmeccanica (ora gestita da quel Moretti della strage di Viareeggio). Armi e addestramento ad Israele in quanto parte degli accordi siglati con l'Italia che riguardano anche il campo scientifico, tecnologico, energetico ecc. Israele privilegiata: non ha firmato il trattato di non proliferazione delle armi nucleari (che detie-ne) ma gode del trattamento previsto solo per i paesi Nato-Ue sull'esportazione di arma-menti.
Gli Stati Uniti hanno pensato di ritornare in Iraq, con il pretesto degli islamici, quelli che hanno creato, finanziato e sostenuto in Libia e in Siria per scatenare nuovi conflitti a pro-prio vantaggio della politica di rapina. Per l'Ucraina (della quale ci siamo ampiamente inte-ressati in altri numeri di "nuova unità") altro casus belli con l'abbattimento dell'aereo male-se attribuito ai partigiani ucraini bollati come terroristi che difendono il proprio territorio e la propria cultura contro i disegni di penetrazione dell'imperialismo statunitense ed euro-peo sostenuto da forze apertamente neofasciste e dove i comunisti sono oggetto di mi-nacce, aggressioni fisiche e dove il Partito comunista sta per essere messo fuori legge.
Complice il governo Renzi che in queste guerre ci sguazza da buon servo dei padroni. Ri-cordiamo che il presidente del Consiglio dopo giorni di esitazione e silenzio sull'aggressione sionista contro il popolo palestinese ha lanciato un appello per la liberazione di un soldato israeliano che in realtà era morto in seguito all'avanzata delle truppe da terra.
Ci voleva una donna al Ministero della difesa per tracciare le linee guida delle Forze armate sull'orizzonte dei prossimi 15 anni. La Pinotti - che in qusti giorni è volata in India per ac-certarsi delle condizioni di salute del fuciliere Latorre, accusato di assassinio (ma quanto ci costa?) - ha riaperto le porte di una strategia datata 1991 quando l'Italia ha combattuto la sua prima guerra nel Golfo, sotto il comando statunitense. In queste linee guida non inte-ressa la difesa del territorio nazionale quanto gli "interessi vitali" e la "sicurezza economi-ca" e, per questo, il "Paese è pronto a fare ricorso a tutte le energie disponibili e ad ogni mezzo necessario, compreso l'uso della forza o la minaccia del suo impiego". Che tradotto significa chi se ne frega dell'art. 11 della Costituzione, significa destinare risorse economi-che, che aumenteranno, all'armamento, significa spingere l'industria verso traiettorie tec-nologiche e industriali che possano rispondere alle esigenze delle Forze armate. È la sua difesa dell'occupazione!
Per gli imperialisti, del resto, è la guerra, che alimenta il complesso militare-industriale, la soluzione alla crisi economica. Con le sue conseguenze catastrofiche, oltre le perdite di vi-te umane, di distruzione del patrimonio artistico e ambientale.
Strumento dell'imperialismo saldamente in mano agli Stati Uniti, la Nato, ampiamente pre-sente sul nostro territorio con basi militari di rifornimento e deposito nucleare, e con l'uti-lizzo dello spazio aereo e marino per i propri addestramenti di guerra aggressiva e di con-quista. Con il suo nuovo avamposto in Ucraina - dopo aver distrutto la Jugoslavia continua la penetrazione nei Paesi dell'est, con il potere sull'Europa - mobilitata come alleato sui fronti di guerra - la Nato cerca la conquista dell'Oriente.
Intanto passa sotto silenzio il TAFTA (Trans-Atlantic Free Trade Agreement) o TIPPT: il trattato di libero commercio tra Stati Uniti ed Europa (lo abbiamo trattato sul n. 3/2014). Uno degli accordi “commerciali” più ampi e decisivi della storia, visto che riguarda 800 mi-lioni di persone e due potenze che rappresentano più del 40% del PIL (prodotto interno lordo) mondiale. Obiettivo del TAFTA è creare norme comuni tra USA e Unione Europea in campo commerciale, sociale, tecnico, ambientale, oltre che nei settori della sicurezza, dell’accesso ai medicinali, della giustizia, dei codici del lavoro, della regolazione delle finan-ze e dell’educazione.
Ma le guerre non bastano. Il Governo Renzi, degno realizzatore del "Piano" Gelli - nella più assoluta indifferenza popolare - ha portato a termine il progetto di revisione della Costitu-zione fatta passare come prioritaria per gli italiani mentre milioni di lavoratori hanno il pro-blema del licenziamento, del precariato, della riduzione degli stipendi, della mancanza di rinnovi contrattuali. Renzi - amato dalle banche che lo guidano nella sua battaglia la parità tra Camera e Senato dicendoci che è per risparmiare, ma trasformano il Senato in un'as-semblea di notabili, comunque pagati. Sono riforme che non cambiano assolutamente la vita economica dei lavoratori, cambieranno dal punto di vista repressivo. Sono misure che portano al presidenzialismo rafforzando la fascistizzazione dello Stato in previsione anche dello scoppio di una lotta di classe che di questo passo si inasprirà.
Di pari passo il Governo mette le mani sulla sanità e la scuola rottamatrice (e dello stesso PD) - promette, a parole, e sposta a 1000 giorni i 100 promessi!
Aboliscono. Novità di segno negativo per la salute pubblica con ulteriori tagli di personale, di letti, di strutture ospedaliere; aumento dei ticket, orari impossibili per gli operatori. An-che nella sanità si afferma la tendenza, già in atto da tempo, delle privatizzazioni che pro-vocheranno un vero e proprio disastro.
Sul piano scolastico (vedi a pag.3) Renzi incarna la politica autoritaria attuata da Mar-chionne (che lo sostiene e ci guadagna la fronitura di blindati Iveco per Israele) con i deli-ranti progetti che vanno nella direzione di meritocrazia e di eliminazione dei meccanismi automatici di anzianità di servizio annunciati dalla Giannini. Ma l’interesse per la scuola pubblica del Governo Renzi è nel business per imprenditori dell’edilizia, un fiore all’occhiello da sbandierare come obiettivo per “forzare” il patto di stabilità e indirizzare ri-sorse pubbliche verso ditte specializzate (ovviamente private) allo scopo di fatturare profit-ti. Altro disastro!
La situazione è veramente pericolosa, la guerra non è così lontano, la svolta autoritaria neppure. In quanto comunisti proponiamo una via d'uscita dalla crisi - che riguarda anche la cultura e i valori -; dalla guerra, dalla disoccupazione. Abbattere questo sistema politico, economico e sociale che si mantiene sullo sfruttamento e la povertà della maggioranza della popolazione.
Come? Con una risposta di massa sul piano antifascista, anticapitalista e antimperialista che richiede il protagonismo, la partecipazione, l'organizzazione della classe operaia, del proletariato e degli strati popolari. I lavoratori possono vivere senza i padroni. I padroni non creano i loro lauti profitti senza i lavoratori.
Al bando, quindi l'indifferenza e la rassegnazione. Coscienti, decisi, uniti e organizzati, si vince!

redazione nuova unità

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