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(11 Settembre 2014)
Oggi, quarantun anni fa l'11 settembre 1973 in Cile il golpe fascista sostenuto dall'amministrazione USA, dal segretario di stato Henry Kissinger, col massacro di migliaia di cileni pose fine al Governo di sinistra, democraticamente eletto, di Unidad Popular guidato dal socialista Salvador Allende. Un'esperienza politica avanzata di democrazia e socialismo, quella di Unidad Popular, che avrebbe potuto cambiare il corso della storia del Cile, avere ripercussioni internazionali, essere d'esempio per diversi altri Paesi del mondo.
La vicenda cilena, che pure diede origine a un ampio dibattito nel movimento comunista internazionale, deve rimanere nella memoria collettiva come un esempio e un monito incancellabili, in particolare in questi tempi dove davvero si sta cancellando tutto quanto è stato fatto, tra luci e ombre, vittorie e sconfitte, per il riscatto del proletariato di tutto il mondo.
Mai come in questo momento appare necessario il ricordo di quel tragico fatto: le sinistre sembrano essersi ritratte dalla lotta politica, nessuno osa più contrapporsi all’idea della “fine della storia”, alla possibilità della trasformazione radicale delle marxiane “stato di cose presenti”.
L’11 settembre 1973, il giorno della “macelleria americana” resta intatto nella nostra mente e nel nostro cuore accanto ai grandi passaggi della storia del movimento operaio internazionale: dalla Comune di Parigi alla Rivoluzione d’Ottobre, alla guerra di Spagna alla vittoriosa resistenza al nazi-fascismo, alla rivoluzione cinese, cubana, vietnamita, alla liberazione dei popoli dell’Africa e dell’Asia dal giogo coloniale, alla fine dell’apartheid in Sud Africa.
L’11 settembre 1973, il giorno della caduta avvenuta a mano armata con l’assassinio del “Compagno Presidente” ricorda il giorno di una sconfitta.
Per noi che continuiamo a credere nell’ideale, è uno dei giorni di quell’“Assalto al Cielo” verso il quale dobbiamo continuare a tendere con la nostra volontà, il nostro impegno, il nostro coraggio.
Finché i popoli continueranno a lottare, là ci sarà un’idea di riscatto sociale e di rivoluzione politica.
Patrizia Turchi e Franco Astengo
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