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Ancora giu' in Sicilia

Solidarietà al giornalista Carlo Ruta

(16 Marzo 2005)

Ancora giu' in Sicilia. I nostri lettori hanno il privilegio, rispetto a quelli di altri giornali, di conoscere la storia di Carlo Ruta, un giovane giornalista siciliano (della Sicilia piu' profonda: Ragusa) che, su un miserabile sito di provincia, ha fatto tre cose proprio da giornalista.

1) Ha riaperto le indagini sull'assassinio di Giovanni Spampinato, il locale corrispondente de L'Ora che proprio a Ragusa venne assassinato per quel che scriveva, molti anni fa, mentre stava indagando sui rapporti fra mafia e estrema destra terrorista. A ucciderlo fu un fascista, di una delle principali famiglie della Ragusa-bene.
Gl'inquirenti indagarono poco e male, le complicita' e i legami rimasero inesplorati. Il caso fu pero' ripreso da Luciano Mirone (dei Siciliani) nel suo libro "Gli insabbiati" e, piu' di recente, da Ruta. Scatenando reazioni violentissime nel ceto notabilare - che e' sempre lo stesso - della lontanissima e tranquilla citta' siciliana.

2) Ha aperto un'inchiesta sui collegamenti e le amicizie di alcune grosse banche del ragusano. Non solo siciliane ma anche nominalmente "continentali". E' stato - giustamente - querelato: l'istituto della querela serve proprio a stabilire, davanti alla legge e in un giudizio imparziale, chi ha torto e chi ha ragione in questi casi. Il processo pero' e' cominciato in modo abbastana eccentrico: a richiesta dell'avvocato delle banche - dunque una delle parti che teoricamente dovrebbero essere uguali - il sito di Ruta e' stato senz'altro sequestrato e il suo contenuto distrutto, prima di una qualsiasi sentenza in qualsiasi direzione. Un provvedimento "strano", senz'altro molto inusuale e comunque passato inosservato a causa della lontananza e al fatto che Ruta non e' Enzo Biagi ne' Santoro.

3) Ha accumulato nel sito alcune migliaia di documenti - giudiziari e giornalistici - sulla storia della mafia siciliana. Questi documenti sono stati tranquillamente distrutti, insieme al resto, con la chiusura del sito. Pazientemente, gli amici di Ruta ne hanno ricollezionato la maggior parte, e li hanno riofferti a un pubblico su un nuovo sito. La partita si e' dunque riaperta. Una partita pericolosa, per l'establishment locale, dal momento che i materiali di Ruta sono difficilmente contestabili e hanno ricevuto l'approvazione, oltretutto, di storici e giornalisti storici della sinistra siciliana: Fidora, direttore de L'Ora, Casarrubea, storico del caso Giuliano, e altri amcora. "A dispetto di tutto, le inchieste aperte sulle banche, le istituzioni forti, i potentati, gl'insoluti giudiziari dell'isola, verranno continuate e portate a termine senza dover rinunziare a una virgola. Si insistera' a lavorare con la disposizione consueta con il dovuto rispetto per le persone, la verita', le cose".

La notte fra il 4 e il 5 marzo, sotto casa di Ruta, gli viene rubata l'automobile (di non grande valore: i ladri evidentemente erano di bocca buona) contenente alcune centinaia di copie di "Morte a Ragusa", il libro sul caso Spampinato, che erano attese per l'indomani dalla distribuzione. Io considero quest'episodio assolutamente esplicito: ai miei tempi, nelle provincie piu' tradizionalmente mafiose, si sarebbe chiamato "un avvertimento".

Delle due grandi inchieste di Ruta una, quelle sulle banche, ha un carattere classicamente giornalistico e come tale dovrebbe essere difesa, al di la' delle opinioni politiche, da chiunque abbia minimamente a cuore la liberta' d'informazione. L'altra, quella sul caso Spampinato, non solo ha un carattere giornalistico "freddo" ma anche, con ogni evidenza, un carattere "politico" e - scusate la desueta parola - antifascista.
Di che si tratta, infatti? Dell'assassinio di un giovane compagno, redattore del giornale del Pci, perpetrato da estremisti fascisti nel quadro di un establishment baronale e di una mafia diffusa. Certo, non un argomento simpatico per i partiti di destra che oggi in Sicilia godono di un potere non da poco. Ma come mai i partiti della sinistra (specie quelli ex-Pci: Ds, Rifondazione, Comunisti italiani) non sentono il bisogno *morale* di intervenire sulla vicenda? Stavolta non c'e' la "scusante" del caso Catania, in cui venivano "qualunquisticamente" inchiestati destra e sinistra. Stavolta tutte le vittime - vive e morte - sono incontestabilmente di sinistra, e tutti i violenti sono esplicitamente di destra. Cos'e', anche Ruta "fa di tutt'erba un fascio"? E' "qualunquista"? O i segretari e deputati di Ds, Rifondazione e Comunisti italiani sono ormai tanto privi di sensibilita' civile, hanno tanto gettato via la loro memoria storica, da non percepire nemmeno la drammaticita' umana e politica di un simile caso?

Io non faccio piu' appello al sindacato dei giornalisti, che in Sicilia non esiste (per documenti e moduli ci si rivolge direttamente all'addetto stampa di Cuffaro) e che a Roma e Milano e' ben lontano da queste povere e periferiche cose. Non faccio appello alla liberta' di stampa, che in Italia vale ormai quanto vale, ne' alla coscienza civile e democratica - come si diceva una volta - di chi sta nelle istituzioni. No, faccio appello esclusivamente all'interesse di partito piu' egoistico (visto che altro ormai non intendono) dei segretari regionali di Ds, Rifondazione Comunista e Comunisti italiani e ai rispettivi deputati e senatori. S'incontrino, pensino per un momento a cio' da cui discendono - a Licausi, a Miraglia, ai sindacalisti antimafiosi - e facciano il loro dovere in questa incredibile storia sostenuta finora dal solo Carlo Ruta.

Bookmark: http://www.leinchieste.com Info: carlo.ruta@tin.it Solidarieta': c.c.p. 52625597 intestato a Edi.bi.si., via Ungaretti 46, 97016 Pozzallo (RG).

(Appendice. Elenco dei giornalisti assassinati in Sicilia dal dopoguerra in poi: Alfano Giuseppe, Cristina Cosimo, De Mauro Mauro, Fava Giuseppe, Francese Mario, Impastato Giuseppe, Rostagno Mauro, Spampinato Giovanni. L'elenco e' tratto dall'unico libro finora apparso sull'argomento, "Gli insabbiati" di Luciano Mirone - ovviamente anche lui disoccupato e senza redazione).

riccardo orioles
La Catena di San Libero 14 marzo 2005 n. 275

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