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Elezioni di secondo grado dei consigli metropolitani, dei presidenti delle province e dei consigli provinciali.

(14 Settembre 2014)

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Con la conversione in legge del famigerato decreto sulla Pubblica Amministrazione è diventato operativo il rinvio al 14 ottobre delle elezioni dei consigli metropolitani e dei consigli provinciali e la presentazione delle liste entro il 23 Settembre.
È, forse, l'epilogo di una serie di provvedimenti culminati col decreto Del Rio (legge 56 del 24 aprile 2014) che hanno portato in maniera confusa e demagogica al finto scioglimento delle province - sbandierando strumentalmente il tema della lotta contro i costi impropri della politica - ma col fine esplicito, dei governi neoliberisti che si sono succeduti negli ultimi anni, di smantellare un altro pezzo di democrazia, abolendo l' elezione diretta da parte dei cittadini e senza nessun disegno organico di ridisegno del ruolo delle autonomie locali come strumento per fornire servizi e diritti ai cittadini - soprattutto ai più deboli - e tutelare territorio ed ambiente.
Non è un caso che su queste politiche abbiamo constatato piena continuità dei governi Berlusconi, Monti, Letta ed oggi Renzi con l'aggravante che negli ultimi anni il PD è diventato motore e perno di questo disegno anticostituzionale.
La stessa sbandierata riduzione dei costi si è rivelata, come si legge nelle stesse relazioni tecniche allegate agli atti parlamentari, ridicola - poco più dell' 1% dell'ammontare dei bilanci delle Province in quanto limitata ai soli gettoni dei consiglieri ed alle indennità degli amministratori - non toccando minimamente la miriade di enti e di partecipate dove si annidano realmente i costi impropri della politica.
È, infatti, in atto una pericolosa controriforma neoliberista degli Enti Locali che punta a minare il loro ruolo come possibili “enti di prossimità”, capaci di garantire diritti costituzionali universali e di promuovere lo sviluppo di un’economia solidale.
Le modifiche costituzionali già introdotte hanno creato confusione fra Stato e Regioni in termini di competenze, l’uguaglianza nella dotazione dei servizi è stata ridotta a “essenzialità” delle prestazioni erogate, mentre si è lavorato per lo stravolgimento del sistema impositivo e per l’alienazione dei beni pubblici.
In questo quadro molto negativo anche gli adempimenti burocratici rendono problematica la presentazione di liste unitarie della sinistra perché non solo che si compone un organo di secondo grado senza nessuna partecipazione democratica, ma che lo stesso voto ponderale legato alla popolazione dei comuni vale solo in fase di assegnazione dei seggi, ma non per la sottoscrizione delle liste.
In Brianza c'è infatti questa situazione:
Numero di abitanti: 840.129. Numero di comuni: 55.
Consiglieri comunali: 905.
Consiglieri da eleggere: 16.
Numero minimo di sottoscrittori (consiglieri comunali) per presentare una lista: 46.
Numero minimo di sottoscrittori (consiglieri comunali) per presentare un candidato presidente: 136.
Spesso, come in Brianza, la sinistra è presente nei consigli comunali attraverso liste cittadine difficili da coordinare tra di loro e quindi non in grado di presentare una lista unitaria e comunque anche questa "non rappresentazione" delle realtà locali in genere più propositive è voluta ancorché truffaldina.
Per questi motivi il PRC ritiene che non ci siano le condizioni per partecipare alle elezioni di secondo grado dei consiglieri provinciali.
Da ultimo vorremmo evidenziare come nell'imminenza di queste elezioni non si parli assolutamente di contenuti ma solo di posti da occupare. Ad esempio non è dato sapere quale sarà l'atteggiamento dei diversi partiti circa i temi caldi provinciali: la chiusura di molte fabbriche, la deindustrializzazione, la Pedemontana, le proposte di privatizzazione delle aziende ora interamente pubbliche (a partire da AEB - Gelsia), la gestione del territorio e l'ambiente, le infiltrazioni mafiose, ecc.
Temi sui quali la nostra presenza attiva continuerà.

PRC - Federazione di Monza e Brianza
La segretaria
Giovanna Capelli

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