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Peace summit

Peace summit

(28 Agosto 2010) Enzo Apicella
Nuovi "negoziati di pace" israelo-palestinesi

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    Imperialismo e guerra:: Altre notizie

    75 ANNI FA, RESA POLACCA A GERMANIA ED URSS

    (20 Settembre 2014)

    Dal n. 21 di "Alternativa di Classe"

    Il 27 Settembre 1939, settantacinque (75) anni fa, la Polonia, invasa, si arrendeva formalmente ai soli tedeschi, entrati in Varsavia, ma tale resa, in realtà, era rivolta ad entrambi gli occupanti, protagonisti del Patto Molotov-Ribbentrop: URSS e Germania. Ufficialmente si trattava di un “Patto di non aggressione” fra i due Paesi contraenti, formato da sette articoli e di durata decennale, siglato a Mosca, alla presenza di Stalin, appena un mese prima, il 23 Agosto, ma, in effetti, era una sorta di spartizione dei territori intermedi, secondo un annesso protocollo, composto da quattro sostanziosi articoli all'epoca segretati.
    Iniziava, quella che poi diventerà la Seconda Guerra Mondiale, il 1° Settembre 1939, con l'ingresso di 53 divisioni tedesche in territorio polacco, secondo il proposito di fare una “guerra lampo” e nonostante il patto di non aggressione tedesco-polacco concluso nel 1934; in realtà l'invasione della Polonia fu compiuta circa in un mese, grazie all'azione coordinata dei nazisti tedeschi e delle truppe “sovietiche”: i primi attaccarono da ovest, mentre i secondi, contravvenendo anch'essi ad un patto di non aggressione concluso nel 1932 con la Polonia, aprirono un fronte orientale il 17, cioè il giorno dopo che le milizie hitleriane avevano accerchiato Varsavia. Le principali resistenze dell'esercito polacco furono annientate già dal 19 Settembre...
    Secondo il Patto di Mosca, la Germania sarebbe tornata in possesso dei pezzi di Polonia che il Trattato di Versailles le aveva tolto, mentre l'URSS avrebbe dovuto ottenere, oltre a mezza Polonia, il controllo di Finlandia, Estonia e Lituania, divenute sì repubbliche indipendenti dopo la Rivoluzione d'Ottobre, ma pur sempre, secondo la logica di Stalin, territori dell'ex impero zarista!... Fu così che già dal 28 Settembre Estonia e Lettonia firmarono un “Patto di assistenza e mutua difesa” con la Lituania, che passava dalla sfera tedesca, cui da indipendente era approdata, a quella “sovietica”, permettendo la presenza stanziale di truppe dell'URSS nei propri territori; la Finlandia invece, rifiutandosi di accettare simili imposizioni, fu attaccata militarmente direttamente dall'URSS due giorni dopo...
    Si sa che l'appetito viene mangiando, e l'URSS di Stalin, dopo tre mesi di guerra con la Finlandia, rinunciò ad annettersela, solo in cambio di una sua regione, la Carelia, mentre il Patto con e tra le tre repubbliche baltiche ebbe vita breve: nel Giugno '40 vennero occupate ed annesse dall'URSS. Nello stesso mese l'URSS, per ottenere Bessarabia e Nord Bucovina (quest'ultima non facente parte dell'ex impero zarista...), dette alla Romania un ultimatum, che nemmeno osservò, occupandone militarmente la parte orientale. Non è un caso, poi, se ad Agosto anche Lev Trotzsky morì: fu assassinato da un sicario di Stalin!...
    Tutto tornava: la Germania, oltre a “tedeschi doc”, utilizzò i profughi tedeschi dai Paesi baltici per “germanizzare” la sua parte di Polonia, “ripulendola” dagli ebrei, mentre la ex Polonia orientale andava a rappresentare il nuovo confine occidentale dell'URSS!...
    Il 22 Giugno 1941 la Germania attaccò militarmente questi confini, dando inizio alla “Operazione Barbarossa” e l'URSS, colta di sorpresa, data la collaborazione in atto da ben due anni, fu costretta a cambiare alleanze, schierandosi con gli imperialismi “democratici” di Regno Unito e Francia. Questi i dati di fatto, ma sono ancora troppi i compagni su posizioni “giustificazioniste”: si sente dire perfino che le invasioni erano avvenute per proteggere il socialismo dal prossimo scontro coi nazisti, creando “zone cuscinetto”! Come se fosse possibile opprimere altrove per garantire un “socialismo” dove si vive!!
    Falsificazioni storiche e ragionamenti aberranti stanno resistendo troppo fra compagni! La realtà è che da molti anni, ormai, la politica, sia interna che estera, dell'URSS non aveva più a che vedere con gli interessi dei proletari del mondo: l'Internazionale “comunista” era divenuta la “longa manus” dello Stato russo, che agiva sul piano internazionale con una logica di potenza imperialista, mentre la base sociale del potere economico non era mai divenuta né socialista, né, tantomeno, comunista! E gli avvenimenti polacchi, ma non solo, ne sono la “prova del nove”.
    L'URSS di Stalin ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale, che è stata, al pari della Prima, una guerra imperialista, in cui si sono scontrati, principali contendenti, Paesi imperialisti, quali la Germania nazista, l'Italia fascista e l'Impero del Giappone, cioè le “potenze dell'Asse”, da un lato, e Regno Unito, Francia e Usa, le “democrazie occidentali”, insieme con l'URSS di Stalin, i cosiddetti “Alleati”, dall'altro. Le guerre mondiali sono state determinate da un insieme di fattori, non ultimi lo scontro per la supremazia internazionale ed il raggiungimento di nuovi equilibri da cui trarre vantaggi economici e politici. Giustamente il razzismo e le atrocità dei nazi-fascisti tendono a farli ritenere ancora oggi come nemico, ma quel che è sbagliato è il ritenere che contro di essi era giusta qualsiasi “alleanza”, anche quella dei proletari con le “borghesie democratiche”; si è trattato, infatti, di uno scontro bellico fra due alleanze di Paesi imperialisti, che utilizzavano diverse forme di governo, entrambe strumenti della borghesia a garanzia dei propri interessi, ma solo in contesti interni differenti!
    Gli imperialismi vincitori (la Francia solo “per procura”) si sono poi “seduti ad un tavolo”, a Yalta nel Febbraio del '45, per la spartizione del bottino di guerra, come si addice a dei predoni, e la presenza di Stalin, peraltro come “padrone di casa”, ha fatto credere a troppi che i proletari avessero “vinto la guerra”. In una guerra imperialista sono sempre i proletari a perderci, se non riescono a trasformarla “in guerra di classe rivoluzionaria”, come era riuscita a fare la Rivoluzione dell'Ottobre '17.
    Oggi la “crisi ucraina” vede una situazione di forte scontro: la Russia ha ammassato circa 20mila soldati al confine con l’Ucraina; 5 mila avrebbero già sconfinato e sono in battaglia con i ribelli ucraini e contro l’esercito nazionale. Nel frattempo la Gran Bretagna annuncia la formazione di una coalizione Nato, cui partecipa anche l'Italia, che sta inviando 10 mila uomini in Ucraina per “difenderla” dai russi, attivando cinque basi militari nei Paesi baltici, in Romania ed in Polonia. Il Presidente della Lituania ha dichiarato che con la Russia è guerra, mentre USA e UE preparano nuove sanzioni contro il Paese di Putin; di rimando, si attende una stretta russa sulle economie europee. E' evidente che non si tratta di uno scontro interno ad un Paese fra fascisti e “compagni”: non a caso, infatti da entrambi le parti imperialiste, Paesi NATO e Russia, i riferimenti alla Polonia del '39 si sprecano!...
    Ebbene, va ribadito con inequivocabile chiarezza: da subito occorre schierarsi, come proletari e/o come comunisti, contro questo scontro interimperialista, nel quale i proletari dell'area, aldilà di qualsiasi fede o etnia, vanno aiutati a cercare l'indipendenza di classe; prima di tutto contro l'imperialismo di casa propria, NE' KIEV, NE' SIMFEROPOLI, NE' MOSCA, NE' WASHINGTON, NE' BRUXELLES, NE' ROMA!

    Alternativa di Classe

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