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(Dove và la CGIL?)

Risoluzione Conclusiva proposta al Comitato Centrale della Fiom-Cgil del 10-01-05

(11 Gennaio 2005)

cari compagni
purtroppo i giornali di oggi omettono che al Comitato Centrale della Fiom-Cgil, vi è stata una votazione su documenti contrapposti. vi invio perciò il documento presentato dal sottoscritto e che, ahimè, ha avuto solo il voto di chi scrive.
saluti comunisti
Paolo Brini Comitato Centrale Fiom-Cgil

Il comitato centrale della Fiom-Cgil riunitosi in data 10-01-05 ritiene che non vi siano ulteriori possibilità di trattativa con i vertici di Fim-Cisl e Uilm-Uil per il raggiungimento di un’intesa unitaria nella presentazione della piattaforma per il rinnovo del biennio economico del CCNL. I margini di mediazione proposti da Fim e Uilm sulla richiesta salariale ( 104 € più 26€ per chi non fa contrattazione di secondo livello) sono ampiamente al di sotto della difesa reale del potere d’acquisto dei salari e, pertanto, in contrasto con la linea rivendicativa della Fiom-Cgil. Le dichiarazioni di Bombassei sulla volontà di Federmeccanica di introdurre flessibilità nell’orario di lavoro, di fare accordi con chi ci sta, cioè con chi si piega ai diktat confindustriali, i recenti attacchi subiti da delegati Fiom alla Iveco di Brescia oltre che l’accordo separato firmato in Fiat sulla mobilità di oltre 700 lavoratori sono fatti emblematici. Dimostrano la volontà esclusiva della controparte di piegare sindacato e lavoratori alle proprie esigenze produttive. La Fiom-Cgil non ha intenzione di permettere che i lavoratori vengano costretti a sottostare a tali condizioni. Si impone dunque la necessità da parte del nostro sindacato, dei nostri iscritti e militanti, di farci carico dell’impegnativa sfida a cui siamo chiamati. Mettendo in campo una piattaforma adeguata alle reali necessità dei lavoratori e preparandoci a una dura lotta coi metodi adeguati per vincerla.
Pertanto il Comitato Centrale decide di avanzare all’assemblea statutaria le seguenti proposte:

Nel presentare la piattaforma a Federmeccanica verranno disdetti dalla Fiom-Cgil gli accordi di luglio 93 le cui regole non soddisfano in termini salariali né normativi le esigenze dei lavoratori.

Una richiesta salariale che vuole recuperare la totale perdita di potere d’acquisto dei salari avvenuta negli ultimi tre anni. Secondo dati Eurispes almeno il 20%, traducibili in una richiesta di 300euro mensili uguali per tutti.

L’assunzione dei lavoratori precari e la definitiva chiusura a ogni discussione sulla legge 30 e sulla flessibilità, che sia di orario, di condizioni di lavoro o salariali.

La elezione dalle fabbriche di una assemblea nazionale di delegati che seguirà passo passo le fasi della vertenza e ne organizzerà le forme di lotta, partecipando alle varie fasi della trattativa con parere vincolante.

La Fiom-Cgil è consapevole di chiamare i lavoratori ad una lotta dura ed impegnativa. Ma la Fiom ritiene altresì che questa sia l’unica strada percorribile per ottenere un contratto che risponda alle reali esigenze dei lavoratori. All’argomentazione per cui, essendoci crisi industriale, “i soldi non ci sono” rispondiamo facendo rilevare che nel 2003 i dividendi delle maggiori aziende italiane sono aumentati del 85% e nel 2004 l’aumento previsto è pure maggiore. Dunque la Fiom-Cgil sta semplicemente rivendicando una più equa redistribuzione della ricchezza. Con oltre 200mila posti di lavoro a rischio la crisi industriale sta assumendo per i lavoratori proporzioni inaudite ed intollerabili. Di conseguenza, nelle aziende che licenziano o chiudono, la Fiom-Cgil avanza la proposta di discutere assieme ai lavoratori la possibilità di occupare gli stabilimenti e coordinare la lotta a livello nazionale lanciando rivendicazioni come la scala mobile sull’orario di lavoro e la nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori, proponendo forme di lotta analoghe a quelle attuate in Argentina negli ultimi due anni in oltre 200 fabbriche travolte dalla crisi industriale. Le nostre parole d’ordine saranno: “Dato che la colpa della crisi non è degli operai ma dei padroni siano loro a pagarla!”
Pur conscio delle difficoltà che presenta una ennesima vertenza separata, il Comitato Centrale della Fiom-Cgil auspica il raggiungimento del massimo possibile di unità alla base non solo nell’azione ma anche nei contenuti. Alla divisione ai vertici i delegati ed i lavoratori rispondano con la massima unità nelle fabbriche.

Paolo Brini

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