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Pistole elettriche Taser agli agenti E domani il debutto delle actioncam

(1 Ottobre 2014)

Polizia. Primo sì dalle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera

taseragents

Tele­ca­mere sulla divisa e pistola elet­trica Taser. Aspet­tando la «cura dima­grante» per i cin­que corpi delle forze dell’ordine pro­messa da Renzi e osteg­giata dai sin­da­cati di cate­go­ria, nel frat­tempo ci si pre­para a for­nire agli agenti di poli­zia un nuovo arma­men­ta­rio. Ieri le com­mis­sioni Giu­sti­zia e Affari costi­tu­zio­nali della Camera hanno dato il primo via libera all’utilizzo in via spe­ri­men­tale della pistola Taser che «nel Nor­da­me­rica (Usa e Canada) ha mie­tuto almeno 864 vit­time dal 2001», secondo quanto denun­ciato da Amne­sty inter­na­tio­nal, appro­vando un emen­da­mento del ber­lu­sco­niano Gre­go­rio Fon­tana al decreto legge sugli stadi.

Intanto, sem­pre ieri, il Garante della Pri­vacy ha dato parere posi­tivo all’uso delle mini tele­ca­mere indos­sa­bili sulle divise degli agenti «nel corso di mani­fe­sta­zioni pub­bli­che, ma solo in caso di effet­tiva neces­sità», giu­sto in tempo per il ver­tice della Bce che si terrà domani a Napoli e per il quale è pre­vi­sto l’esordio uffi­ciale delle action­cam, dopo mesi di spe­ri­men­ta­zione nei dipar­ti­menti di pub­blica sicu­rezza di Roma, Torino, Milano e della stessa città partenopea.

L’emendamento al decreto Stadi (che ora passa al vaglio dell’Aula) è stato appro­vato nella nuova for­mula voluta dal vice­mi­ni­stro Filippo Bub­bico, secondo la quale la spe­ri­men­ta­zione della pistola Taser deve avve­nire «con le neces­sa­rie cau­tele per la salute e l’incolumità pub­blica e secondo prin­cipi di pre­cau­zione e pre­via intesa con il mini­stro della Salute».

Ad opporsi, sol­tanto Daniele Farina (Sel) e Ema­nuele Coz­zo­lino (M5S) per­ché, tra le altre cose, la spe­ri­men­ta­zione di una nuova arma «non è esi­genza urgente e neces­sa­ria tale da essere inse­rita in un decreto legge». Al con­tra­rio esul­tano i Fun­zio­nari di poli­zia (che invi­tano però a «impie­gare già nella fase spe­ri­men­tale Taser che dispon­gono di un sistema di video­re­gi­stra­zione con­nesso auto­ma­ti­ca­mente al loro uso, come avviene già in Fran­cia») e il cen­tro­de­stra; in par­ti­co­lare, manco a dirlo, il vice pre­si­dente del Senato Mau­ri­zio Gasparri.

Il for­zi­sta Fon­tana invece quasi nic­chia, inti­mo­rito dalle con­di­zioni poste nella rifor­mu­la­zione di Bub­bico che, dice, «c’è da augu­rarsi che non si tra­sfor­mino in una mano­vra osta­tiva verso un’operazione di ammo­der­na­mento tec­no­lo­gico», tanto più che, sostiene con­fu­tando i dati di Amne­sty, «la Taser, come è noto, è un’arma di dis­sua­sione non letale: essa pro­duce una sca­rica elet­trica che rende la per­sona col­pita inof­fen­siva per alcuni secondi, suf­fi­cienti alle forze dell’ordine per arre­starla. Il suo uti­lizzo, per­tanto, con­tri­bui­sce sia a ridurre i rischi per l’incolumità per­so­nale degli agenti sia a ridi­men­sio­nare dra­sti­ca­mente il numero delle vit­time nelle ope­ra­zioni di pub­blica sicu­rezza, come dimo­stra l’esperienza di molti Paesi avan­zati, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Fran­cia e la Svizzera».

Amne­sty invece ricorda le «con­se­guenze mor­tali su sog­getti con disturbi car­diaci» o in con­di­zioni di debo­lezza fisica per­ché, al momento di essere “tase­riz­zati”, erano sotto «l’effetto di alcol o dro­ghe» o «ancora per­ché sotto sforzo, ad esem­pio al ter­mine di una col­lut­ta­zione o di una corsa».

Da domani, invece, a Napoli, si pas­serà alla fase due della spe­ri­men­ta­zione delle mini tele­ca­mere che gli agenti in tenuta anti­som­mossa appli­cano al gilet tat­tico atti­van­dole in base alle indi­ca­zioni del fun­zio­na­rio di piazza. Nel suo parere, il Garante della pri­vacy ha ricor­dato che le regi­stra­zioni, da effet­tuare solo «ove vi sia effet­tiva neces­sità in occa­sione di mani­fe­sta­zioni pub­bli­che», ossia «nel caso di insor­genza di con­crete e reali situa­zioni di peri­colo di tur­ba­mento dell’ordine e della sicu­rezza pub­blica», devono rispet­tare i prin­cipi del Codice sul trat­ta­mento dei dati per­so­nali. Le imma­gini riprese, dun­que, dovranno essere «per­ti­nenti e non ecce­denti rispetto alle fina­lità per le quali sono rac­colte», «dovranno essere con­ser­vate per un periodo di tempo limi­tato e poi can­cel­late», e infine «nel caso si siano effet­tuate riprese in occa­sione di situa­zioni di pre­sunto peri­colo per l’ordine e la sicu­rezza pub­blica poi non con­cre­tiz­za­tosi, deve essere dispo­sta la tem­pe­stiva can­cel­la­zione delle immagini».

Eleonora Martini, il manifesto

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