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(15 Gennaio 2010) Enzo Apicella
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    La truffa degli "aiuti" per le vittime dello tsunami

    (14 Marzo 2005)

    Da pagina 23 del quotidiano economico “ItaliaOggi” del 12 marzo 2005 nella
    rubrica “Nelle reti” a cura di Lorenzo Roida:

    Alle vittime dello tsunami i pescherecci italiani da demolire

    Partiranno soprattutto da Italia e Grecia i piccoli pescherecci destinati alla demolizione, che l’Europa ha invece deciso di inviare nel Sudest asiatico, ai pescatori colpiti dal maremoto del 26 dicembre scorso. E’ questo il risultato dell’accordo politico, raggiunto all’unanimità dai ministri dai ministri della pesca Ue il 28 febbraio, sulla proposta del commissario Ue alla pesca Joe Borg.

    L’iniziativa riguarda le imbarcazioni lunghe fino a 12 metri e in attività tra 5 e 20 anni; il trasferimento dovrebbe avvenire entro il 30 giugno 2006. Ai pescatori che cederanno le imbarcazioni, inizialmente destinate alla demolizione, andrà un contributo di 50 mila euro, più un premio pari al 20% per coprire i costi di trasporto. L’Ue è ora in attesa delle indicazioni che darà la Fao su esigenze e priorità dei paesi beneficiari. In seguito, gli stati membri dovranno notificare a Bruxelles la lista delle imbarcazioni e i paesi di destinazione.


    Un commento:

    In pratica si tratta di un contributo statale alla rottamazione di pescherecci obsoleti che permetterà ai pescatori comunitari di farseli nuovi con i soldi degli aiuti stanziati per le vittime dello tsunami. Anche se l’articolo non dice esplicitamente che i soldi vengono da tali fondi , tutto fa pensare che da lì vengano. Insomma, con i soldi stanziati dagli stati e versati dalla gente, si aiutano i pescatori comunitari invece che quelli colpiti dallo tsunami. Questi ultmi pescatori si ritroveranno – sempre se li riceveranno - con pescherecci vecchi e molto probabilmente inutilizzabili.

    Non sarebbe stato meglio se l’Europa, invece, dasse direttamente i 50 mila euro ad ogni famiglia dei pescatori vittime dello tsunami? I pescatori comunitari che hanno un minimo di coscienza etica dovrebbero rifiutare di prestarsi a tali truffe o farsi dare il contributo di 50 mila euro più il 20% e devolvere l’intera somma effettivamente ai loro colleghi pescatori vittime dello tsunami.

    Certamente i grossi armatori di pescherecci non si porranno tali problemi etici e approfitteranno del contributo sbandierando la loro “bontà” d’animo nell’aiutare i pescatori vittime dello tzunami.

    meletta

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