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IDENTITÀ POLITICA

(3 Ottobre 2014)

La definizione di un’identità è il presupposto fondante di un soggetto politico, per lo sviluppo della sua iniziativa sul piano della produzione intellettuale e su quello dell’azione esterna.
Un’identità che deve comporsi di diversi elementi capaci di costruire una coscienza collettiva tale da consentire a quanti partecipano - in varie forme - alla vita del soggetto di riconoscersi tra loro e di permettere anche una riconoscibilità complessiva.

Il linguaggio usato e i simboli esposti rappresentano elementi fondamentali per la costruzione dell'identità. Ma per evitare che ci si risolva in una semplice distinzione nominalistica è necessaria una visione critica del mondo nell’attesa dell’oggi e del futuro.

Tutta la critica marxiana dell’economia politica è fondata su questo principio, interpretando così la dottrina del materialismo storico–dialettico.

Ne consegue che il rapporto tra identità e ideologia non potrà che essere quello di una costante “critica” alla realtà esistente, per evitare di scivolare in una visione deteriore del pragmatismo. In questo modo si realizza una concretezza delle proprie azioni, attraverso le quali si possono raggiungere risultati (o sconfitte) da considerare sempre come parziali.

Non serve, in sostanza, limitarsi alla “critica delle idee” ma occorre una “critica della realtà” per evitare immagini e giustificazioni illusorie utilizzate allo scopo di evitare il confronto con la materialità delle cose.

La “capacità critica” rappresenta il difficile passaggio per arrivare a costruire una prospettiva che raccolga in sé sia l’utopia di una società futura perfetta che la materialità della lotta sociale interpretata nella logica dei tempi presenti.

Potrà essere così possibile fornire gli elementi di un’identificazione collettiva che non sia una semplice adesione all’immaginario, magari estemporaneo, un “credo” nelle virtù di un qualche "Ente Superiore" (sia questo il “partito” o un “Capo”, o tutti e due assieme com’è accaduto e accade anche con una certa frequenza), una passivizzazione nel rapporto di massa.

L’identità di un soggetto politico dunque rappresenta la base per la realizzazione di un’autonomia sostanziale sul piano delle idee: il solo presupposto indispensabile per realizzare il rapporto con gli altri, sia in termini di confronto che di scontro.

Sarebbero tanti gli esempi da portare in rilievo per sottolineare la validità di queste affermazioni nella contingenza dello scontro sociale e politico che stiamo vivendo: ci si può limitare, però, a quello dell’opposizione che è necessario realizzare concretamente a partire dall’attualità della situazione europea e italiana, contrassegnata dal formarsi di un vero e proprio “regime autoritario”.

Notiamo, tutti i giorni, l’insufficienza del contrasto che viene avanzato, politicamente e socialmente, a questo fenomeno politico così pericoloso: un’insufficienza che deriva, prima di tutto, dall’assenza d’identità dalla quale consegue l’incapacità di offrire sintesi politica e proposta compiuta da parte di chi intenderebbe opporsi ma non riesce a oltrepassare il “nominalismo” nella presunta affermazione di un proprio ruolo.

Identità e critica: binomio inscindibile per la definizione di una visione del mondo da sottoporre sempre al Tribunale della Ragione.
Ciò di cui, insomma, dovrebbe nutrirsi la politica nel suo quotidiano svolgersi e divenire.

Patrizia Turchi e Franco Astengo

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