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Rifugiato o clandestino?

Rifugiato o clandestino

(5 Aprile 2011) Enzo Apicella

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Pisa, cooperative e Società della Salute: tempo di bilanci critici

(20 Ottobre 2014)

pisabigattiera

Bambini al campo rom della Bigattiera (da unacittaincomune.it)

Il comune di Pisa avviò nell’ormai lontano 2002 il progetto denominato “Città Sottili”. Per attuarlo fu pensata una commistione tra pubblico e soggetti del privato sociale che, trovava espressione nella Società della Salute (un consorzio pubblico di comuni e Azienda USL 5) per la programmazione delle politiche socio assistenziali e socio sanitarie, del territorio provinciale.
A distanza di tanti anni, sul piano lavorativo, non possiamo che prendere atto di come le Cooperative siano diventate lo strumento con cui abbassare il costo del lavoro, precarizzandolo e esternalizzando i servizi. Le premesse di un decennio fa sono state disattese, in questi anni abbiamo perso decine di posti di lavoro e le Cooperative hanno di volta in volta concertato i tagli agli organici e ai servizi con i lavoratori/trici in un ruolo di supina accettazione. L’obiettivo, dei percorsi di cittadinanza, per coloro che si trovano in situazione di forte esclusione sociali e dimorano in situazioni abitative in stato di forte degrado, solo parzialmente è stato concretizzato, è sufficiente consultare i dati:

- sull’aumento dei senza casa, italiani e non,
- di quanti sono i senza reddito emergenti.

I senza casa e lavoro vengono progressivamente messi ai margini della politica e spesso obbligati a condizioni di vita tra le piaghe della società, ma sono anche sottoposti a scelte amministrative di indirizzo securitarie (le ordinanze del sindaco vanno in questa direzione) e dai tagli ai progetti sociali e di riduzione del danno che, hanno determinato la perdita di molti posti di lavoro (o riduzione di ore\salario) nelle Cooperative. Gli obiettivi, quali il superamento dell’assistenzialismo e dello stesso concetto di campo Rom, la cancellazione dei quartieri ghetti si scontra con la criminalizzazione del dissenso e la miseria crescente che, ha necessità di individuare obiettivi contro i quali agitare la paura popolare e recuperare consenso politico.

In dieci anni molte cose sono cambiate e sarebbe bene domandarsi che fine abbia fatto quel progetto (deciso da sds e Comune di Pisa) riassumibile con alcune parole d’ordine: casa – legalità – istruzione – lavoro – salute. Nel merito delle questioni, di un progetto che dimostrò fin dall’inizio forti limiti di realizzazione e molte criticità:

Rispetto ai finanziamenti destinati ai rom (che non sono le 30 euro al giorno a rom di cui parla la destra , soldi che esistono solo nella testa di chi cavalca xenofobia e razzismo) c’è da dire che dal 2011 la Comunità Europea elargisce soldi agli Stati membri con l’obbligatorietà di destinarli a progetti di inclusione sociale delle comunità Rom, nel caso del Comune di Pisa e del Comune di Sesto Fiorentino, la Comunità europea parla nel 2012 di non attuazione dei programmi e soprattutto accusa le amministrazioni di non aver speso per l’inclusione i soldi ricevuti, questa notizia emerge in un incontro a Strasburgo nel Gennaio 2012 presenti alcuni amministratori locali.

E’ troppo chiedere alla Sds e alle amministrazioni locali che ne fanno parte di dirci come stanno le cose, se e come sono stati spesi i soldi?

Veniamo al servizio scuolabus che ovviamente è a carico delle famiglie, (su modello ISEE), ma sono presenti alcuni casi, e nell’ultimo anno sono aumentati, di famiglie morose e molte sono anche le famiglie italiane. La morosità non riguarda solo il servizio scuolabus, alcune famiglie pur essendo in pari con i pagamenti del servizio, non usufruiscono dello scuolabus perché hanno contratto debiti con la SEPI. (multe etc. che la SEPI non può, a detta sua, neppure rateizzare).

E la situazione ormai riguarda non solo rom ma anche quanti fino ad oggi vivevano dignitosamente con un salario e un reddito che consentiva pagamenti regolari del mutuo, delle rate della macchina e anche dei servizi erogati dal Comune. In ogni città sono sempre più numerose le rinunce al servizio scuolabus

Chiudiamo sulla spinosa questione bigattiera (dove operano anche i volontari della PA): difficile è capire le scelte dell’ l’amministrazione comunale. Gli interventi di scolarizzazione sono stati sospesi per volere della Società della Salute già a primavera 2011, così come furono sospesi altri interventi poi ripresi nella primavera scorsa. Il servizio scuolabus non esiste, per volontà dell’Amministrazione comunale negando a tanti bambini\e il diritto di istruzione (poi escono titoli roboanti con denunce a carico dei genitori che non mandano i loro figli a scuola). Non esistono sussidi alle famiglie che non siano detrazioni in busta paga (“sconti” d’imposta) per i figli o assegni per il nucleo familiare; una oculata politica di sussidi dovrebbe riguardare tutti i casi sociali che sono in costante aumento sul territorio pisano.

Chiudiamo con una domanda: per quanto riguarda i finanziamenti, parte sono elargiti dal Comune, parte dalla Regione, ma quasi tutti, compresi quelli regionali e comunali provengono della Comunità Europea. Allora come sono spesi questi soldi? Quanta occupazione creano e quanta potrebbero creare? Quali sono gli interventi sociali per rom e non solo? Di questo vogliamo parlare con Sds, Comune e cooperative

cobas pisa

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