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Roma: una manifestazione straordinaria apre una nuova fase del movimento contro la guerra.

(21 Marzo 2005)

Una partecipazione vera, ampia, straordinaria e determinata fino in fondo ha caratterizzato la manifestazione di Roma del 19 marzo nell'ambito della giornata mondiale contro la guerra.

Decine di migliaia di persone (50.000, 70.000 o quanto volete) hanno dato vita ad una manifestazione popolare su una piattaforma finalmente adeguata alla posta in gioco: via subito le truppe dall'Iraq; sovranità dell'Iraq e riconoscimento della legittimità della resistenza all'occupazione; via le basi militari USA e NATO dal nostro paese, hanno rappresentato il minimo comune denomitore di una coalizione di forze che hanno posto al centro l'obiettivo di mantenere alta e più qualificata la mobilitazione contro la guerra mettendo fine alla ritualità delle manifestazioni per la pace e facendo saltare clamorosamente e pubblicamente il tentativo di depotenziare il movimento.messo in moto da mesi della "politica"

Una manifestazione motivata e determinata che ha saputo fare fronte con maturità ed efficacia alla chiusura degli spazi di agibilità imposti dal governo Berlusconi e dai responsabili dell'ordine pubblico.

Una manifestazione che non è arretrata di un millimetro di fronte all'impressionante schieramento poliziesco e che con creatività ha saputo praticare l'obiettivo di arrivare fino a Palazzo Chigi, la sede di un governo che resta il principale responsabile della partecipazione dell'Italia alla guerra e all'occupazione dell'Iraq.

Da oggi è chiaro a tutti che non è stata violata una "zona rossa" ma è stato penetrato ed imposto un territorio politico: quello in cui di fronte alle ambiguità e all'inettitudine dell'opposizione parlamentare del centro-sinistra, è l'autonomia del movimento che entra in campo contro il governo Berlusconi e i troppi silenzi della Presidenza della Repubblica, ponendo con forza gli obiettivi condivisi dalla maggioranza sociale di questo paese e della coalizione di forze che ha fortemente voluto la manifestazione di sabato 19 marzo.

La scelta di alcune di forze di concentrarsi e di andare a Bruxelles piuttosto che contribuire alla manifestazione di Roma, è qualcosa di più un errore politico, è la sanzione che l'autonomia del movimento contro la guerra ha fatto adesso un passo in avanti irreversibile. La riuscita della manifestazione anche in assenza degli apparati organizzativi e del consenso dei grandi partiti, dei maggiori sindacati ed associazioni, indica che un nuovo percorso politico e con contenuti più avanzati è avviato.

Il ritiro immediato delle truppe dall'Iraq, lo smantellamento delle basi militari USA e NATO, il riconoscimento della resistenza irachena come fattore legittimo e compagno di strada dei movimenti che in tutto il mondo stanno lottando per mettere fine alla guerra, sono adesso un elemento di consapevolezza e chiarezza comuni dentro il movimento. Si tratta adesso di incalzare un governo in difficoltà perchè ritenuto responsabile di una crisi politica, sociale e morale che la sua complicità nella guerra di Bush ha fatto implodere ed esplodere. Con la manifestazione del 19 marzo una nuova fase del movimento contro la guerra si è aperta.

Grazie a tutti e a tutte coloro che vi hanno creduto e partecipato fino in fondo

Roma 19 marzo

Comitato per il ritiro dei militari dall'Iraq

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