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OPERAI MANGANELLATI E SENTENZA CUCCHI: SI CONSOLIDA IL BLOCCO DI REGIME

(1 Novembre 2014)

A molti forse potrà apparire un’arbitraria commistione: eppure c’è un nesso tra il manganellamento degli operai della Terni e l’inaudita sentenza che assolve gli imputati del processo Cucchi, assoluzione avvenuta attraverso l’inquietante formula della “insufficienza di prove”.
In verità la democrazia italiana non è mai stata granché dal lato soprattutto della giustizia, delle forze dell’ordine, dell’inquinamento nelle forme di correttezza e trasparenza dello Stato.
Basti a pensare alle grandi questioni del rapporto tra settori dello stato e la malavita organizzata a partire da Portella della Ginestra, ai misteri accumulati nel periodo del terrorismo tra gli anni’60 e quelli ’80, le vicende Gladio, Piano “Solo” e quant’altro, i documenti redatti dalla loggia massonica, P2, l’endemica questione morale, le ricorrenti vicende di deviazione dei servizi segreti, la “tela di ragno” del cosiddetto “stato duale”.
Adesso però ci troviamo, rispetto alle complesse situazioni appena elencate (in forma e dimensione alquanto sommarie), in una situazione di vero e proprio “salto di qualità”.
Un salto di qualità favorito dall’assenza dei grandi contropoteri di massa rappresentati dai partiti e dai sindacati, dai quali emersero nel corso degli anni fortissime spinte verso una compiuta democratizzazione attraverso il concorso dei soggetti organizzati e l’affermazione di un’adeguata dimensione politico – culturale: i risultati non furono probabilmente all’altezza delle contraddizioni evocate ma quella spinta ci fu e non deve essere negata o dimenticata.
E’ necessario prestare attenzione a un punto fondamentale: la questione della democrazia, nella sua oggettiva incompiutezza di espressione, non può essere soltanto un fatto di testi scritti da applicare e rispettare: Costituzione e leggi, con particolare riferimento ai temi della rappresentanza politica e dei corpi sociali.
La questione della compiutezza della democrazia è soprattutto questione di autonomia e separatezza tra i diversi poteri.
Autonomia e separatezza che deve, prima di tutto, rappresentare il punto di riferimento per l’applicazione piena dell’articolo 3 della Costituzione e, in secondo luogo, costituire l’elemento sul quale poggiare per respingere i continui tentativo di inquinamento di corpi separati intenzionati a violare non tanto e non solo la legalità ma la stessa essenza della democrazia repubblicana.
Manganellamento degli operai e sentenza Cucchi ci riportano, invece, in una situazione di consolidamento di quel “blocco autoritario” sulla base del quale s’intende, da qualche tempo, governare questo Paese attraverso l’espressione di una logica di dominio di classe e di conservazione e accrescimento del potere da parti di ceti separati.
Dov’è finito, nel frattempo, quel richiamo esercitato qualche settimana fa da parte del direttore del Corriere della Sera sull’odore di massoneria?
Cosa sta avvenendo in Italia oggi nel momento di un apparente punto di svolta rispetto alla lunga fase di transizione seguita all’implosione dei grandi partiti di massa, all’avvento pieno del personalismo politico, alla caduta di ruolo dei sindacati, all’evidente riduzione di spazi nel rapporto tra politica e società?
Si consolida così un regime autoritario e ci stanno aspettando tempi molto duri.

Franco Astengo

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