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La Gelmini ha ragione

La Gelmini ha ragione

(26 Novembre 2010) Enzo Apicella
Manifestazioni studentesche contro la "riforma" Gelmini in tutte le città.

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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

CONFEDERALI: SABATO 8 NOVEMBRE UNA MANIFESTAZIONE PER RIDURCI LO STIPENDIO?

(6 Novembre 2014)

CGIL, CISL e UIL scenderanno in piazza sabato, come dicono, per il 'rinnovo' del contratto. Hanno organizzato una manifestazione anziché uno sciopero, all'alba dell'8 Novembre, dopo che il contratto dei dipendenti pubblici (e della scuola, inserita impropriamente nel calderone indistinto) è fermo dal 2006. 'Protesteranno' dopo aver sottoscritto con Tremonti la triennalizzazione di contratti che prima erano biennali (così ora dicono che i CCNL sarebbero scaduti da 6 anni anziché da 8). CISL e UIL 'protesteranno' dopo aver sottoscritto il 'congelamento' degli scatti d'anzianità, dei quali è già decisa l'estinzione (col piano Renzi) ancor prima della restituzione totale degli stessi (avvenuta solo in parte e senza interessi legali né indennità di vacanza contrattuale). Tutti e tre manifesteranno, appunto, senza citare minimamente la cosiddetta 'Buona Scuola' del Governo, che elimina gli automatismi d'anzianità. Tutti e tre manifesteranno senza dire che sono stati conniventi per decenni, ma soprattutto senza spiegare il problema principale. Trattasi del fatto che, come questi sindacati pronta-firma sanno benissimo, dal 1995 si sono svenduti la contrattazione. Infatti, grazie al Dl.vo 29/1993, da loro pattuito con Governo (tanto) Amato grazie agli accordi sul costo del lavoro, non è più possibile per il pubblico impiego italiano avere 'aumenti' superiori all'inflazione programmata dal proprio datore di lavoro: il Ministro dell'Economia pro-tempore. La cosa, del tutto originale nel mondo, se accantoniamo i motivi per piangere, risulta ancora più ridicola oggi che il Paese è in recessione. Di quale 'contratto' stanno quindi parlando i sindacati Confederali (e, con loro, gli 'autonomi' SNALS e Gilda)? Di un contratto che, in ossequio alla suddetta legge, dovrebbe semmai decurtare una parte dello stipendio, visto che siamo in deflazione?
Per questo motivo, col passaggio dalla lira all'euro, avemmo un rinnovo del 2% a fronte del dato Istat al 6% e di un aumento dei prezzi al consumo pari al 50%. Per questo, dal 1995 abbiamo contratti sempre sotto l'inflazione dichiarata (dato Istat) e reale (incremento vero del costo della vita) e non potremo MAI neppure avvicinarci alla media retributiva europea, ove siamo (tenendo presente anche la diversità dei costi standard) all'ultimo posto, persino sotto a Grecia e Portogallo. O si esce dal pubblico impiego e dal campo di vigenza del DL.vo 29/1993, come l'Unicobas vuole da anni, o risulta PERSINO RIDICOLO parlare di stipendi (...europei).
Il DLvo 29/93, che invece 'risparmia' i docenti universitari, la magistratura, i militari di carriera ed altre categorie 'protette', è stato il primo passo essenziale dell'impiegatizzazione del corpo docente. Da allora non esiste più il ruolo, bensì l'incarico a tempo indeterminato (tipico un tempo del supplente annuale), o a tempo determinato per i precari, che sarebbe come dir loro 'lasciate ogni speranza o voi che non siete entrati'. Il ruolo era soprattutto uno scudo a garanzia dell'autonomia della funzione docente e del rispetto del dettato costituzionale sulla libertà di insegnamento, tipico del lavoratore 'non subordinato' e professionale (valutabile, in caso di controversie, solo da chi ha competenze per farlo com'erano i consigli di disciplina eletti previsti dai Decreti Delegati ed aboliti nel 2008 da Brunetta). L'eliminazione del ruolo, e la contestuale trasformazione del preside in 'datore di lavoro', annunciava già nel 1993 la figura del 'dirigente' (ruolo aziendalista che confligge con la comunità educante e con l'ambito collegiale e democratico di autogoverno della scuola). Il dirigente, introdotto con la cosiddetta 'autonomia' nel 2000, è diventato quindi l'arbitro assoluto di ogni controversia disciplinare, insieme all'Ufficio Scolastico Provinciale. Essi decidono 'inaudita altera parte'. Infine, come avrebbe voluto la Aprea con il suo ddl, ma anche Ichino e la Giannini oggi, il dirigente potrà diventare anche l'arbitro delle assunzioni scuola per scuola senza controllo pubblico ed il 'valutatore' delle 'performance di qualità'. Per questo, con l'ausilio di Confederali ed Autonomi, la controparte persegue lo smantellamento di quel che resta degli organi collegiali: Collegio Docenti (che si vorrebbe solo consultivo) e Consiglio di Istituto (da trasformare in 'consiglio di amministrazione' di scuole-fondazioni). Grazie alla cd. autonomia i Consigli Scolastici Provinciali non esistono più dal 2000 e gli insegnanti non eleggono più il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione dal 1997: se avessero tolto organismi di tale importanza a qualsiasi altra categoria professionale ci sarebbe stata un'insurrezione, mentre noi abbiamo avuto persino un ministro che intendeva 'valutarci' a quiz, come poi imposto agli studenti con il dozzinale metodo Invalsi.
Dulcis in fundo, la vexata quaestio degli automatismi d'anzianità. Il Dlvo 29/93 li cancella del tutto. Per noi è stato seguito un 'percorso a tempo': il 'congelamento' non è che l'anticamera dell'eliminazione degli scatti. Erano biennali e sono stati trasformati in 6 'gradoni': il primo di 3 anni, i successivi tre di 6 anni e gli ultimi due di 7. Anche senza alcun rinnovo contrattuale, oggi avremmo una retribuzione molto più alta se avessimo conservato quegli scatti. S'è detto che con quegli aumenti d'anzianità (che invece hanno conservato i docenti universitari, i magistrati ed i militari di carriera) 'sarebbero andati avanti tutti, anche i cialtroni'. Però persino la Svizzera, paese 'meritocratico'-liberista per eccellenza, che non prevede automatismi d'anzianità per nessuno, li conserva SOLO per gli insegnanti (e sono annuali), perché in tutto il mondo si sa bene che ad insegnare si impara soprattutto insegnando.
Per le ragioni su addotte, l'Unicobas vuole un contratto specifico per tutta la scuola fuori dall'area del pubblico impiego (dove non è prevista certo la 'libertà di impiegamento' e dove non esistono le responsabilità penali che gravano su chi a che fare con minori) e l'istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza (con diramazioni provinciali), adibito a garantire, così come per la Magistratura, l'autonomia e la terzietà della Scuola pubblica. Senza tutto ciò la privatizzazione della scuola e la sua subordinazione alle caste della politica ed agli interessi economici di parte, è sicura. Per tutta la scuola, docenti ed ata, dal momento che anche un collaboratore scolastico ha competenze di vigilanza che un usciere del ministero non ha, dal momento che gli aiutanti tecnici hanno competenze di coadiuzione educativa e gli amministrativi firmano bilanci di milioni che ovunque (anche nel sistema privato) darebbero luogo a retribuzioni ben più alte.

Stefano d'Errico - segretario nazionale Unicobas

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