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USA. 46 milioni di poveri

USA. 46 milioni di poveri

(28 Settembre 2011) Enzo Apicella
I poveri negli USA sono 46 milioni, il 15% della popolazione. I due terzi di questi poveri lavorano, ma per un salario da fame

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Assemblea nazionale svoltasi a Firenze l'8 novembre: resoconto e documenti

(11 Novembre 2014)

assnaz

Sabato 8 novembre a Firenze circa 120 attivisti sindacali provenienti da tante situazioni di lotta di tutto il Paese, oltre a studenti, disoccupati, compagne e compagni di tante realtà politiche e sociali di tutta Italia, si sono riuniti per dire no a Jobs Act, Legge di Stabilità, accordo della vergogna e leggi razziste.
Erano presenti in sala ed hanno partecipato al dibattito delegati di realtà sindacali territoriali diverse - Cub, Usi, Si.Cobas, Fiom, sinistra Cgil - uniti nella volontà di costruire un percorso comune di lotta e resistenza agli attacchi del governo e dei padroni. Un risultato straordinario e unico nel panorama sindacale italiano, usualmente caratterizzato da una forte frammentazione.

Un dibattito partecipato e internazionale
Erano seduti al tavolo della presidenza Sandro Bruzzese dell'Usi (unica confederazione sindacale nazionale che ha aderito, per ora, alla campagna promossa da No Austerity), Ivan Maddaluni (ferroviere della Cub Trasporti Toscana), Patrizia Cammarata (rsu del Comune di Vicenza) e Fabiana Stefanoni (del coordinamento nazionale di No Austerity).
Il dibattito - introdotto da una relazione di Ivan Maddaluni e concluso da Fabiana Stefanoni - è stato molto partecipato, con interventi di delegati delle seguenti realtà: coordinamento No Austerity, Confederazione sindacale Usi, Flmuniti Cub Parma, rsu Cub Cobas Telecom Puglia, Allca Cub Bolzano, Si.Cobas Bergamo, Associazione Lavoratori Pinerolesi, Fisac Cgil Cremona, Cub Toscana, Rsu Bordo 47 Trenitalia, Licenziati politici Esselunga di Pioltello, Il sindacato è un'altra cosa-opposizione Cgil Cremona, rsa Fiom Ferrari, Cub Sur nazionale, attivisti Cub Vicenza, Cub Sanità di Salerno e Firenze, Cub Telecom Toscana, operai del presidio Dielle di Cassina de' Pecchi, studenti dei collettivi, coordinamento disoccupati milanesi, Associazione donne immigrate, Donne in lotta di No Austerity, ecc.
Pur non avendo aderito all'assemblea, anche il Si.Cobas nazionale ha portato un contributo al dibattito con un intervento di Fabio Zerbini.
Molto applaudito l'intervento di Cacau Pereira, responsabile esteri della Csp Conlutas del Brasile, che ha portato i saluti del suo sindacato e della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta (a cui aderisce anche il coordinamento No Austerity, insieme con centinaia di sindacati conflittuali e comitati di lotta di tutto il mondo). Sono stati letti anche i saluti del sindacato di base francese Solidaires e dei Co.Bas di Spagna, che ci hanno incoraggiati a proseguire sulla strada dell'unità delle lotte, sia in Italia che su scala internazionale, ribadendo il loro sostegno alla campagna contro l'accordo della vergogna e contro il Jobs Act.

Le decisioni dell'assemblea
L'assemblea ha ribadito con fermezza la contrarietà all'accordo vergogna sulla rappresentanza siglato il 10 gennaio 2014, che intende smantellare qualsiasi libertà sindacale e agibilità per tutti i sindacati che non accettano di diventare complici dei padroni. E' stata discussa e approvata all'unanimità una risoluzione per proseguire unitariamente la lotta contro Jobs Act, Legge di Stabilità, razzismo e accordo della vergogna, con l'impegno di tutte le realtà presenti a portarsi solidarietà reciproca: una dimostrazione della volontà di proseguire con determinazione la battaglia contro queste misure che attaccano frontalmente il sindacalismo conflittuale e il diritto di sciopero, misure attraverso cui padroni e governo cercano di indebolire le lotte dei lavoratori.
L'assemblea ha anche fatto appello - sia nella risoluzione votata sia negli interventi dalla presidenza e della platea - a promuovere e rafforzare lo sciopero generale e sociale del 14 novembre, proclamato dal sindacalismo di base (e dalla Fiom nel Nord Italia), dagli studenti, dai comitati dei precari e dei disoccupati, dai movimenti di lotta ("strike meeting"): una giornata fondamentale per rafforzare l'opposizione di classe al governo Renzi.
Sono infine stati votati due ordini del giorno, uno in solidarietà agli operai metalmeccanici della Embraer di Sao José dos Campos del Brasile, che sono in sciopero a oltranza a difesa del salario, e uno contro la repressione delle lotte, in solidarietà ai tanti lavoratori che subiscono la repressione poliziesca, tra cui gli operai dell'Ast e i lavoratori della logistica.
La giornata si è conclusa nell'entusiasmo di tutti i compagni presenti per aver rafforzato un percorso di unificazione delle lotte, difficile ma imprescindibile per creare i rapporti di forza necessari per respingere gli attacchi del governo e rafforzare un'alternativa di lotta alla violenza del sistema capitalistico.
No Austerity - Coordinamento delle Lotte


La risoluzione votata all'unanimità dall'assemblea

Il governo Renzi sta attaccando violentemente il tessuto sociale di questo Paese e tutti i diritti fondamentali ed universali. Il Jobs Act ridimensionerà ulteriormente l'articolo 18, già fortemente messo in discussione dalla "riforma Fornero" del governo Monti, con l’appoggio del Pd e l'avallo delle direzioni dei sindacati collaborativi.
Se il Jobs Act diventa legge, eventuali assunzioni a tempo indeterminato saranno prive di tutela di legge perché alle aziende sarà concessa la libertà di licenziare senza alcuna motivazione. Il lavoratore diventerà una merce a uso e consumo del mercato del lavoro.
Gli occupati a tempo indeterminato/determinato non potranno avere nessuna garanzia per il futuro e ciò genererà solo disoccupazione e sotto-occupazione.
L’art.18, che già è stato riformato dalla Fornero, deve essere ripristinato nella sua versione iniziale e deve essere esteso a tutti i lavoratori di grandi e piccole aziende.

Ma non è solo l'articolo 18 ad essere messo in discussione col Jobs Act:
- peggiora l'erogazione degli ammortizzatori sociali, a vantaggio delle aziende e a svantaggio dei lavoratori;
- verrà introdotto un sistema di spionaggio dei lavoratori tramite telecamere;
- le mansioni degli operai potranno essere modificate a piacimento dei padroni;
- le agenzie interinali (alcune gestite dai sindacati collaborativi) riceveranno compensi dallo Stato;
- è prevista una nuova sperimentazione di un orario minimo applicabile, sul modello delle cooperative del ministro Poletti;
- viene rivista la legge 104, con un aggravio per lavoratori (che dovranno "scambiarsi" vicendevolmente delle ore per poter assistere i famigliari).

Parallelamente la Legge di Stabilità prevede più di 4 miliardi di tagli:
- tagli a sanità, trasporti, servizi sociali;
- blocco degli scatti stipendiali per i lavoratori pubblici fino al 2015 (blocco da cui sono esclusi non a caso solo poliziotti, militari e diplomatici, cioè funzionari del governo);
- aumento dell'iva (e quindi del costo della vita);
- sgravi fiscali ingenti per le imprese;

Il baratto!
- 80 euro di sgravi fiscali in busta paga, forse anche per il prossimo anno 2015 (che non riguardano, tra l'altro, tutti i lavoratori);
- 80 euro di mini-bonus al mese per le neo-mamme: una presa in giro per le donne lavoratrici, su cui ricade spesso un doppio lavoro (tanto più di fronte allo smantellamento dei servizi pubblici come asili, mense, ecc.);
- il Tfr in busta paga, che sono sempre soldi dei lavoratori che il Pd e Renzi fingono di regalarci, a vantaggio della loro propaganda elettorale.

Intanto
- Aumenteranno o saranno tagliati i servizi, quali: sanità, trasporti, scuola, asili, università, Iva e tasse comunali, provinciali e regionali.

Razzismo e attacchi agli immigrati
Tutto questo avviene in un quadro di pesanti attacchi ai lavoratori immigrati, con

- l'inasprimento di politiche razziste e di esclusione:
leggi razziste che uccidono i nostri fratelli immigrati (come dimostrano le continui stragi in mare);
- permanenza dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione), veri e propri lager per gli immigrati;
- negazione del diritto di cittadinanza agli immigrati e difficoltà nel conseguire il permesso di soggiorno;
- ricatti sul lavoro, come dimostra lo schiavismo delle cooperative, in particolare nel settore della logistica, dove la maggioranza degli impiegati sono immigrati e immigrate;
- differente trattamento salariale tra immigrati e nativi.

Per i disoccupati solo miseria
- Aumenta sempre più la disoccupazione: chi ha perso il lavoro o chi non riesce a trovarlo è costretto a vivere nella miseria, senza alcuna tutela.
- Rivendichiamo un salario minimo garantito per tutti i disoccupati e tutte le disoccupate!

E il dissenso?
- Il dissenso operaio è soffocato con la violenza! Ricordiamo due esempi recenti tra i tanti: gli operai dell'Ast (violentemente aggrediti dalla polizia) e i lavoratori e le lavoratrici della logistica (che hanno subito in questi anni una violenta repressione in occasione di scioperi e picchetti). Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori aggrediti!
- Il disagio sociale è criminalizzato e la marginalizzazione è ignorata!

L'assemblea respinge il Jobs Act e l’Accordo della Vergogna!
NON ci riconosciamo e siamo culturalmente, idealmente e sindacalmente
distanti da chi li impone e da chi li sottoscrive!


L'accordo della vergogna
Parte centrale dell'attacco del governo e dei padroni è l'accordo vergogna sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 (siglato da Confindustria, Confcooperative, Cgil, Cisl, Uil e altri) che tenta di indebolire e cancellare il sindacalismo conflittuale: lo scopo di questo accordo è quello di eliminare ogni possibile risposta di lotta agli attacchi del governo e dei padroni, emarginando gli attivisti sindacali combattivi.
L'obiettivo dell’accordo è l'omologazione della democrazia sindacale nelle aziende private, estendendo il modello "Marchionne", già in vigore nel gruppo Fiat, a tutte le aziende private. E' un accordo liberticida, che cancella i più elementari diritti dei lavoratori a partire dal diritto di sciopero.

Il Coordinamento No Austerity, le organizzazioni e i singoli attivisti riuniti oggi a Firenze:
- si impegnano a contrastare in maniera unitaria e solidale le vergognose politiche economiche e del lavoro del governo Renzi;
- si impegnano a continuare la battaglia per i diritti di rappresentanza dei lavoratori, contro il nuovo vergognoso Testo unico sulla rappresentanza;
- si impegnano a diffondere un vademecum informativo tra i lavoratori sui contenuti dell'accordo dello Jobs Act e dell’accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014 sulla limitazione dello sciopero e ad organizzare nei prossimi mesi, su tutto il territorio nazionale, iniziative unitarie di lotta contro l'accordo della vergogna;
propongono il sostegno ad ogni azione giuridica, politica e sindacale che abbia l’intendo di contrastare l'accordo sulle rsu/rsa;
- propongono che la lotta contro l'accordo della vergogna sia inserita in tutte le piattaforme di rivendicazione di ogni vertenza contrattuale ed in ogni azione di sciopero settoriale o generale;
- fanno appello a sostenere, costruire e rafforzare la giornata di sciopero generale del 14 novembre al fine di costruire una grande mobilitazione fino a respingere Jobs Act, Legge di Stabilità, accordo della vergogna, leggi razziste.
Firenze, 8 novembre 2014


Il messaggio di saluto di Solidaires (Francia)

Un accordo liberticida contro il sindacalismo di lotta
Une loi liberticide contre le syndicalisme de lutte

Il 10 gennaio 2014, la Confindustria e i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un accordo liberticida contro la libertà sindacale: elezioni sindacali truccate, attacco al diritto di sciopero, obbligo di firmare l’accordo liberticida per avere il diritto a presentare candidati alle elezioni sindacali e per partecipare alla contrattazione collettiva nazionale di categoria e aziendale.
Questo accordo è un attacco contro il sindacato. La “tregua sindacale” va contro il diritto di sciopero. Non si lascia ai dipendenti la libertà di organizzarsi in un sindacato scelto dai lavoratori.
In Francia, dopo due anni e mezzo del governo di F. Hollande del Partito socialista, la situazione dei lavoratori è peggiorata: patto di responsabilità con miliardi in regalo ai i capitalisti, volontà di autorizzare il lavoro la domenica, cancellazione dei minimi salariali, limitazione della rappresentatività collettiva dei dipendenti e soppressione degli diritti, pensioni più basse, attacco ai servizi pubblici, attacco alle misure a sostegno dei precari e dei senza lavoro, attacco ai salari e volontà di aumentare il tempo di lavoro.
Questa politica d’austerità si è per esempio espressa nella “grande conferenza sociale” dove il governo ha ulteriormente lanciato un'offensiva contro il lavoratori con l’aiuto di qualche sindacato e il Medef (Confindustria francese). L’unione sindacale Solidaires ha portato nel 2012 a questa riunione le nostre rivendicazioni per cambiare la situazione generale a favore dei lavoratori. Nel 2014, durante la conferenza organizzata insieme da governo, Medef e alcuni sindacati (Solidaires, CGT, FO e FSU non hanno participato), Solidaires ha organizzato, con varie associazioni e molti movimenti di senza lavoro, un forum a sostegno dei lavoratori contro i capitalisti.

Per illustrare la nostra posizione riprendiamo alcuni punti della dichiarazione di principi del rete europea dei sindacati alternativi e di base del 2012.
L’accordo del 10 gennaio 2014 è in opposizione totale al sindacalismo di lotta e di trasformazione sociale. Lottiamo per:
1) Un sindacalismo di lotta e di trasformazione sociale
- che mira a rovesciare il modello di sviluppo economico, sociale e politico, fondato sull'egemonia della finanza, del profitto e della competitività per costruire un modello basato sui beni comuni, sulla redistribuzione del reddito e della ricchezza, sui diritti di lavoratrici e lavoratori, e su uno sviluppo sostenibile a livello ecologico;
- che rivendica l'estensione, la democratizzazione e l'appropriazione sociale dei servizi pubblici, in particolare la scuola e la formazione, la sanità, i trasporti, l'energia, l'acqua e la casa;
- che lotta in Europa e in tutto ilo mondo contro la crescente illegalità economica e sociale per trasformare il sistema e costruire un’alternativa fondata sull'autogestione e la democrazia di base, effettivamente partecipativa e diretta;
- che agisce per il diritto alla libera circolazione delle persone e all'uguaglianza dei diritti sociali e politici a tutti e a tutte, indipendentemente da nazionalità, nascita, sesso e genere;
- che appoggia le pratiche anti-egemoniche che combattono il sistema.
2) Un sindacalismo indipendente autonomo democratico e assembleare
-effettivamente autonomo dai padroni, dagli apparati dello Stato e dei governi, anche da tutte quelle organizzazioni che partecipano alla gestione del sistema capitalistico, dalle istituzioni religiose e dai partiti politici;
-fondato sull'autorganizzazione, e l'azione diretta, secondo il principio che non si può delegare ad altri la lotta per l'emancipazione sociale, il miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza sul posto di lavoro.
3) Un sindacalismo alternativo alle pratiche e alle strategie dei sindacati europei maggiormente rappresentativi che non assicurano più il compito di proteggere difendere il mondo del lavoro e hanno rinunciato ad ogni progetto di trasformazione sociale.
4) Un sindacalismo aperto all'azione comune e unitaria di tutte le forze sindacali in accordo con questa dichiarazione, che condividono le nostre pratiche e i nostri obiettivi di lotta.
L’accordo del 10 gennaio 2014 è incompatibile con questi principi. La nostra volontà è di mettere insieme nel modo più efficace possibile tutte le forze sindacali che sono chiaramente sul terreno delle lotte di classe, supportando la lotta contro i padroni e contro quelli che li proteggono: costruiamo una rottura con questo sistema capitalistico.

Dal 2012, Solidaires e altre organizzazioni sindacali d’Europa, d’America, d’Africa e dell’Asia cercano di costruire un rete internazionale del sindacalismo di lotta, autonoma, democratica, alternativa, femminista, internazionalista .
Questi rapporti internazionali intensi e regolari vengono utilizzati per scambiare le esperienze di lotta. Insieme coordiniamo campagne internazionali congiunte, sia per avanzare rivendicazioni sia per sostenere la solidarietà internazionale.
Nel Marzo 2013, a St-Denis (Francia), abbiamo accolto 200 delegati di base di 25 Paesi, su proposta di Solidaires, della CGT (Stato Spagnolo) e della CSP-Conlutas (Brasile). Nei loro interventi, sindacati e delegati hanno sottolineato la necessità di condurre insieme la "lotta di classe" per opporsi ai "patti sociali" e al "dialogo sociale", sostenuto dalla falsa unione in cerca di "pace sociale".

Al termine della riunione di St-Denis, la rete sindacale internazionale di solidarietà e di lotta si è impegnata tra l'altro a continuare la lotta per la solidarietà internazionale e contro ogni forma di repressione antisindacale, a guidare il processo di riflessione e di sviluppo sui temi della crisi del sistema capitalista e le alternative allo stesso.

Con questi gravi attacchi che la Confindustria e il governo stanno portando avanti contro i lavoratori in Italia, sappiamo che una parte del movimento sindacale in Italia, come altrove, ha scelto la rassegnazione, l'accettazione del modello economico e politico in atto; queste organizzazioni hanno deciso di sostenere e assistere la minoranza che sfrutta chi produce la ricchezza collettiva! L'accordo tra la Confindustria e le confederazioni Cgil, Cisl e Uil, che intende mettere a tacere per sempre il sindacalismo di base, è uno strumento ideato dai padroni per avere solo "sindacati" servili, sindacati che non sono sindacati! In questa situazione, il sindacalismo di base ha una responsabilità importante: sappiamo che si stanno prendendo le necessarie, anche attraverso le convocazioni di sciopero sia nelle varie categorie, sia a livello generale. Non abbiamo diritto di intervenire nelle vostre discussioni e le rispettiamo, ma ci spingiamo a dire che una delle sfide importanti è quella di riuscire a unirsi, e ovviamente questo vostro incontro e la diversità delle strutture e dei collettivi che sono lì rappresentati è un passo importante!

Solidaires manda i sui auguri alla vostra assemblea. Solidarietà internazionale !

Parigi, 7 novembre 2014.



Messaggio di Sindicato de Comisiones de Base (Co.Bas)

All'Assemblea Pubblica Nazionale di Firenze

Cari compagni e care compagne,

Ci dispiace non poter essere presenti alla vostra assemblea, ma vogliamo farvi arrivare il nostro più sincero saluto per questa importante iniziativa del sindacalismo di classe e combattivo.
Come voi dite molto bene, siamo nel pieno della realizzazione di un nuovo modello di sfruttamento della classe operaia e dei giovani. La povertà non è più legata solamente alla mancanza di lavoro: nello Stato spagnolo il 27% dei lavoratori occupati sono al di sotto della cosiddetta soglia di povertà e circa tre milioni di bambini vivono al di sotto di questa stessa soglia con un solo pasto al giorno. Questo è lo stato di cose in tutti i Paesi cosiddetti del “primo mondo”.
La precarietà, i salari da fame, la perdita costante di diritti sono diventati un'abitudine e ci porteranno alla miseria se non troviamo un rimedio alla situazione attuale.
L'imposizione di questo nuovo modello di sfruttamento da parte dei governi della Troika esige la soppressione degli strumenti della lotta operaia. Per questo il taglio al diritto di sciopero, la repressione contro gli attivisti sindacali, il carcere e le multe sono all'ordine del giorno. Più di 300 sindacalisti sono in carcere in attesa di giudizio in questo momento.
E questo taglio in tutti i campi, nei diritti sociali e del lavoro, nei diritti democratici, sarebbe impossibile senza la collaborazione della burocrazia sindacale, senza la complicità di questi gerarchi sindacali che sono parte del tessuto istituzionale e commerciale del sistema capitalista e dei suoi regimi politici. Negli scandali di corruzione che oggi costellano tutto il Paese sono implicati dirigenti di Ccoo e Ugt che fanno parte dei Consigli di amministrazione di banche e imprese che hanno lucrato con il furto di beni pubblici.
Perché quindi stupirsi di questo “Accordo della vergogna”?
La classe operaia ha bisogno di strumenti di lotta democratici per resistere a questo nuovo modello di sfruttamento, per resistere alla precarizzazione del lavoro e ai salari da fame, per difendere il diritto di sciopero. Abbiamo bisogno di sindacati e associazioni operaie che affrontino con la più completa indipendenza di classe i governi, i padroni e lo stesso sistema capitalista. E questa battaglia è inscindibile dalla battaglia frontale contro i loro agenti nel movimento operaio, le burocrazie sindacali.
Per questo ogni sforzo diretto a unire le organizzazioni operaie di classe e combattive, a unire tutti quelli che resistono ai governi della Troika e la burocrazia sindacale e i suoi accordi della vergogna, come voi state facendo, deve essere salutato e appoggiato.
Rafforzare i legami comuni e la cooperazione in Europa dovrebbe essere un obbligo per tutti noi.
Vi auguriamo quindi che la vostra assemblea sia un successo e vi permetta di continuare a fare passi in avanti.

Cordiali saluti

Per Sindicato de Comisiones de Base (Co.Bas)

Ángel Luis Parras

Madrid, 6 Novembre 2014

coordinamentonoausterity.org

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