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Finanze d'alto bordo

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(27 Novembre 2011) Enzo Apicella

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GOVERNO E CASA: IL PESCE PUZZA DALLA TESTA. OLTRE IL MANGANELLO, ESISTE ANCHE UNA POLITICA SOCIALE?

(18 Novembre 2014)

unioneinquilini

“Il Ministro Alfano annuncia lotta senza quartiere agli abusivi che occupano le case popolari.
E’ pura ipocrisia, però, prendere il problema esclusivamente dalla coda.
Come sindacato siamo in prima linea a combattere i racket gestiti dalla criminalità e la penetrazione delle mafie nelle case popolari in ampie parti del Paese e per questo contrasto, alcune nostre sedi hanno subito minacce, intimidazioni e a volte anche aggressioni violente.
Non si può, però, far finta di non vedere la causa e non affrontarla alla radice: i racket si ingrassano sul bisogno di casa della gente, che rimane senza risposta da parte delle istituzioni.
Lo scandalo è che in Italia ci sono 700 mila famiglie, certificate dai comuni come aventi diritto e che rimangono senza risposta e che ci sono oggi tra 30 e 40 mila alloggi popolari vuoti e non assegnati in quanto avrebbero bisogno di interventi di manutenzione. Di questi, alcune migliaia sono a Milano, dove spesso si è intervenuti lastrando gli accessi delle case dopo gli sgomberi e facendo altri interventi per renderle inutilizzabili.
Perché non sono state riassegnate agli aventi diritto contestualmente allo sgombero? Perché lasciare deperire il patrimonio pubblico di fronte ad una emergenza sociale così acuta?
Una recentissima indagine di Nomisma afferma che gli affitti delle abitazioni si sono ridotti del 12,5% negli ultimi 5 anni.
Malgrado il raffreddamento dei prezzi, gli sfratti per morosità sono cresciuti nello stesso periodo di oltre il 40% (passando da circa 50 mila a oltre 73 mila).
Questa apparente contraddizione è la più lampante dimostrazione dell’incompatibilità del mercato privato delle locazioni con le retribuzioni reali delle persone in carne e ossa, pesantemente aggravata dalla crisi che ha ulteriormente falcidiato i redditi.
Senza un nuovo intervento pubblico nella politica sociale della casa non se ne esce ed è non solo ipocrita ma anche inutile lo scaricabarile che alla fine finisce con le manganellate ai più disperati e per inasprire la guerra tra poveri.
Il governo ha una precisa responsabilità. Da oltre due mesi è scaduto il tempo per la predisposizione del decreto attuativo dell’articolo 4 della Legge 80 del 2014 che ha stanziato 500 milioni per il recupero urgente degli alloggi non assegnati perché inagibili. Perché ancora latita?
Serve un piano, articolato territorialmente, che permetta il riutilizzo a fini della residenza sociale del patrimonio pubblico in dismissione, a cominciare dagli immobili del Demanio civile e militare.
Ci sono esperienze pilota in Italia, a partire dalle cooperative di auto recupero costituite da nuclei aventi le condizioni per avere un alloggio popolare che chiedono l’assegnazione di immobili pubblici vuoti e in degrado per recuperarli e spesso sono costretti ad occuparli di fronte all’inerzia delle istituzioni.
Per noi queste sono le buone pratiche che segnano la strada su cui i governi nazionali e locali dovrebbero incamminarsi.”

Walter De Cesaris – segretario nazionale Unione Inquilini

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