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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Il cuneo rosso, n. 2: Crisi globale e lotta di classe in Europa

(1 Dicembre 2014)

locandina

Cari/e compagni/e,

iniziamo il 5 dicembre, da Marghera, la presentazione del n. 2 de "ilcuneorosso".

In esso ci siamo concentrati sullo scontro di classe innescato dalla crisi in Italia e in Europa. La nostra tesi è che con l'esplosione della prima, grande crisi del capitalismo globalizzato è avvenuto un passaggio d'epoca. Si è chiusa l'era del "compromesso sociale" social-democratico (o social-cristiano), e si è aperta una nuova era di intensificata aggressione capitalistica al lavoro salariato (incluse le fu-"aristocrazie") e alla natura, nella quale la secca svalorizzazione della forza-lavoro attraverso l'intensificazione dello sfruttamento, la precarizzazione strutturale, l'impoverimento, la drastica riduzione dei diritti e del salario indiretto, l'accensione dello scontro tra proletari autoctoni e immigrati, è e resterà l'imperativo dei capitalisti e dei loro apparati politici per un lungo periodo. Con ciò riprendiamo la tesi espressa nel nostro n.1 sull'Intifada araba, che non riguardava le sollevazioni arabe come fenomeni a sé stanti ma le considerava l'inizio di una fase storica aperta dalla crisi scoppiata nel 2007-2008, di "acutissimi contrasti di classe [e inter-capitalistici] estesi alla scala mondiale, che ripropongono, con ancora più urgenza, l'alternativa tra socialismo e barbarie".

Questo passaggio d'epoca, già avvenuto nell'Europa dell'Est dopo l'89, riguarda ora in modo particolare l'Italia e l'Europa occidentale, e non lascerà nulla al posto di prima, anzitutto nel campo del proletariato, con la crisi irreversibile del vecchio movimento operaio, e l'obiettiva necessità della nascita di un nuovo movimento proletario.

In questo numero della rivista ci occupiamo delle cause di fondo e delle prospettive della crisi capitalistica, dei suoi effetti, insieme disuguali e comuni, in Italia e in una serie di paesi europei, del Nord, del Sud e dell'Est, e di alcune delle questioni politiche cruciali che abbiamo davanti: il debito di stato; l'euro; da dove si riparte con le lotte dopo quaranta anni di attacchi capitalistici; il programma di lotta; la risposta al governo Renzi, all'ascesa delle "destre sociali" e alla repressione da "stato di eccezione"; la questione del "governo delle sinistre" (in Grecia e altrove), etc.

Qualche compagno/a troverà, forse, troppo pessimistico il quadro che abbiamo tracciato dello stato delle lotte e della classe in Italia e in Europa. Indorare la pillola, però, non aiuta, perché le caratteristiche e la violenza dell'attacco capitalistico in atto - è questo il punto! - esigono un salto, una serie di salti, di quantità e di qualità, della risposta degli sfruttati su tutti i piani su cui avviene lo scontro (materiale, fisico, politico, ideologico), pena l'accumulo di un ritardo che rischia di diventare incolmabile. I grandi poteri capitalistici stanno ricorrendo ad ogni mezzo per ostacolare il cammino dei proletari alla loro "costituzione in classe, e quindi in partito", ma la nostra fiducia che questo processo vada avanti è fondata proprio sulle basi oggettive esplosive create dallo stesso capitalismo. Ed è fondata al tempo stesso sulla crescente effervescenza delle giovani proletarie e proletari della Cina, del Sud Est asiatico, dell'America centro-meridionale, del mondo arabo e islamico, dell'Africa nera, che sono sempre meno disposti a vivere o vegetare in condizioni di lavoro e di vita abbrutenti, e che portano una speciale, fresca energia al moto di rinascita della nostra classe e della sua organizzazione politica.

Abbiamo voluto gettare qualche sasso nello stagno, con l'intento di promuovere un confronto sulla situazione attuale e le prospettive tra i militanti nei movimenti, i piccoli gruppi, i circoli, i circuiti di compagni organizzati e "sciolti", per preparare, per quello che si può, la rinascita di questo nuovo movimento proletario organizzato, il solo che sarà in grado di regolare definitivamente i conti con il capitalismo, che è e resta il fine ultimo della nostra militanza. E ci farà piacere se questo invito verrà in qualche modo raccolto.

I compagni del Centro di iniziativa comunista internazionalista

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