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BIPOLARISMO E GEOPOLITICA: LE VERE NOVITA’ PER IL 2015

(31 Dicembre 2014)

Il “Corriere della Sera” di oggi, 31 Dicembre, scrive di una nuova dottrina militare di Putin rivolta a individuare negli USA il nemico principale: si costruirebbe così un nuovo bipolarismo a livello planetario.
Naturalmente uno scenario ben diverso da quello della “guerra fredda” post-secondo conflitto mondiale ma che, comunque, richiama due elementi molto importanti da valutare nel quadro di un’azione politica di sinistra da questa parte del continente, nell’Europa Occidentale: all’interno, cioè, di uno scenario nel quale agiscono le strutture economico-politiche dell’Unione Europea:
1) Il ritorno della geopolitica intesa come riassunzione di centralità del concetto di “spazio vitale” e, di conseguenza, della questione dei confini;
2) Il riproporsi, proprio all’interno dello spazio vitale detenuto dall’Unione Europea, di una questione di vero e proprio schieramento che questa volta non comporta però l’opzione riguardante una scelta di civiltà. Non ci sono più a fronteggiarsi il capitalismo liberale di marca USA e il “socialismo reale” di stampo sovietico ma i due modelli dell’imperialismo USA e della “vocazione imperiale” russa, all’interno di un gioco molto complesso dal punto di vista dell’intreccio economico, produttivo e di scambio di capitali.
La sinistra occidentale che non ha trovato una propria dimensione politica rispetto al tema dell’Unione Europea, del dominio delle banche, dell’egemonia tedesca sull’insieme dei principali punti della filiera produttiva, della moneta unica e del deficit di democrazia adesso è chiamata a muoversi sul terreno prevalente del rapporto con Oltreatlantico attraverso la compiuta acquisizione del richiesto meccanismo di ritorno al riallineamento atlantico.
Lo scenario incombente è quello di un conflitto globale di dimensioni e qualità ben diverse da quelli periferici, di natura neo-coloniale, che abbiamo vissuto nel corso di questi anni sugli scacchieri mediorientali, dell’Asia Centrale e dell’Africa.
I temi decisivi sono quelli del movimento per la pace, della neutralizzazione del cuore dell’Europa, del disarmo: temi che sopravanzano quelli di natura più direttamente economica relativi all’interno dell’UE richiamando la sinistra occidentale a riassumere per intero un proprio ruolo internazionalista.
In questo senso le elezioni greche assumono una centralità molto minore rispetto a quella che è stata a esse assegnata dai mezzi di comunicazione di massa: tanto più che, in un Paese periferico e molto mal messo da diversi punti di vista, non si verificherà alcun “strappo” rispetto alla realtà complessiva dell’Unione.
Syriza non può rischiare una dimensione di tipo “allendista” e sicuramente provvederà a verificare i termini di accordo possibile con le centrali economico-finanziarie a livello europeo già durante la stessa campagna elettorale.
Bipolarismo e geopolitica assieme al presentarsi, sul piano interno, di evidenti tratti di consolidamento del regime autoritario imperniato sulla Presidenza della Repubblica e sul governo Renzi, rappresentano i temi di fondo da affrontare subito cercando di sviluppare l’analisi più appropriata ma soprattutto l’azione politica meglio conseguente.

Franco Astengo

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