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L'ombra nera

L'ombra nera

(20 Agosto 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri il disoccupato Angelo di Carlo, che si era dato fuoco per protesta 8 giorni fa davanti a Montecitorio

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Groundcare, LA STANGATA:
la subiscono i lavoratori e la organizzano
le altre OO.SS. ed il curatore fallimentare

(3 Gennaio 2015)

A Fiumicino sono in corso blocchi stradali da parte dei lavoratori Groundcare licenziati (guarda i video)

stangata

Purtroppo anche questa volta nel comparto aereo-aeroportuale-indotto sono i lavoratori a pagare, con la scusa di una crisi che non esiste, il prezzo della riorganizzazione delle aziende effettuata sulle spalle ed alla faccia della categoria.

Mattanza occupazionale, scippo dei diritti e saccheggio dei salari

Pure l’epilogo della vertenza Groundcare è drammatico: oltre 450 licenziamenti su poco più di 850 lavoratori in forza nel principale operatore di handling degli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino.

Per chi resta (400 dipendenti) un futuro occupazionale incerto, oltre ad un cospicuo taglio salariale (oltre il 15%) ed un pesante peggioramento normativo che si concretizzeranno non appena il curatore fallimentare, a cui il Tribunale di Civitavecchia ha affidato la liquidazione aziendale, scioglierà il nodo della vendita di quanto resta della Groundcare e del passaggio a terzi delle attività.

Enormi le responsabilità istituzionali e sindacali

Pesantissime le responsabilità del Governo, del Ministero dei Trasporti, dell’Enac e, come accade sempre più spesso, di CgilCislUilUgl. Comunque, esemplare il fallimento delle politiche di privatizzazione e liberalizzazione del settore sostenute dai Governi succedutisi negli ultimi 15 anni e abbracciate da CgilCislUilUgl, interessati solo a tentare di mantenere i propri privilegi.

Groundcare: un’avventura pericolosa, benedetta da Enac e Ministero

Dopo la privatizzazione di AdR, la nascita di AdR Handling e la successiva vendita a Fligthcare, ancora resta oscuro nel 2012 il passaggio delle attività del principale operatore di handling del sistema aeroportuale romano ad una società del Gruppo Groundcare, facente capo alla famiglia Sertori (…imprenditore vinicolo!), da poco avventuratosi nel settore aeroportuale e in possesso già di società che, come la Groundcare Milano, non godevano di ottima salute, il cui fallimento si sancirà già alla fine di maggio 2014.

Da quel momento la vertenza entra nel porto delle nebbie, più e peggio di prima.

Nessuno dei lavoratori viene mai informato su quanto accade e sulle fasi che si succedono: soprattutto nessuno tra i dipendenti conosce quali siano le ricadute sui lavoratori che si stanno concordando.

Anche la regia irresponsabile dell’improbabile Ministro Lupi, con l’ausilio dei suoi fidati sindacati, punta solo a mantenere separata la vertenza Groundcare da quella Alitalia: il rischio di un cortocircuito avrebbe potuto far esplodere a Fiumicino e Ciampino una vertenza gravida di ripercussioni…positive per i lavoratori!

Tagli occupazionali: un vero bagno di sangue!

La vertenza emerge solo a metà novembre 2014 quando a tutti è ormai chiaro che le “soluzioni” sul tavolo sono subordinate a pesantissimi tagli salariali e normativi, nonché, soprattutto, ad un insostenibile sacrificio occupazionale. NEPPURE IN QUESTA VICENDA, CGILCISLUILUGL, COME ACCADUTO IN ALITALIA, EVITANO DI INDIRE LE ASSEMBLEE E LO SCIOPERO!

Restano inascoltati gli appelli della Cub Trasporti a prorogare l’esercizio provvisorio fino all’esaurimento della cigs previsto a maggio 2015 e successivamente al riordino del sistema aeroportuale romano sbandierato da Enac e AdR.

Purtroppo le numerose mobilitazioni indette dalla Cub Trasporti sono state disertate dalla maggioranza dei lavoratori, abbindolati dalle sirene di quei sindacalisti che irresponsabilmente hanno tentato di celare la verità e tranquillizzare i dipendenti.

Un segno indelebile della deriva di CgilCislUilUgl

Imbarazzante il comportamento dei sindacati, spesso divisi e spudoratamente schierati a sostegno di questa o quella cordata imprenditoriale, sono rimasti immobili ed in silenzio rispetto alla mattanza occupazionale in arrivo, pronti solo a sottoscrivere una girandola di accordi a perdere.

Paradossale anche il comportamento del Curatore Fallimentare

Inaccettabile anche la “sordità” del Curatore Fallimentare alle numerose richieste di incontro formulate dalla Cub Trasporti ed ai numerosi inviti a rendere pubblici i documenti trasmessi alle altre OO.SS.

Inaccettabile in particolare il silenzio del Curatore Fallimentare in merito agli sviluppi della diffida inoltrata dallo stesso Dott. Di Fani alle aziende che si sono rifiutate di rispettare la clausola sociale, evitando di assumere quota parte dei lavoratori addetti alle attività rilevate nel corso del tempo e svolte precedentemente dalla stessa Groundcare.

L’improvvisa apertura delle procedure di licenziamento collettivo il 28.12.2014 e la chiusura di un accordo con CgilCislUilUgl per il licenziamento di oltre 450 dipendenti (…nessun sindacalista delle sigle firmatarie!) sono stati gli ultimi di una serie di atti secretati che devono essere resi pubblici al più presto, così come peraltro già sollecitato formalmente dalla Cub Trasporti.

Emblematico dell’intera vicenda è quanto successo durante la consegna delle lettere di licenziamento.

Nelle giornate del 30.12.2014 e del 31.12.2014, a moltissimi lavoratori invitati (…a voce dai sindacalisti o per telegramma dall’azienda) a recarsi presso una sala della palazzina Epua a Fiumicino per ritirare la lettera di licenziamento, oltre alla firma sulla comunicazione della risoluzione del rapporto di lavoro è stata richiesta la sottoscrizione di una liberatoria, al fine di rinunciare sia al pagamento del mancato preavviso (così come peraltro previsto nell’accordo del 29.12.2014), sia a qualsiasi azione legale rispetto alla mancata applicazione dei criteri di selezione del personale da espellere.

UN’INFAMIA ORGANIZZATA DA SINDACALISTI E DA RAPPRESENTANTI AZIENDALI

La firma su tale liberatoria, peraltro priva di alcuna previsione risarcitoria per il dipendente, in molti casi è stata sollecitata da alcuni rappresentanti aziendali e sindacali delle sigle “firmatarie”, con l’esplicito riferimento che, in caso di rifiuto della sottoscrizione della conciliazione, oltre al mancato inserimento nel bacino di ricollocazione, il licenziamento sarebbe stato recapitato successivamente al 1.1.2015, in modo da penalizzare il lavoratore nell’accesso alla mobilità che, appunto, dalla suddetta data ha subito una drastica riduzione per effetto dell’entrata in vigore delle modiche agli ammortizzatori sociali varate dalla riforma Fornero.

Tale infame iniziativa è cessata solo quando è intervenuta la polizia, chiamata da alcuni delegati della Cub Trasporti e alcuni lavoratori il 31.12.2014: solo da quel momento e dopo un colloquio a porte chiuse tra dirigenti aziendali e sindacali con le forze dell’ordine, la liberatoria è diventata, come doveva essere dall’inizio, “facoltativa” e la consegna delle lettere di licenziamento è ripresa regolarmente, anche se è proseguito il rifiuto da parte dell’azienda di consegnare, ai dipendenti che ne facevano richiesta, il testo degli accordi sindacali citati nella stessa comunicazione di soluzione del rapporto di lavoro.

Quanto deve subire ancora la categoria per reagire?

L’asciutta cronaca di questo ennesimo disastro occupazionale, in uno dei comparti più ricchi e più in salute dell’intero sistema industriale italiano, rende ancor più evidente la correttezza delle analisi e delle strategie proposte ed attuate, nel silenzio generale, dalla Cub Trasporti: SOLO UNA VERTENZA GENERALE E GENERALIZZATA DELL’INTERO COMPARTO AEREO-AEROPORTUALE-INDOTTO PUÒ RIUSCIRE AD “INVERTIRE LA ROTTA” E IMPORRE LA DIFESA DELLA CATEGORIA SU CUI DA ANNI SI SCARICA IL PREZZO DI UNA CONCORRENZA CHE PUNTA SOLO ALLO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI.

Fiumicino, 3.1.2015

Cub Trasporti

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