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Ordine del giorno sul risultato delle elezioni regionali

Presentato al CPF del PRC di Padova dell'8 aprile 2005

(9 Aprile 2005)

Il CPF di Padova è soddisfatto per la sconfitta del centro-destra alle elezioni regionali e del risultato ottenuto da Nichi Vendola in Puglia conquistato in un contesto assai difficile per le condizioni socio economiche e politiche della realtà pugliese e le caratteristiche del candidato.

Con il voto del 3 e 4 aprile è stata espressa la chiara volontà di cambiamento della maggioranza degli italiani nei confronti di un governo che sta impoverendo il paese, che ha creato insicurezza ai lavoratori ,alle masse popolari e ai ceti medi e che, con le riforme che ha già portato avanti e con quelle che minaccia di fare – in primo luogo la riforma della Costituzione, costituisce un pericolo per la democrazia italiana nata dalla Resistenza.

Il CPF di Padova è insoddisfatto e preoccupato,invece, per il risultato negativo conseguito dalle liste del partito. Un risultato non soltanto al disotto delle aspettative ma di vero arretramento rispetto al voto europeo del 2004 aggravato dal fatto di essere in controtendenza rispetto al voto, positivo, ottenuto dalle altre forze dell’Unione in primo luogo i riformisti dell’Ulivo.

Un risultato negativo che, sul piano politico, sta già pesando come si evince dalle le più recenti dichiarazioni di Prodi e di Fassino.

Il CPN dovrà rapidamente indagare rapidamente sulle ragioni di questa sconfitta, e lo dovrà fare ampiamente e rapidamente essendo imminente, dopo il referendum del 12 giugno, l’apertura della campagna elettorale per le politiche del 2006 ma che gli sviluppi politici potrebbero anticipare all’autunno.

Da parte sua il CPF di Padova ritiene che tra i motivi della sconfitta stiano innanzi tutti un difetto di analisi della realtà italiana, l’eccentuata personalizzazione e sovraesposizione del segretario, lo svolgimento di un congresso troppo ravvicinato alla scadenza elettorale ed un partito troppo diviso che ha impedito l’ottimizzazione del tempo e delle risorse umane.

Principalmente però hanno pesato la scelta politica dell’ultimo anno che ha visto il Partito schiacciato policisticamente sull’alleanza con il centro sinistra a scapito della sua autonomia e della sua capacità di iniziativa politica e programmatica.

Nel Veneto la situazione non si presenta diversa. Il dimezzamento del gruppo regionale con la perdita del seggio storicamente assegnato a Padova ne costituisce la riprova.

E’ giudizio del CPF di Padova che questo risultato negativo sia il prodotto anche dei forti limiti e degli errori compiuti dal gruppo dirigente regionale che in questi anni è stato soltanto autoreferenziale e che ha gestito male la preparazione e lo svolgimento della campagna elettorale. Su alcuni dei comportamenti assunti dalla segreteria regionale nel corso della campagna elettorale ai danni delle federazionie si dovrà indagare anche sotto il profilo statutario.

Il CPF di Padova chiede pertanto le immediate dimissioni del segretario e della segreteria regionale e la convocazione entro il mese di settembre del congresso regionale che dovrà svolgersi in modo democratico e partecipato coinvolgendo circoli e Federazioni. Tale congresso dovrà condurre ad un nuovo gruppo dirigente , possibilmente unitario, capace di portare avanti una linea politica regionale trasparente e non contradditoria e garantire che l’unico consigliere regionale e i suoi collaboratori - diversi da quelli attuali e rappresentativi del maggior numero delle realtà regionali del Partito -, si ponga al servizio di tutti i territori della Regione.

In questo contesto anche il dato della provincia di Padova presenta luci ed ombre.

C’è sicuramente un generalizzato calo di voti.

Percentualmente registriamo una flessione sia rispetto alle europee che alle provinciali ma non ovunque.

Su circa una trentina di comuni sul totale di 104, il Prc avanza in percentuale rispetto al voto europeo o ne mantiene i risultati. Fra di essi spicca in particolare quello della città di Padova , assai significativo anche rispetto alle comunali.

Su questi risultati hanno contato sia la scelta dei candidati, sia la capacità dimostrata dal Partito di avere sul territorio autonomia di giudizio, di iniziativa e di capacità di mobilitazione su obiettivi comprensibili ed apprezzati da cittadini e senza farsi condizionare dalle maggioranze istituzionali di cui il partito fa parte.

Una menzione positiva merita anche il risultato di Montagnana e di Cinto Euganeo dove il partito ha ottenuto il migliore dei risultati aumentando in percentuale ed in voti.

Il CPF di Padova sottolinea, invece, con preoccupazione l’arretramento del partito negli altri due terzi dei comuni sia laddove la tradizione comunista è stata ed è ancora relativamente forte come Anguillara e altri comuni della Bassa, o in quei comuni diversamente importanti per la presenza organizzata od istituzionale o per caratteristiche territoriali come Vigodarzere, San’Angelo di Piove, Conselve, Galzignano, Moselice e Vigenza.

Ulteriori gravi arretramenti riguardano quei comuni dove il dato del partito era già minimale.

Alla luce di tutte queste considerazioni il CPF di Padova impegna la segreteria provinciale ad attivarsi per organizzare nei tempi politici e tecnici più brevi una seconda conferenza programmatico-organizzativa che si sviluppi con il massimo di partecipazione nei vari territori.

Respinto con voti 7 contro 16 (posto in alternativa con l’odg presentato dal segretario)

Lucio Costa (mozione 2)

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